Il Sole 24 Ore

Prestito eccessivo senza buona fede

Esclusa dal passivo la banca che concede il mutuo oltre le disponibil­ità del richiedent­e

- Patrizia Maciocchi

Esclusa la buona fede della banca che concede un mutuo all’affiliato alla mafia, se il finanziame­nto va oltre le disponibil­ità del richiedent­e. La Cassazione (sentenza 40817) conferma la decisione del Tribunale di negare l’ammissione al passivo dell’istituto di credito per oltre 54mila euro, in virtù di un’ipoteca sugli immobili confiscati al cliente. Una scelta che, secondo la banca, non era in linea con le norme dettate dal Codice antimafia (Dlgs 159/2011). La ricorrente affermava, infatti, di aver messo in atto, come documentat­o, tutte le azioni necessarie a verificare la fattibilit­à dell’operazione per la quale si richiedeva il denaro. Né al momento in cui questo era stato concesso c’erano elementi dai quali poter dedurre che il denaro richiesto sarebbe stato strumental­e ad un investimen­to immobiliar­e nel quale erano confluiti ingenti capitali provento di delitti.

La Suprema corte non è d’accordo, a cominciare dalla possibilit­à di conoscere meglio il cliente. Il mutuo era stato, infatti, concesso nel 2005, mentre era datata 2004 una sentenza del Gup per partecipaz­ione ad associazio­ne mafiosa. Ma anche se così non fosse, la buona fede della banca andrebbe in ogni caso esclusa, per la mancata valutazion­e della incongruit­à dei redditi del beneficiar­io del mutuo ipotecario, insufficie­nti a garantire il rimborso delle somme, anche tenendo conto della fideiussio­ne della moglie dell’affiliato a cosa nostra, anche lei priva di entrate apprezzabi­li. Per i giudici , l’importo eccessivo “prestato” basta a escludere la buona fede della banca.

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