Il Sole 24 Ore

Chi vince e chi perde con le automobili «alla spina»

- Simonluca Pini

Il passaggio radicale all’auto elettrica è ancora lontano ma gli scenari futuri sono sempre più chiari. Gruppi come Volkswagen, Mercedes, Bmw, Toyota, Hyundai, Volvo e l’alleanza Nissan, Renault e Mitsubishi hanno già annunciato di essere pronti al passaggio a zero emissioni. Altri gruppi come Fca hanno svelato, solo sulla carta, parte del loro futuro elettrico ma ad oggi si ritrovano con una gamma molto distante da una mobilità elettrica. Situazione uguale, se non peggiore, per Ford o Psa, più concentrat­i a risollevar­e soluzioni complesse sul fronte delle vendite o riconquist­are quote con Opel. Male invece per i produttori di componenti­stica, impegnati a trovare alternativ­e per non venire emarginati dall’automotive. Nello specifico Volkswagen ha annunciato 27 modelli elettrici entro il 2022 a marchio I.D., Audi 12 novità a zero emissioni entro il 2025 e anche Porsche arriverà con la Taycan elettrica nel 2019. Come con l’attuale gamma, il punto di forza della gruppo di Wolfsburg sarà l’utilizzo di pianali condivisi tra i diversi marchi, a partire dalla piattaform­a Meb (Modularen Elektro baukasten). Molte novità in arrivo anche per Daimler, a partire dalla Smart solo elettrica passando alla EQC fino all’intera gamma a zero emissioni a marchio EQ. Futuro elettrico roseo anche per Volvo, che dopo aver detto addio allo sviluppo di nuovi motori diesel si prepara ad una gamma ibrida ed elettrica a marchio Polestar. In casa Fca il futuro ad elettroni vedrà modelli a zero emissioni nei vari marchi tra cui Jeep e Maserati. Fiat invece per ora non ha mostrato le proprie carte ma vi possiamo anticipare come siano in corso test per una Panda ibrida PlugIn e un Ducato elettrico sia nei piani a breve termine del marchio. Tra i marchi asiatici la Nissan Leaf è l’elettrica più venduta al mondo, Toyota domina nel panorama ibrido e la Hyundai Kona EV assicura già oggi un autonomia all’altezza delle esigenze della maggior parte degli automobili­sti. Tutti vincitori? Non proprio. Marchi come Ford mostrano un forte ritardo sulla corsa all’elettrific­azione, a causa di scarsi investimen­ti se confrontat­i con quelli tedeschi. Non va meglio per Psa, più impegnata a salvare Opel che a creare una gamma elettrica. Tempi ancora più bui in arrivo per i produttori di componenti­stica e il mondo aftermarke­t. Il numero di componenti meccanici su una vettura elettrica è ridotto esponenzia­lmente rispetto ad una termica: addio a tutti i componenti tradiziona­li del motore, niente cambio e ingranaggi, spariscono le candele e i relativi cavi, l’olio motore non serve più e così via. Addio quindi a marchio come ZF, Valeo, Ngk o Magneti Marelli? Ovviamente no ma cambierà la produzione e il core business. Magneti Marelli ad esempio, oltre ad essere leader nei proiettori ad alte prestazion­i, ha acqistato SmartMeUp, azienda francese specializz­ata nello sviluppo di “perception software” per la guida autonoma. Questo cambiament­o si rifletterà anche sulla manutenzio­ne: entro 15 anni la filiera aftermarke­t cambierà radicalmen­te. Infine, last but non least, i vincitori assoluti sono i produttori di batterie come LG Chem, Samsung Sdi o Amperex e i gruppi cinesi che controllan­o l'accesso alle materie prime soprattutt­o in Africa

Parte la rivoluzion­e «a ioni di litio» che impatterà lungo tutta la filiera del comparto automotive

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