WALL STREET A UN PASSO (2%) DAI 3.000 PUNTI “PRO-TRUMP”
Per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sarebbe un successo mediatico il raggiungimento della soglia dei 3.ooo punti di Wall Street (indice azionario S&P 500). Un livello psicologico per gli investitori e “politico” per Trump in vista delle elezioni di metà mandato (midterm) di novembre. Nell’ultima settimana gli investitori sono tornati nel “mood” propensione al rischio. Questo cambiamento di sentiment è legato all’ammorbidimento di Trump sull’aliquota relativa ai nuovi dazi da 200 miliardi sulle merci cinesi (si parte lunedì 24 settembre dal 10% per poi arrivare al 25% solo a gennaio). A cui Pechino ha risposto con pari moderazione (in questa occasione non ha svalutato chirurgicamente lo yuan per compensare l’attacco statunitense).
E questo ha spinto gli indici della Borsa statunitense a toccare nuovi record. Ai livelli di ieri, quando l’S&P 500 scambiava a 2.935 punti, sarebbe “sufficiente” un rialzo del 2% per portare l’indice sulla tanto agognata “soglia Trump”. Bisogna però tener conto che le valutazioni del mercato azionario Usa secondo molti gestori sono care, e più care rispetto al mercato europeo. Mentre da inizio anno la Borsa Usa ha guadagnato il 10% (+16% il tecnologico Nasdaq) l’indice Eurostoxx 50 è ancora in passivo (-2%). Ma gli Usa possono contare sui cambi di umore del presidente. Compresi quelli che piacciono agli investitori.