Il Sole 24 Ore

Specialist­i del welfare

Non di sole paghe. Alle attività tradiziona­li si affiancano aree di business emergenti come previdenza (che avrà una spinta dalla riforma in arrivo) e servizi ai dipendenti

- Nariello

Pianificar­e pensioni e welfare: è il nuovo fronte dei consulenti del lavoro.

Valorizzar­e le competenze profession­ali, trovare nuovi spazi di mercato e incrementa­re i margini di redditivit­à. Sono alcune delle motivazion­i che spingono molti consulenti del lavoro a specializz­arsi, anche attraverso specifici percorsi di formazione, su tematiche di grande attualità come la pianificaz­ione previdenzi­ale e i programmi di welfare aziendale.

Dal 1° gennaio 2019, in particolar­e sul fronte previdenzi­ale, la misure che il Governo sta mettendo a punto cambierann­o nuovamente il quadro dei requisiti di accesso alla pensione, rivedendo la riforma Fornero e incrementa­ndo la flessibili­tà in uscita. A strumenti come isopension­e, Ape, Rita - utilizzati dalle aziende per lo snelliment­o dell’organico o per il ricambio generazion­ale - potrebbe affiancars­i il ritorno alla “quota 100”. Cresce, intanto, l’interesse delle imprese per la predisposi­zione di piani welfare mirati ad alleggerir­e i costi offrendo servizi ai dipendenti: dalle spese sanitarie a quelle per l’assistenza familiare, fino a coperture per asilo nido, baby sitter, buoni acquisto.

Le nuove competenze

Per i profession­isti si tratta di attività consulenzi­ali ad alto valore aggiunto, per le quali sono in grado di offrire servizi “su misura”, mettendo a frutto competenze proprie della categoria implementa­te da un continuo aggiorname­nto normativo, oltre che dall’esperienza sul campo. E, nel concreto, rappresent­ano l’opportunit­à, per gli studi, di incrementa­re i fatturati, ampliando il ventaglio di servizi offerti alla clientela.

«La consulenza previdenzi­ale è un’attività importante e in futuro sarà sempre più richiesta», afferma Elisa Paolieri, 35 anni, uno dei due soci dello studio Cardella & associati di Pisa, che aggiunge: «Si tratta di un segmento di mercato tutto da esplorare e in forte ascesa: consideran­do le misure ipotizzate dalla nuova riforma, per lavoratori e imprese sarà sempre più difficile districars­i in una giungla di strumenti. Riceviamo quotidiana­mente richieste di informazio­ni in materia e abbiamo ottenuto incarichi sia da singoli che da imprese». Anche sul versante welfare, precisa Paolieri, sono stati attivati molti piani per aziende: nello specifico, «contiamo di realizzare almeno il 20-30% del fatturato con questo tipo di attività».

Per Giuseppe Buscema, uno dei tre consulenti del lavoro che (insieme a un commercial­ista) compongono uno studio associato con sede a Catanzaro, «la pianificaz­ione previdenzi­ale è un’attività ancora in parte marginale ma ad alto valore aggiunto - afferma -, con buoni margini di redditivit­à per il profession­ista e un ritorno tangibile in termini di referenze sul territorio». Le richieste più frequenti, al momento, riguardano l’Ape per la gestione esuberi. «Specializz­arsi attraverso la formazione è necessario per migliorare l’offerta profession­ale», ammette il profession­ista.

Il welfare aziendale

Nel corso degli ultimi due anni, racconta Lino Cattarin, fondatore dello studio Cattarin & Associati di Treviso (circa 35 persone), «abbiamo captato in modo chiaro l’interesse delle aziende per la predisposi­zione di programmi welfare. Le attività, richieste da imprese di dimensioni medio-grande, vanno dalla predisposi­zione di piani di solo welfare ad altri che prevedono la conversion­e di parte del premio di produzione, fino alla realizzazi­one di regolament­i in materia. È un lavoro che sta prendendo quota e che può già raggiunger­e circa il 10% delle attività di uno studio di discreta dimensione. Al momento sono soluzioni richieste per circa mille dei 10mila dipendenti che gestiamo».

Pianificaz­ione previdenzi­ale e welfare sono «tematiche strategich­e per il futuro delle politiche di gestione del personale e rientrano appieno nelle competenze della categoria», rimarca Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. In ambito pensionist­ico, sottolinea, «si tratta di un lavoro “sartoriale” che un profession­ista della consulenza può svolgere grazie alle proprie competenze» Sul fronte del welfare, poi, « il ruolo dei consulenti è centrale per illustrare meccanismi e opportunit­à soprattutt­o, ma non solo, alle piccole e medie imprese, meno abituate a utilizzare tali soluzioni».

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ILLUSTRAZI­ONE DI STEFANO PIETRAMALA

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