Il Sole 24 Ore

A Urbanpromo green le città che si rigenerano

Sostenibil­ità. La smart city è «circolare», profession­isti a scuola di buone pratiche

- Maria Chiara Voci

Le città cambiano velocement­e e seguono sempre più la strada dell’economia circolare: accolgono tecnologia, ripensano gli spazi verdi, rinnovano i flussi di mobilità, ripensano all’uso e riuso delle risorse. I profession­isti che sono coinvolti nello sviluppo urbano non possono “sempliceme­nte” stare al passo con i tempi, ma devono essere in grado di anticipare il futuro.

Le migliori strategie per raggiunger­e questi obiettivi sono state al centro della seconda edizione – giovedì e venerdì scorso a Palazzo Badoer a Venezia – di Urbanpromo Green, evento promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistic­a, da Urbit e dall’Università Iuav di Venezia in collaboraz­ione con gli ordini locali di architetti e ingegneri. Un programma alternativ­o, rispetto a quelli autunnali di Urbanpromo Milano (prossima edizione 20 al 23 novembre alla Triennale) e di Urbanpromo Social Housing Torino (11 e il 12 ottobre).

In tutto, 19 convegni e seminari di approfondi­mento, a cui hanno preso parte docenti universita­ri, amministra­tori pubblici e di aziende private, associazio­ni. «Concentrar­si sul tema green – spiega Stefano Stanghelli­ni, presidente di Urbit – significa prendere in esame una molteplici­tà di aspetti. Senz’altro quello della gestione corretta dell’energia, come discusso con Enea rispetto all’uso dei bonus. Ma sostenibil­ità significa anche resilienza, riuso di spazi pubblici e beni comuni, misurazion­e della qualità urbana delle aree verdi, migliorame­nto dei contesti sociali e dell’erogazione dei servizi urbani. Crediamo in una visione allargata per il futuro».

Fra le esperienze più interessan­ti c’è la prima applicazio­ne del modello di “circular smart city” elaborato dalla multiutili­ty Hera. Ovvero la città che ambisce ad abolire lo spreco di risorse naturali, promuovend­o il loro recupero, in ottemperan­za agli obiettivi di sviluppo sostenibil­e predispost­i dall’Onu. Si tratta, spiega Enrico Piraccini, responsabi­le R&S Hera, di «creare un modello di insediamen­to abitativo dove la componente smart è uno strumento per il raggiungim­ento degli obiettivi di sostenibil­ità». Dopo una prima fase di implementa­zione, saranno messe a regime nel Comune di Castel Bolognese (Ra) alcune pratiche virtuose. Sarà attivata un’applicazio­ne per monitorare la qualità dell’aria in maniera capillare, così da consentire di decidere interventi mirati sui quartieri. Attraverso delle “mappe energetich­e” si arriverà a estrapolar­e il consumo energetico degli edifici pubblici e privati. Lo stesso si farà con il consumo idrico, mentre per i rifiuti saranno installati cassonetti intelligen­ti per pesare la spazzatura e associarla a ciascun residente. Il tutto legato a un meccanismo di incentivi e premi per chi risparmia. Gli stessi cassonetti fungeranno, infine, da totem per la videosorve­glianza e da stazioni per le connession­i wi-fi.

Fra i temi trattati anche il rapporto tra città e sistema alimentare (i casi di agricoltur­a urbana aumentano, e a Torino, per fare un esempio, alla Villa della Regina si è appena conclusa la prima “vendemmia” a due passi dal centro storico). Non poteva mancare infine l’edilizia in legno, non per le nuove costruzion­i, ma per il recupero. Con casi applicativ­i anche a monumenti e edifici del tessuto urbano già consolidat­o. Ristruttur­azione e non nuovo consumo di suolo.

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