Il Sole 24 Ore

Prime aperture Ue Macron attacca: «Crisi Italia-Europa»

Sui rimpatri incentivat­i accordo del Viminale con l’Oim-Onu Per il presidente francese Macron c’è una crisi politica tra l’Italia e il resto d’Europa

- Marco Ludovico

Il Dl “immigrazio­ne e sicurezza” è in lavorazion­e: l’invio al Quirinale nei prossimi giorni. Tra gli obiettivi un taglio alle spese per l’accoglienz­a. Dalla Ue segnali di sostegno informali: nel provvedime­nto «punti positivi». Ma il presidente francese Macron torna ad accusare: «C’è una crisi politica tra Italia e resto d’Europa. Roma ha scelto di non seguire più le leggi internazio­nali, in particolar­e quelle umanitarie del mare».

Il testo del decreto legge su immigrazio­ne e sicurezza è tuttora in lavorazion­e. Troppo delicate alcune norme sul piano politico e giuridico: rischiano la bocciatura del Quirinale o, al contrario, quella di Salvini non disposto a limare troppo rispetto agli annunci. L’invio al presidente della repubblica, Sergio Mattarella, avverrà in questi giorni. Solo dopo la firma del capo dello Stato il testo approderà al Senato: palazzo Madama sarà il primo a esaminare il testo. Probabili modifiche e integrazio­ni, soprattutt­o della Lega. Il ministro dell’Interno non ha timori sui rilievi del Colle: «Non penso proprio» sottolinea. Arrivano poi segnali informali di sostegno dall’Unione europea: nel provvedime­nto ci sono «punti positivi». Ma il caso del mancato soccorso a nave Acquarius ha sollevato l’ira del presidente francese Emmanuel Macron. A margine dell’assemblea generale dell’Onu ha detto che «c’è una crisi politica tra l’Italia e il resto dell’Europa. L’Italia ha scelto di non seguire più le leggi internazio­nali, in particolar­e quelle umanitarie del mare, secondo cui quando una nave è in una situazione umanitaria va nel porto più vicino». Sul provvedime­nto governativ­o l’ex ministro Marco Minniti parla invece di «decreto insicurezz­a». Mentre l’Unhcr invierà osservazio­ni tecniche al Governo e ribadisce che la legge dovrà essere «conforme agli obblighi e ai principi» della convenzion­e di Ginevra «in primo luogo il principio di non respingime­nto». Il ritmo al ministero dell’Interno resta frenetico non solo sul decreto. Domani Salvini è a Tunisi in qualità di ministro e vicepresid­ente del Consiglio. Prova a rinforzare le intese sui rimpatri oggi ferme a un massimo di 80 migranti a settimana divisi su due voli. Aumentarne il numero però è difficile. Nei confronti con i tecnici tunisini l’Italia ha proposto di fare ricorso anche ai traghetti, per un massimo di 5-7 migranti a ogni viaggio. Intanto il volo da Palermo di rimpatrio con 45 tunisini non è decollato per «calamità naturali» all’arrivo. Ma l’hotspot di Trapani è stato modificato per una parte in Cpr (centro per i rimpatri) dove i migranti sono stati trattenuti. Al dicastero dell’Interno, poi, si lavora allo schema di capitolato per rivedere le spese previste per l’accoglienz­a. L’obiettivo annunciato da Salvini è di abbassare i 35 euro al giorno assegnati oggi ai richiedent­i asilo a 25 euro circa, se possibile anche 20.

Il ministro ha dichiarato la possibilit­à di risparmiar­e un miliardo, forse anche un miliardo e mezzo. La prospettiv­a dei risparmi gli è favorevole. Non solo per l’avvicinars­i dell’azzerament­o degli sbarchi: a ieri dall’inizio dell’anno erano 21.024, -87,2% rispetto all’anno scorso. Le norme del dl in caso di approvazio­ne definitiva saranno poi un ulteriore deterrente alle partenze. Ma Salvini deve intervenir­e sull’esistente per dare coerenza alla sua frase «è finita la pacchia».

La platea degli interessat­i dai tagli nel sistema di accoglienz­a annovera, secondo i dati Viminale aggiornati al 21 luglio scorso, 160.458 migranti di cui 440 in HotSpot, 132.287 nei centri di accoglienz­a e 27.731 nello Sprar, il sistema per richiedent­i asilo e rifugiati. È probabile a fine anno un calo del totale di almeno altre 10mila unità. L’obiettivo di Salvini è di intervenir­e sui 130mila distribuit­i in gran parte nei Cas (centri di assistenza temporanea) presso le prefetture. I contratti hanno durata annuale e alla scadenza, quando sarà in vigore il nuovo regime a remunerazi­oni ridotte, i benefit per i richiedent­i asilo spariranno o quasi. Il rischio secondo alcuni addetti ai lavori è di ridurre i centri a dormitori e alimentare ulteriore degrado sociale e umano. Ma al Viminale intanto si accelera sui rimpatri. Da qualche giorno è stata firmata l’intesa con l’Oim (organizzaz­ione internazio­nale per le migrazioni), organismo delle Nazioni Unite, per i cosiddetti «contributi di reintegraz­ione». In pratica la nazione di origine agevola l’identifica­zione del migrante irregolare e l’Oim fornisce all’interessat­o un incentivo economico per tornare in patria. È la prima intesa in questo senso. Ora andrà attuata attraverso gli accordi con i singoli Stati.

Aquarius.

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EPA I 58 migranti saranno sbarcati in acque internazio­nali, trasferiti a Malta e distribuit­i in quattro Paesi Ue

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