Pace fiscale, più tempo per rottamare Sul deficit vicina l’intesa per quota 1,9%
Concordato di massa per il passato - Bonus edilizi, proroga triennale
La pace fiscale si incrocia con la rottamazione delle cartelle. E offre più tempo per versare le rate ancora dovute per chi ha già aderito a questa sanatoria. L’intervento sarà contenuto nel decreto legge fiscale collegato alla manovra che sarà varato nei prossimi giorni dal Consiglio dei ministri.
In arrivo anche una disposizione una tantum (sulla falsariga del “vecchio” concordato di massa) per chiudere i conti con il passato prima della riforma genarela degli istituti di definizione e adesione. Questo mentre è allo studio una proroga triennale per tutto il pacchetto degli sconti fiscali collegati ai lavori edilizi.
Sul fronte Nadef, invece, l’ipotesi è di collocare il rapporto deficit Pil a quanto 1,9% e di confermare la diminuzione del debito.
La pace fiscale apre le porte anche alla rottamazione delle cartelle ancora in corso. Mentre sulle accise si avvia un taglio con una perdita di gettito per l’Erario per 250-300 milioni, che equivalgono a una riduzione fino a 3 centesimi al litro per la benzina e fino a un centesimo per il gasolio. Intanto a poche ore dal varo della nota di aggiornamento al Def trova conferme l’ipotesi di un deficit/Pil programmatico nel 2019 all’1,9%, che garantirebbe un abbassamento del peso del debito ma rischierebbe di mancare la correzione anche minima all’indebitamento strutturale chiesta dalle regole Ue (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).
Ma torniamo al fisco. Nel Dl collegato alla manovra il Governo studia la possibilità di concedere più tempo per versare le rate ancora dovute. Allo stesso tempo si cercherà di offrire una seconda chance a chi è decaduto dalle prime edizioni della definizione agevolata varate nella scorsa legislatura. Sulle norme i tecnici sono ancora all’opera per evitare ai contribuenti una pace fiscale a più vie. In modo da includere tutte le fasi del precontenzioso e poi del contenzioso tributario. La ratio di fondo è quella di costruire un sistema a regime incentrato sul contraddittorio e il confronto. Come spiega il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci (Lega), «stiamo trattando tipologia per tipologia per non fare ipotesi di condono ma per lavorare sulla transazione fiscale, sul concordato fiscale, sul concordato con adesione, per dare maggiori poteri agli uffici per chiudere le liti pendenti accertando la posizione patrimoniale del contribuente». Inoltre, conversando con i giornalisti al Senato, Bitonci spiega che «oltre a una norma una tantum» (in stile “vecchio” concordato di massa) l’obiettivo è quello di introdurre «una norma a regime che in qualsiasi momento dia la possibilità al contribuente o all’ufficio di sedersi a tavolino e trovare una soluzione». In questo senso, si lavora al potenziamento di strumenti già esistenti come il ravvedimento e l’accertamento con adesione così da non andare in lite. Dall’altro lato, si punta a una chiusura agevolata delle liti più conveniente rispetto all’ultima edizione. Con uno sconto sulle somme contestate dall’Erario di almeno il 50% per chi ha vinto in primo grado e una riduzione più consistente se si decide di chiudere il contenzioso in appello e in Cassazione. Sul fronte Iva, invece, la pace fiscale si limiterà a causa dei vincoli di natura comunitari a concedere solo la cancellazione di sanzioni e interessi.
Il legame con la rottamazione
La novità delle ultime ore resta comunque il “gancio” tra l’ultima rottamazione delle cartelle ancora in corso e la nuova pace fiscale. A beneficiarne potranno essere tutti quelli che hanno aderito alla definizione agevolata scegliendo di versare in rate le cui rate sono in scadenza dopo il 1° ottobre. Infatti una delle condizioni per ottenere più tempo per pagare è quella di essere in regola con il versamento delle rate già scadute. Ipotizziamo il caso di chi ha aderito alla rottamazione di carichi affidati da gennaio a settembre 2017 e ha scelto di pagare in 5 tranche: entro il 1° ottobre dovrà versare la seconda rata (pari al 20% dell’importo complessivamente dovuto), oltre ad essere già in regola con il primo appuntamento scaduto lo scorso 31 luglio, e potrà vedersi riconoscere dal decreto sulla pace fiscale un nuovo piano di ammortamento per saldare il debito residuo. A pesare sulla decisione finale sarà comunque la compatibilità con i saldi di finanza pubblica.
La stretta sul penale
L’altro lato della pace fiscale, come anticipato dal vicepremier Luigi Di Maio, sarà la stretta sui reati tributari destinata a colpire la grande evasione e le frodi fiscali. Nel mirino potrebbero finire le infedeli e le omesse dichiarazioni, oltre a false fatturazioni e altri meccanismi di evasione fraudolenta.
Indennizzi crisi bancarie
In tempo reale con l’entrata in vigore della conversione del Milleproroghe, la Consob ha diramato le istruzioni e il modulo per consentire a più risparmiatori rimasti coinvolti dalle crisi bancarie di accedere ai ristori erogati dal Fondo ad hoc. Dopo aver ampliato la platea degli interessati, il Governo punta ad ampliare la dote cercando di alzare l’asticella fino a 600 milioni con un fondo di rotazione finanziato annualmente con i conti dormienti.
Mutui prima casa
In manovra si va anche verso una proroga triennale del Fondo garanzia mutui prima casa (attualmente prevista fino a novembre) e un ampliamento della platea per il Fondo di solidarietà per i mutui anche ai lavoratori in cassa integrazione.