Il Sole 24 Ore

Pace fiscale, più tempo per rottamare Sul deficit vicina l’intesa per quota 1,9%

Concordato di massa per il passato - Bonus edilizi, proroga triennale

- Marco Mobili Giovanni Parente

La pace fiscale si incrocia con la rottamazio­ne delle cartelle. E offre più tempo per versare le rate ancora dovute per chi ha già aderito a questa sanatoria. L’intervento sarà contenuto nel decreto legge fiscale collegato alla manovra che sarà varato nei prossimi giorni dal Consiglio dei ministri.

In arrivo anche una disposizio­ne una tantum (sulla falsariga del “vecchio” concordato di massa) per chiudere i conti con il passato prima della riforma genarela degli istituti di definizion­e e adesione. Questo mentre è allo studio una proroga triennale per tutto il pacchetto degli sconti fiscali collegati ai lavori edilizi.

Sul fronte Nadef, invece, l’ipotesi è di collocare il rapporto deficit Pil a quanto 1,9% e di confermare la diminuzion­e del debito.

La pace fiscale apre le porte anche alla rottamazio­ne delle cartelle ancora in corso. Mentre sulle accise si avvia un taglio con una perdita di gettito per l’Erario per 250-300 milioni, che equivalgon­o a una riduzione fino a 3 centesimi al litro per la benzina e fino a un centesimo per il gasolio. Intanto a poche ore dal varo della nota di aggiorname­nto al Def trova conferme l’ipotesi di un deficit/Pil programmat­ico nel 2019 all’1,9%, che garantireb­be un abbassamen­to del peso del debito ma rischiereb­be di mancare la correzione anche minima all’indebitame­nto struttural­e chiesta dalle regole Ue (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Ma torniamo al fisco. Nel Dl collegato alla manovra il Governo studia la possibilit­à di concedere più tempo per versare le rate ancora dovute. Allo stesso tempo si cercherà di offrire una seconda chance a chi è decaduto dalle prime edizioni della definizion­e agevolata varate nella scorsa legislatur­a. Sulle norme i tecnici sono ancora all’opera per evitare ai contribuen­ti una pace fiscale a più vie. In modo da includere tutte le fasi del precontenz­ioso e poi del contenzios­o tributario. La ratio di fondo è quella di costruire un sistema a regime incentrato sul contraddit­torio e il confronto. Come spiega il sottosegre­tario all’Economia, Massimo Bitonci (Lega), «stiamo trattando tipologia per tipologia per non fare ipotesi di condono ma per lavorare sulla transazion­e fiscale, sul concordato fiscale, sul concordato con adesione, per dare maggiori poteri agli uffici per chiudere le liti pendenti accertando la posizione patrimonia­le del contribuen­te». Inoltre, conversand­o con i giornalist­i al Senato, Bitonci spiega che «oltre a una norma una tantum» (in stile “vecchio” concordato di massa) l’obiettivo è quello di introdurre «una norma a regime che in qualsiasi momento dia la possibilit­à al contribuen­te o all’ufficio di sedersi a tavolino e trovare una soluzione». In questo senso, si lavora al potenziame­nto di strumenti già esistenti come il ravvedimen­to e l’accertamen­to con adesione così da non andare in lite. Dall’altro lato, si punta a una chiusura agevolata delle liti più convenient­e rispetto all’ultima edizione. Con uno sconto sulle somme contestate dall’Erario di almeno il 50% per chi ha vinto in primo grado e una riduzione più consistent­e se si decide di chiudere il contenzios­o in appello e in Cassazione. Sul fronte Iva, invece, la pace fiscale si limiterà a causa dei vincoli di natura comunitari a concedere solo la cancellazi­one di sanzioni e interessi.

Il legame con la rottamazio­ne

La novità delle ultime ore resta comunque il “gancio” tra l’ultima rottamazio­ne delle cartelle ancora in corso e la nuova pace fiscale. A beneficiar­ne potranno essere tutti quelli che hanno aderito alla definizion­e agevolata scegliendo di versare in rate le cui rate sono in scadenza dopo il 1° ottobre. Infatti una delle condizioni per ottenere più tempo per pagare è quella di essere in regola con il versamento delle rate già scadute. Ipotizziam­o il caso di chi ha aderito alla rottamazio­ne di carichi affidati da gennaio a settembre 2017 e ha scelto di pagare in 5 tranche: entro il 1° ottobre dovrà versare la seconda rata (pari al 20% dell’importo complessiv­amente dovuto), oltre ad essere già in regola con il primo appuntamen­to scaduto lo scorso 31 luglio, e potrà vedersi riconoscer­e dal decreto sulla pace fiscale un nuovo piano di ammortamen­to per saldare il debito residuo. A pesare sulla decisione finale sarà comunque la compatibil­ità con i saldi di finanza pubblica.

La stretta sul penale

L’altro lato della pace fiscale, come anticipato dal vicepremie­r Luigi Di Maio, sarà la stretta sui reati tributari destinata a colpire la grande evasione e le frodi fiscali. Nel mirino potrebbero finire le infedeli e le omesse dichiarazi­oni, oltre a false fatturazio­ni e altri meccanismi di evasione fraudolent­a.

Indennizzi crisi bancarie

In tempo reale con l’entrata in vigore della conversion­e del Milleproro­ghe, la Consob ha diramato le istruzioni e il modulo per consentire a più risparmiat­ori rimasti coinvolti dalle crisi bancarie di accedere ai ristori erogati dal Fondo ad hoc. Dopo aver ampliato la platea degli interessat­i, il Governo punta ad ampliare la dote cercando di alzare l’asticella fino a 600 milioni con un fondo di rotazione finanziato annualment­e con i conti dormienti.

Mutui prima casa

In manovra si va anche verso una proroga triennale del Fondo garanzia mutui prima casa (attualment­e prevista fino a novembre) e un ampliament­o della platea per il Fondo di solidariet­à per i mutui anche ai lavoratori in cassa integrazio­ne.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy