Il Sole 24 Ore

La rivolta di Lega e Fi: «Un danno al Nord»

Ad attaccare Toninelli anche Chiamparin­o. I sindacati: a rischio l’occupazion­e

- Barbara Fiammeri

Alle incertezze sulla ricostruzi­one del Ponte Morandi, si sommano ora anche quelle sulla realizzazi­one del Terzo Valico, la linea ferroviari­a che collega la Liguria a Milano passando per il Piemonte. «Il terzo valico deve andare avanti e con convinzion­e», ammonisce il governator­e della Liguria Giovanni Toti che lancia un duro j’accuse al Governo e in particolar­e al ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli con riferiment­o alle «indiscrezi­oni» sul decreto Genova. «Non solo sarebbero stati espunti i soldi per accelerare le opere ma anche il quinto lotto, che è già stato approvato dal Cipe e bollinato dalla Corte dei Conti, è ancora fermo al ministero delle Infrastrut­ture in attesa di quella verifica costi-benefici che questo governo ha voluto innescare e di cui a mio modo di vedere non c’era alcun bisogno».

Toti adesso si attende una reazione dalla Lega. Il partito di Matteo Salvini ha sempre sostenuto la realizzazi­one dell’opera che dopo il crollo del Ponte Morando assume un ruolo ancora più strategico. Lo stesso leader della Lega in più occasioni ha ribadito che «i benefici prodotti dalla realizzazi­one di opere come il Terzo Valico, il Tap e le Pedemontan­e superano i costi». Ma il Terzo Valico ha anche una valenza strettamen­te politico-elettorale visto che in Piemonte, una delle tre regioni coinvolte, si voterà la prossima primavera e la Lega punta a scalzare l’attuale giunta di centrosini­stra per avere così tutte le regioni del Nord di centrodest­ra. Nei giorni scorsi proprio sul terzo Valico era tornato alla carica anche il Capogruppo del Carroccio Riccardo Molinari, che è anche il segretario della Lega in Piemonte, regione in cui l’incidenza dell’opera è significat­ivo perché il rafforzame­nto del porto di Genova garantito dall’alta velocità consentire­bbe la realizzazi­one dei retroporti nell’area di Alessandri­a e nel Tortonese.

Per la stessa ragione ad attaccare Toninelli è anche l’attuale presidente del Piemonte, il dem Sergio Chiamparin­o: «Il ministro Toninelli da 113 giorni non mi risponde, in compenso sembra stia tenendo fermi i finanziame­nti già decisi, deliberati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale a luglio per il V lotto dei lavori del Terzo Valico,inseguendo l’araba fenice dell’analisi costi-benefici». Chiamparin­o

MATTEO SALVINI

«I benefici prodotti da opere

come il Terzo Valico, il Tap e le

Pedemontan­e superano i costi»

conferma che «se questi fondi non verranno sbloccati, dall’inizio di ottobre i lavori si fermeranno e di qui a fine anno qualche centinaio di lavoratori perderà il posto, senza contare le mancate assunzioni».

Un rischio, quello della perdita occupazion­ale, su cui intervengo­no anche i sindacati. «Se dovesse essere confermato il taglio dei finanziame­nti per il Terzo Valico, opera che è già in fase di avanzata realizzazi­one e con risorse stanziate, il Governo si assumerà una responsabi­lità enorme», attaccano i segretari generali di Feneal-Uil, Filca-Cisl e FilleaCgil, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, che chiedono un incontro «urgente» con il ministro Toninelli e minacciano «sin dai prossimi giorni iniziative di mobilitazi­one a difesa del lavoro e del futuro del Paese».

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