«Ritardi preoccupanti, industriali pronti a scendere in piazza»
INTERVISTA Giovanni Mondini. Per il Presidente di Confindustria Genova è urgente dare risposte al cittadini e imprese
Il quadro confuso fa temere che i tempi di ricostruzione del viadotto che sostituirà Ponte Morandi possano essere ben più lunghi di quelli prospettati finora. E i tempi, ricorda Giovanni Mondini, presidente degli industriali genovesi a Effetto Giorno su Radio24, «sono determinanti». Per questo prospetta l’ipotesi di una manifestazione degli imprenditori.
Il decreto fatica a vedersi e il quadro regolatorio è poco chiaro. In città serpeggia qualche preoccupazione che immagino condividiate.
Più che serpeggia, c’era già da tempo e col tempo si sta trasformando in qualcosa in più di una preoccupazione. Possiamo dire che siamo quantomeno seriamente preoccupati.
Lei ha detto che gli imprenditori sono pronti a scendere in piazza
Lo confermo, ma è più che altro quello che ho riscontrato da tutti i nostri associati. La posizione è emersa una decina di giorni fa nel nostro consiglio generale, quando tutti hanno detto: monitoriamo ancora i tempi, vediamo cosa succede. Direi che da allora, da quando circolavano le prime bozze del decreto, si ha ancora meno visibilità su quella che sarà la tempistica. Dovrò tener fede a quello che era stato chiesto da tutti gli imprenditori genovesi, che era anche di scendere in piazza, ovviamente in maniera molto tranquilla, per manifestare il proprio dissenso e ricordando ancora una volta che il tempo è un fattore determinante.
Quello che paventate è una catena di ricorsi e controricorsi che finisca per bloccare la ricostruzione.
Il problema è proprio quello. Capisco che la situazione non sia semplicissima. O meglio, sarebbe stata semplicissima perché il concessionario Autostrade per legge avrebbe dovuto provvedere a ripristinare la situazione precedente. Anzi, io avrei preteso che fossero già cominciate, compatibilmente con i tempi della sicurezza e della procura, le opere di demolizione. Nulla avrebbe dovuto impedire questo. Capisco che siano nati certi tipi di discorsi, ma è importante che questi discorsi non tengano in sospeso la decisione sull’operazione di demolizione e ricostruzione del ponte. Per assurdo dico che se deve esserci revoca della concessione e si vuole trovare un altro strumento giuridico che consenta a qualcuno di demolire e costruire velocemente, trovatelo subito, altrimenti qua non si capisce dove andiamo a finire.
Insomma, si decida quello che si vuole sulla sorte della concessione, basta che questo ponte torni ad attraversare la città…
Io sono uno pragmatico e sappiamo che dietro c’è uno scenario regolatorio non semplice, ma questo non vuol dire che non si può decidere. Come ho detto prima Autostrade avrebbe già dovuto iniziare le opere di demolizione. Non si capisce come ci si deve muovere per la demolizione e ricostruzione. E la città attende.