Il Sole 24 Ore

Borsa in rialzo, spread in calo Dai mercati fiducia alla manovra

Aspettando le cifre ufficiali tra gli operartori c’è l’idea di un deficit all’1,9%

- Vito Lops

Con un balzo dell’1,4% Piazza Affari archivia la migliore seduta in Europa. I comparti bancario (+2,3%) ed energetico (+2,2% trascinato dal petrolio a 82 dollari) hanno brillato in una giornata in cui gli investitor­i tornano a puntare con decisione sul buon esito della manovra di bilancio. Questo buon umore ha spinto gli acquisti sui titoli di Stato con il rendimento del decennale italiano sceso dal 2,95% al 2,9%. Lo spread con il Bund tedesco (il cui tasso nel frattempo è salito allo 0,54% portandosi sui massimi da 4 mesi) si è ridimensio­nato di 7 punti base a quota 236.

Per i mercati “buon” vuol dire un deficit/Pil non superiore al 2%, come quello indicato nella Nota di aggiorname­nto al Def, secondo le indiscrezi­oni anticipate ieri da Radiocor. Insomma, con il balzo di ieri (che porta a +5% il recupero di Piazza Affari nell’ultimo mese) anche gli operatori credono meno che passi la linea del vicepremie­r Luigi Di Maio, intenziona­to a spingere il deficit/Pil per il 2019 oltre il 2%.

La partita per l’Italia in Europa e per i mercati finanziari si gioca a questo punto sui decimali. Secondo molti analisti nel caso passasse nella versione definitiva la linea Tria (e quindi deficit non oltre l’1,6%) ci sarebbe spazio per un ulteriore rally dei titoli obbligazio­nari italiani. Va detto che nell’ultimo mese le dichiarazi­oni più distese dei politici hanno già contribuit­o ad attenuare le tensioni. A fine agosto lo spread BTpBund ha sfiorato i 300 punti (292) e il tasso del decennale è balzato al 3,44%. Ora siamo circa 60 punti base sotto, e questo perché i mercati non scontano più uno sforamento del 3% (scenario temuto a inizio agosto quando Salvini aveva dichiarato «il 3% non è la Bibbia»).

Del resto il tempo dei dubbi è quasi esaurito. Domani il governo dovrà aggiornare il Def (Documento di economia e finanza) svelando così la quota di deficit spending che, a fine novembre, dovrà poi essere approvata dalla Commission­e europea. Intanto nel dubbio il Tesoro ha deciso di procedere con cautela annunciand­o che per l’asta di domani di BTp una forchetta molto bassa: 3-4 miliardi.

á@vitolops

Domani la Nadef Il Mef (nella foto il ministro Giovanni Tria) dovrà aggiornare il Documento di economia e finanza svelando così la quota di deficit spending che dovrà essere approvata dalla Commission­e Ue

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