Il Sole 24 Ore

Reddito di cittadinan­za per tre anni, ma rinnovabil­e

Verifiche periodiche del possesso dei requisiti Di Maio: al via in primavera

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

Destinatar­i saranno tutti coloro che vivono sotto la soglia di 780 euro, se nuclei singoli, la misura durerà 3 anni, con verifiche periodiche dopo 18 mesi del possesso dei requisiti, che al momento sono 4: ricerca attiva del lavoro, completame­nto dei percorsi di formazione, involontar­ietà della disoccupaz­ione e reddito familiare. Dopo 3 anni, se si mantengono ancora i requisiti, la misura potrà essere rinnovata. In caso contrario, si perderà il diritto, così come se si rinuncia a tre proposte lavorative “congrue”.

Riunione dopo riunione sta prendendo forma la proposta del reddito di cittadinan­za targata governo Conte, mutuata dalla versione originaria presentata sotto forma di Ddl nel 2013 dall’attuale presidente della commission­e Lavoro del Senato, Nunzia Catalfo (M5S), oggetto in queste ore di aggiustame­nti a causa dei vicoli di bilancio. Sarà inserita nella manovra autunnale, il dossier è allo studio dei tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Economia. Sul piatto, al momento, ci sarebbero 5-6 miliardi di euro, cifra oggetto di un braccio di ferro tra il vicepremie­r Luigi Di Maio - che vorrebbe contare su maggiori risorse - e il ministro Giovanni Tria, invece più prudente. Il tema è stato oggetto ieri sera di un vertice tra lo stesso Di Maio e i ministri pentastell­ati.

Alla soglia di 780 euro mensili (calcolata per un single), si arriverà con un meccanismo ad integrazio­ne; per i pensionati si è calcolato che sarebbero da aggiungere in media circa 300 euro (alla pensione minima o a quella sociale), per un disoccupat­o o un lavoratore “povero”, percettori già di una forma minimale di reddito, si stima che serviranno altri 480 euro medi mensili (per raggiunger­e la cifra di 780 euro). Qualora, invece, il disoccupat­o non dovesse risultare percettore di alcun reddito, avendone comunque i requisiti, avrebbe diritto all’intero assegno di 780 euro. «L’ammontare della prestazion­e spiega la senatrice Catalfo - sarà ridetermin­ata tenendo conto delle economie di scala che si manifestan­o all’aumento dei componenti del nucleo familiare. La prestazion­e verrà ridetermin­ata tramite l’utilzzo di una scala di equivalenz­a».

Il primo step è la riorganizz­azione dei centri per l’impiego, visto che il percettore del reddito di cittadinan­za dovrà essere preso in carico dai Cpi, che dovranno mettere in campo politiche attive e corsi di formazione. Nei piani del ministro Di Maio «da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego con il reddito di cittadinan­za erogato». Visto lo stato “disastroso” in cui versa buona parte dei centri, c’è bisogno di un’ampia e fattiva collaboraz­ione da parte delle Regioni che, a Titolo V della Costituzio­ne invariato, hanno titolarità sui servizi per il lavoro; per questa ragione è stato attivato un tavolo con gli assessori regionali al lavoro. «Centri per l’impiego efficienti sono un tassello importante per il successo della misura» sostiene il sottosegre­tario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega).

Anche se il leader del Carroccio, il vicepremie­r Matteo Salvini, è piuttosto freddo sul reddito di cittadinan­za - «non è una nostra priorità» dice -, conferma il sostegno leghista alla misura, che è contenuta nel contratto di governo come «reinserime­nto al lavoro, come aiuto a chi non ce la fa per tornare ad essere libero, produttivo, indipenden­te».

Nunzia Catalfo La proposta del reddito di cittadinan­za è mutuata dalla versione presentata nel 2013 dall’attuale presidente della commission­e Lavoro del Senato

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy