Reddito di cittadinanza per tre anni, ma rinnovabile
Verifiche periodiche del possesso dei requisiti Di Maio: al via in primavera
Destinatari saranno tutti coloro che vivono sotto la soglia di 780 euro, se nuclei singoli, la misura durerà 3 anni, con verifiche periodiche dopo 18 mesi del possesso dei requisiti, che al momento sono 4: ricerca attiva del lavoro, completamento dei percorsi di formazione, involontarietà della disoccupazione e reddito familiare. Dopo 3 anni, se si mantengono ancora i requisiti, la misura potrà essere rinnovata. In caso contrario, si perderà il diritto, così come se si rinuncia a tre proposte lavorative “congrue”.
Riunione dopo riunione sta prendendo forma la proposta del reddito di cittadinanza targata governo Conte, mutuata dalla versione originaria presentata sotto forma di Ddl nel 2013 dall’attuale presidente della commissione Lavoro del Senato, Nunzia Catalfo (M5S), oggetto in queste ore di aggiustamenti a causa dei vicoli di bilancio. Sarà inserita nella manovra autunnale, il dossier è allo studio dei tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Economia. Sul piatto, al momento, ci sarebbero 5-6 miliardi di euro, cifra oggetto di un braccio di ferro tra il vicepremier Luigi Di Maio - che vorrebbe contare su maggiori risorse - e il ministro Giovanni Tria, invece più prudente. Il tema è stato oggetto ieri sera di un vertice tra lo stesso Di Maio e i ministri pentastellati.
Alla soglia di 780 euro mensili (calcolata per un single), si arriverà con un meccanismo ad integrazione; per i pensionati si è calcolato che sarebbero da aggiungere in media circa 300 euro (alla pensione minima o a quella sociale), per un disoccupato o un lavoratore “povero”, percettori già di una forma minimale di reddito, si stima che serviranno altri 480 euro medi mensili (per raggiungere la cifra di 780 euro). Qualora, invece, il disoccupato non dovesse risultare percettore di alcun reddito, avendone comunque i requisiti, avrebbe diritto all’intero assegno di 780 euro. «L’ammontare della prestazione spiega la senatrice Catalfo - sarà rideterminata tenendo conto delle economie di scala che si manifestano all’aumento dei componenti del nucleo familiare. La prestazione verrà rideterminata tramite l’utilzzo di una scala di equivalenza».
Il primo step è la riorganizzazione dei centri per l’impiego, visto che il percettore del reddito di cittadinanza dovrà essere preso in carico dai Cpi, che dovranno mettere in campo politiche attive e corsi di formazione. Nei piani del ministro Di Maio «da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego con il reddito di cittadinanza erogato». Visto lo stato “disastroso” in cui versa buona parte dei centri, c’è bisogno di un’ampia e fattiva collaborazione da parte delle Regioni che, a Titolo V della Costituzione invariato, hanno titolarità sui servizi per il lavoro; per questa ragione è stato attivato un tavolo con gli assessori regionali al lavoro. «Centri per l’impiego efficienti sono un tassello importante per il successo della misura» sostiene il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega).
Anche se il leader del Carroccio, il vicepremier Matteo Salvini, è piuttosto freddo sul reddito di cittadinanza - «non è una nostra priorità» dice -, conferma il sostegno leghista alla misura, che è contenuta nel contratto di governo come «reinserimento al lavoro, come aiuto a chi non ce la fa per tornare ad essere libero, produttivo, indipendente».
Nunzia Catalfo La proposta del reddito di cittadinanza è mutuata dalla versione presentata nel 2013 dall’attuale presidente della commissione Lavoro del Senato