E Trump se la prende con l’Opec: «Ci sta derubando»
«Gli Stati Uniti non accettano l’ideologia del mondialismo noi siamo per il patriottismo». Donald Trump ieri all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunita per la sua 73esima assise, davanti a 141 capi di Stato e di governo, ha pronunciato un discorso dai toni muscolari. Con parole forti, tanto più forti perché pronunciate nella casa del multilateralismo e della diplomazia: «Noi non rinunceremo mai alla nostra sovranità per una burocrazia internazionale non eletta». Il presidente americano ha esordito ricordando i successi della sua amministrazione: «Un anno fa quando presi la parola in questa sala avevo parlato delle minacce alla pace. Ora torno per parlarvi dei progressi straordinari. Gli Stati Uniti con la mia amministrazione hanno fatto passi avanti più di ogni amministrazione precedente di questo Paese», ha detto. Nella sala si è levato un brusio generale che lo ha costretto a interrompere il discorso. «È vero! Non mi aspettavo questa reazione». «La ricchezza americana - ha ripreso il presidente è aumentata di 2mila miliardi, la Borsa è ai livelli più alti di sempre, la disoccupazione è ai valori più bassi da 15 anni. Risultati mai registrati prima». Trump ha ricordato la sua riforma fiscale che ha ridotto le imposte societarie al 21%, il taglio delle tasse «più elevato della storia», così come ha rivendicato i miglioramenti sul fronte della sicurezza e del controllo delle frontiere. «Gli Stati Uniti oggi sono più forti, più sicuri e più ricchi di quando ho cominciato due anni fa».
Il presidente della prima potenza mondiale ha poi accusato apertamente la dirigenza dell’Iran di politiche di «aggressione e di espansione nell’area». Per questo, ha ricordato, gli Stati Uniti sono usciti dall’accordo sul nucleare del 2015. «Un accordo che ha permesso all’Iran di riarmarsi e di finanziare il terrorismo». Trump ha confermato le sanzioni economiche contro Teheran in vigore dal 5 novembre. «Ce ne saranno altre dopo», ha detto. Con un appello alla comunità internazionale: «Chiediamo a tutti i Paesi di isolare l’Iran». Ha attaccato anche l’Opec, colpevole a suo dire di spingere in alto i prezzi petroliferi con politiche di cartello: «Le nazioni Opec stanno derubando il resto del mondo e questo non mi piace».
In ultimo, Trump ha affrontato il tema della nuova guerra fredda sul commercio: «Noi pensiamo che il commercio internazionale debba essere giusto e basato su condizioni di reciprocità. Non possiamo accettare Paesi che usano il dumping per sostenere i loro settori industriali e le loro valute». Gli Usa hanno deciso per questo motivo di rinegoziare tutte le intese: «L’accordo con il Messico è stato il primo. Abbiamo appena firmato quello con la Corea del Sud. Ne seguiranno altri.
Crediamo che il sistema mondiale necessiti di nuovi princìpi sul commercio», ha concluso. Ricordando che gli Stati Uniti, da quando la Cina è entrata nella Wto, hanno perso tre milioni di posti di lavoro, con 6mila fabbriche che hanno chiuso o delocalizzato. «Non tollereremo più questi abusi. È finita. Noi siamo le vittime. L’America non si scuserà mai perché difende i suoi cittadini».