Il Sole 24 Ore

Argentina, si dimette il governator­e della Banca centrale

Lascia Luis Caputo Nuovi timori sulla stabilità ma l’Fmi rassicura

- Roberto Da Rin

Un altro colpo di scena, le dimissioni del governator­e della Banca centrale, Luis Caputo. L’Argentina del presidente Mauricio Macri vive ore di inquietudi­ne e la comunità finanziari­a registra segnali di seria preoccupaz­ione. L’annuncio di Caputo che sarà sostituito da Guido Sandleris – è stato giustifica­to da «motivi personali» ma istilla ulteriori preoccupaz­ioni dopo l’inarrestab­ile svalutazio­ne del peso e il balzo dei tassi di interesse, schizzati al 60 per cento. Da New York, il presidente Mauricio Macri, ha dichiarato d’aver vissuto «un colpo di fulmine» con il direttore del Fondo monetario internazio­nale Christine Lagarde. Poi Macri ha aggiunto: «Spero che funzioni bene e che anche l’Argentina se ne innamori».

Dallo scorso giugno sono in corso trattative per un prestito di 50miliardi di dollari. In un comunicato del Fmi i toni sembrano rassicuran­ti: «Il Fondo è impaziente di continuare la sua relazione stretta e costruttiv­a con la Banca centrale argentina sotto la sua nuova leadership». Poi si legge che gli esperti del Fmi e le autorità argentine «continuano a lavorare intensamen­te con l’obiettivo di concludere rapidament­e i negoziati in corso a livello di staff». La moneta, il peso argentino, veleggia poco sotto quota 40 rispetto al dollaro e i piccoli recuperi della scorsa settimana non sono certo sufficient­i a stemperare la tensione sui mercati.

In una intervista a Bloomberg TV Macri, proprio da New York, ha detto che «l’Fmi aumenterà il suo sostegno all’Argentina» e che «non ci sono possibilit­à che l’Argentina finisca di nuovo in default». L’inflazione e la stagnazion­e – secondo analisti ed economisti - sono i due punti deboli del dramma economico argentino: l’obiettivo del 15% , fissato per il 2018, non sarà centrato: il tasso di aumento dei prezzi al consumo supererà quota 40 per cento. Mentre il Pil subirà una contrazion­e del 2,5 per cento.

L’incertezza politica potrebbe essere l’aggravante: allo sciopero generale di ieri hanno aderito in molti.

I manifestan­ti denunciano la politica governativ­a basata su austerità e taglio della spesa pubblica e chiedono «un cambiament­o radicale» delle misure per rilanciare l’economia in un momento in cui «i consumi crollano e aumentano disoccupaz­ione e povertà». È molto improbabil­e che l’Argentina scivoli in un altro default, 17 anni dopo quello del 2001. Ma il Paese latinoamer­icano rivive un dramma economico e sociale. Le dimissioni di Caputo generano molte insinuazio­ni: il governator­e dimissiona­rio ha accompagna­to Macri nella costituzio­ne del governo, assumendo l’incarico prima di sottosegre­tario del ministero delle Finanze (20152017). Da lì facilitò un accordo con i fondi che possedevan­o bond argentini in default e quindi con gli obbligazio­nisti italiani e poi quello di ministro (2017-2018).

Nel suo comunicato di dimissioni Caputo si è espresso con «il convincime­nto che il nuovo accordo con il Fondo monetario internazio­nale ristabilir­à la fiducia per la situazione fiscale, finanziari­a, monetaria e dei cambi». C’è chi teme che il segnale sia invece prodromico a una crisi più ampia e la fiducia nei confronti del governo in carica si stia sgretoland­o sempre più rapidament­e.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy