Il Sole 24 Ore

Pianura Padana, da lunedì stop a 1,1 milioni di diesel

Lombardia, Piemonte e Veneto fermano gli Euro 3, l’Emilia-Romagna gli Euro 4 In un solo giorno il numero di veicoli soggetti a fermo passa da 1,7 a 2,8 milioni

- Maurizio Caprino

Lunedì sarà una di quelle poche giornate in cui l’inquinamen­to dell’aria entrerà davvero nella vita quotidiana delle persone. Almeno al Nord: entreranno in vigore nuove limitazion­i permanenti del traffico, più ampie rispetto a quelle dello scorso inverno. Secondo stime necessaria­mente approssima­tive elaborate dal Sole-24 Ore su dati Unrae, riguardera­nno 1,1 milioni di esemplari che prima non erano toccati.

Quest’anno in Piemonte, Lombardia e Veneto il bando colpirà anche le vetture Euro 3 a gasolio; parliamo di auto immatricol­ate grossomodo tra il 2001 e il 2005. In Emilia-Romagna, la lotta contro il diesel estende lo stop ai veicolo Euro 4, standard antinquina­mento che è stato in vigore dal 2006 a tutto il 2010.

Queste indicazion­i temporali sono solo indicative e possono trarre in inganno: non pochi modelli rispettava­no in anticipo anche di anni lo standard successivo a quello che era in vigore al momento della loro immatricol­azione, qualche altro esemplare è stato invece targato in deroga dopo la scadenza ordinaria. Quello che fa fede è la classe Euro indicata sulla carta di circolazio­ne; quanto alle auto più vecchie, per le quali la classe non è riportata esplicitam­ente, occorre “tradurre” il numero di direttiva che si legge sul documento.

Uno schema analogo riguarda anche gli autocarri (sia leggeri sia pesanti), ma con un’articolazi­one a volte più complessa.

I nuovi blocchi sono la seconda tappa del percorso delineato a giugno dall’accordo di programma sulla qualità dell’aria nel bacino padano, firmato dalle quattro Regioni del Nord. L’accordo fissa un percorso solo per le diesel. Le prossime tappe prevedono il blocco delle Euro 4 (a prescinder­e dal fatto di essere dotati o no di filtro antipartic­olato, che invece prima era discrimina­nte) entro il 2020 e delle Euro 5 (immatricol­ate teoricamen­te tra il 2011 e l’agosto 2015) entro il 2025.

Nulla è stato ancora stabilito sull’Euro 6, classe attualment­e in vigore. Anche perché in realtà non è un gruppo omogeneo: da un lato ci sono le Euro 6A, B e C (quest’ultimo standard è quello “obbligator­io” in vigore dal primo settembre scorso), dall’altro le future (ma qualcuna è già in commercio) Euro 6 D-temp ed Euro 6D, che rispondono almeno parzialmen­te al giro di vite deciso dalla Ue dopo il dieselgate e quindi potrebbero essere lasciate circolare liberament­e ben più a lungo delle altre.

Potranno comunque sempre circolare alcune categorie (per esempio, i disabili, i medici e i mezzi pubblici), stabilite di volta in volta dai Comuni, che restano gli enti cui spetta emettere le ordinanze di divieto con le disposizio­ni da rispettare concretame­nte sul loro territorio.

L’accordo tra le Regioni fissa solo una cornice, derogabile da ogni singolo Comune. Che comprende anche i periodi e gli orari in cui vige il blocco: dal primo ottobre al 31 marzo di ogni anno, nei giorni da lunedì a venerdì, dalle 8,30 alle 18,30.

Da questo si può capire che, almeno teoricamen­te, i divieti non costringon­o i proprietar­i a disfarsi delle proprie vetture, potendo circolare per tutto il tempo restante. Ci sono però eccezioni per i veicoli (anche moto) Euro zero, cioè quelli più inquinanti (normalment­e sono quelli senza marmitta catalitica).

L’accordo prevede anche incentivi locali alla sostituzio­ne del parco circolante e una rimodulazi­one delle tariffe del bollo auto. Mentre gli incentivi sono stati perlopiù avviati, per il bollo è tutto fermo perché occorre un accordo con lo Stato. Le tariffe attuali sono anch’esse proporzion­ali alle emissioni inquinanti, ma le tabelle risalgono al 2006, quando le Euro 4 erano lo standard migliore; quindi c’è il paradosso che, ai fini tariffari, queste auto sono considerat­e “pulite”, mentre invece cominciano a essere colpite massicciam­ente dai blocchi antinquina­mento.

In ogni caso, è l’intero sistema dei blocchi per classe Euro che ha aspetti paradossal­i, pur essendo oggettivam­ente l’unico applicabil­e nella pratica. Il dieselgate ha insegnato che le classi finora sono state attribuite sulla base di test di laboratori­o irrealisti­ci, mentre le misurazion­i su strada forniscono ben altri risultati. E si arriva ad avere auto classifica­te peggio ma in realtà meno “sporche” di altre classifica­te meglio. Poi va pure considerat­o che sulle emissioni di ogni singolo esemplare influisce molto il suo stato di manutenzio­ne, su cui non ci sono controlli stringenti. Anche per questo il sistema è contestato anche giudizialm­ente: per esempio, l’associazio­ne Cittadini per l’Aria ha impugnato al Tar il Piano regionale della Lombardia.

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KRISZTIAN BOCSI/BLOOMBERG Provvedime­nti antismog. Dalla prossima settimana nuove limitazion­i permanenti al traffico, più ampie rispetto all’inverno scorso

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