Il Sole 24 Ore

Margini crollati, in arrivo concentraz­ioni tra operatori

Competizio­ne nel fisso, guerra dei prezzi nel mobile e asta 5G muovono il mercato

- Andrea Biondi

E ora come se ne esce? All’interno delle compagnie telefonich­e, ma anche fra gli analisti, ci si interroga sulla via d’uscita rispetto a una situazione definita «disastrosa» per come la si valuta dal punto di vista della industry.

Il problema sottolinea­to da operatori e analisti sta nel contesto in cui si sta svolgendo l’asta. Sia nel presente sia in prospettiv­a. Nel primo caso basta anche solo guardare l’andamento dei ricavi da servizi nel comparto mobile, dove l’ingresso di Iliad ha scompagina­to non poco. Per questa voce – che misura l’attività “caratteris­tica” – nel solo secondo trimestre sono stati totalizzat­i poco più di 3 miliardi di ricavi per Tim, Vodafone e Wind Tre, contro i 3,135 miliardi di fine marzo: -9,5% annuo per i 974 milioni di Vodafone; -9,8% per i 940 milioni di Wind Tre; -0,2% per Tim a 1,142 miliardi (dopo il +3,7% del primo trimestre). Tutto questo con una Iliad partita a fine maggio. Sarà quindi interessan­te vedere i dati a fine settembre su cui certamente peseranno le offerte aggressive dei mesi estivi per strapparsi clienti. Senza contare che la campagna di Natale è a un tiro di schioppo. Cosa succederà con Iliad in campo?

Se questa è la situazione nel mobile, anche nel fisso il quadro promette di diventare sempre più effervesce­nte. Basti solo pensare all’arrivo di Sky (a metà del 2019) come fornitore di connettivi­tà in virtù dell’accordo con Open Fiber. In aggiunta, l’implementa­zione della rete della controllat­a Enel-Cdp permetterà a Vodafone e Wind Tre, per esempio, di spingere sul versante dell’offerta.

L’idea che il quadro per gli operatori possa non essere sostenibil­e se così spezzettat­o, a taccuini chiusi si fa dunque sempre più strada. È vero che la grande unione fra Wind e 3 Italia c’è stata. Ma finirà lì? Anche soffermand­osi su Wind Tre non è passato inosservat­o il fatto che la jv fra Veon e Ck Hutchison si sia ora trasformat­a in un 100% dei cinesi. Sul mercato c’è poi chi si spinge a immaginare le possibili sinergie fra Fastweb e Iliad (si veda Il Sole 24 Ore del 27 settembre). Di certo i trend iniziano a porre interrogat­ivi: guerra dei prezzi nel mobile; panorama più competitiv­o nel fisso e, ciliegina sulla torta, l’asta 5G. Un’analisi di Blooomberg Intelligen­ce ha segnalato quanto peggiori l’indebitame­nto netto delle telco rispetto all’Ebitda. Dopo l’11esima giornata di asta (quindi senza i risultati di ieri) Tim passava da 2,9 a 3,2; Vodafone da 2,1 a 2,2; Wind Tre da 4,5 a 5,2; Iliad da 1,8 a 2,2.

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