Margini crollati, in arrivo concentrazioni tra operatori
Competizione nel fisso, guerra dei prezzi nel mobile e asta 5G muovono il mercato
E ora come se ne esce? All’interno delle compagnie telefoniche, ma anche fra gli analisti, ci si interroga sulla via d’uscita rispetto a una situazione definita «disastrosa» per come la si valuta dal punto di vista della industry.
Il problema sottolineato da operatori e analisti sta nel contesto in cui si sta svolgendo l’asta. Sia nel presente sia in prospettiva. Nel primo caso basta anche solo guardare l’andamento dei ricavi da servizi nel comparto mobile, dove l’ingresso di Iliad ha scompaginato non poco. Per questa voce – che misura l’attività “caratteristica” – nel solo secondo trimestre sono stati totalizzati poco più di 3 miliardi di ricavi per Tim, Vodafone e Wind Tre, contro i 3,135 miliardi di fine marzo: -9,5% annuo per i 974 milioni di Vodafone; -9,8% per i 940 milioni di Wind Tre; -0,2% per Tim a 1,142 miliardi (dopo il +3,7% del primo trimestre). Tutto questo con una Iliad partita a fine maggio. Sarà quindi interessante vedere i dati a fine settembre su cui certamente peseranno le offerte aggressive dei mesi estivi per strapparsi clienti. Senza contare che la campagna di Natale è a un tiro di schioppo. Cosa succederà con Iliad in campo?
Se questa è la situazione nel mobile, anche nel fisso il quadro promette di diventare sempre più effervescente. Basti solo pensare all’arrivo di Sky (a metà del 2019) come fornitore di connettività in virtù dell’accordo con Open Fiber. In aggiunta, l’implementazione della rete della controllata Enel-Cdp permetterà a Vodafone e Wind Tre, per esempio, di spingere sul versante dell’offerta.
L’idea che il quadro per gli operatori possa non essere sostenibile se così spezzettato, a taccuini chiusi si fa dunque sempre più strada. È vero che la grande unione fra Wind e 3 Italia c’è stata. Ma finirà lì? Anche soffermandosi su Wind Tre non è passato inosservato il fatto che la jv fra Veon e Ck Hutchison si sia ora trasformata in un 100% dei cinesi. Sul mercato c’è poi chi si spinge a immaginare le possibili sinergie fra Fastweb e Iliad (si veda Il Sole 24 Ore del 27 settembre). Di certo i trend iniziano a porre interrogativi: guerra dei prezzi nel mobile; panorama più competitivo nel fisso e, ciliegina sulla torta, l’asta 5G. Un’analisi di Blooomberg Intelligence ha segnalato quanto peggiori l’indebitamento netto delle telco rispetto all’Ebitda. Dopo l’11esima giornata di asta (quindi senza i risultati di ieri) Tim passava da 2,9 a 3,2; Vodafone da 2,1 a 2,2; Wind Tre da 4,5 a 5,2; Iliad da 1,8 a 2,2.