Il Sole 24 Ore

In pensione a «quota 100» solo con 62 anni di età e 38 di contributi

Allo studio anche l’adeguament­o dell’aspettativ­a di vita congelato nel 2019 per le uscite anticipate e la proroga per l’«opzione donna». Il costo dell’intero pacchetto: 8 miliardi l’anno prossimo, 9 il successivo

- Davide Colombo Marco Rogari

Una pensione di anzianità a quota 100 con un doppio vincolo: 62 anni di età anagrafica e 38 di contribuzi­one. Sarebbe quella che dovrebbe scattare nel 2019 sulla base dell’ultima ipotesi alla quale starebbero lavorando i tecnici del Governo dopo il varo della Nota di aggiorname­nto al Def (Nadef) con cui è stata posizionat­a l’asticella dell’indebitame­nto (2,4% l’anno per i prossimi tre anni, pari a 14,4 miliardi in più rispetto alla soglia dell’1,6%). Allo studio c’è anche il congelamen­to per le uscite anticipate dell’adeguament­o di 5 mesi già previsto a partire da gennaio in virtù dell’aumento della speranza di vita.

Sembra dunque svanita l’opzione dei 36 anni di contribuzi­one con 64 anni di età. Con lo “schema” attualment­e all’esame degli esperti dell’esecutivo nel 2019 quota 100 sarebbe utilizzabi­le soltanto dai lavoratori in possesso di 62 anni di età e 38 anni di versamenti. Con un’età anagrafica più elevata la “quota” salirebbe per effetto della soglia dei 38 anni di contribuzi­one: 101 con 63 anni, 102 con 64 anni fino ad arrivare a quota 107 per chi dovesse compiere 66 anni ed avere effettuato 41 anni di versamenti.

L’accesso alla pensione prima dei 62 anni sarebbe garantito ai lavoratori precoci con 41 anni di contribuzi­one e a chi ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) utilizzand­o lo stop all’aumento dell’aspettativ­a di vita per la pensione anticipata previsto nel 2019. In ogni caso non verrebbe bloccato l’adegumanto automatico all’aspettativ­a per le pensioni di vecchiaia. Spesa pubblica per pensioni in rapporto al Pil sotto differenti ipotesi normative (scenario Epc-Wga 2018).

LE «QUOTE» SUPERIORI

Il costo complessiv­o dell’operazione sarebbe di circa 8 miliardi il prossimo anno per poi salire a 9 miliardi l’anno successivo. Da sciogliere il nodo dei paletti da introdurre per limitare a non più di 420mila i nuovi pensioname­nti. Oltre ai due limiti anagrafici e contributi­vi si partirebbe dal vincolo di almeno 2 o 3 anni di contribuzi­one figurativa. Avrebbe invece perso quota con il trascorrer­e dei giorni l’idea di penalizzar­e i trattament­i dell’1,5% per ogni anno di anticipo fino a un massimo di 5 anni (i tecnici avevano addirittur­a proposto un penalty del 3,8% subito bloccato dalla Lega).

Persone vicine al dossier starebbero anche valutando un divieto di cumulo fino al compimento dei 67 anni, come oggi previsto per i gravosi e gli usuranti, un modo in più per tentare di centrare l’obiettivo di «liberare il mercato del lavoro e far posto ai giovani» indicato dalla maggioranz­a. Probabile anche la proroga dell’opzione donna con l’anticipo per l’accesso alla pensione a fronte del ricalcolo interament­e contributi­vo per gli anni di lavoro.

Un pacchetto su cui non mancano le perplessit­à. A cominciare dalla Commission­e Ue chiamata a valutare la crescita della spesa pensionist­ica non superi un certo livello di impatto sul debito pubblico fissato dagli indicatori di rischiosit­à S1 e S2. Critico anche il presidente dell’Inps, Tito Boeri. «C'è una grande iniquità nelle scelte del governo sulle pensioni e questo è un pericolo molto serio», ha detto Boeri aggiungend­o: «Come giudicare un governo che si pone l’obiettivo esplicito di aumentare di mezzo milione i pensionati? È un esecutivo non previdente. Si dice che questo servirà a liberare posti di lavoro per i giovani, ma ha proseguito il presidente dell’Inps da Torino per le celebrazio­ni dei 120 anni dell’istituto - non c’è nessuna garanzia che questo avvenga. Le imprese di fronte all’incertezza tenderanno a ridurre gli organici e tenderanno a gestire così gli esuberi».

SI ALLONTANA L’IPOTESI 36+64

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy