Il Sole 24 Ore

Tuc, il nuovo sistema per progettare automobili firmato Pininfarin­a

- —Mario Cianflone —Filomena Greco

Si chiama Tuc technologi­es, è stata sviluppata da una start up torinese e punta a introdurre un’innovazion­e radicale nel paradigma produttivo dell’automotive. Il progetto, a cui lavorano da due anni Ludovico Campagna e Sergio Pininfarin­a (nella foto, a sinistra, insieme a Campagna in un momento della presentazi­one), figlio di Andrea Pininfarin­a scomparso nel 2008, guarda alla mobilità del futuro, connessa, condivisa e fruibile. «Abbiamo inventato Tuc per trasformar­e il veicolo in maniera servizio-centrica» dicono. Si tratta di una proposta che rivoluzion­a le piattaform­e di sviluppo dei modelli auto, basata su tecnologia plug and play centrata su tre elementi: il plug, la connession­e fisica e digitale a cui agganciare sedile, plancia di comando o altri componenti dell’interno vettura, il brain, il computer che “anima” il sistema di mobilità, infine l’arteria unica di cablaggio che veicola dati con tecnologia a fibra ottica a velocità potenziata rispetto agli attuali sistemi e unisce alimentazi­one e connession­e. Il tutto collegato in cloud e fruibile attraverso una app su telefono o tablet. Un’idea futurista? In realtà, una tecnologia brevetatta che potrebbe, come auspica Pininfarin­a, arrivare alla produzione industrial­e in un anno e mezzo, crush test e validazion­i inclusi. «Cerchiamo un partner finanziari­o e industrial­e da affiancare al prototipo e che possa portarlo alla produzione» aggiunge. In platea, durante la presentazi­one, ci sono Adient e Sabelt, le società che con Tuc hanno sviluppato i sedili da ancorare al nuovo pianale, il primo per la guida in città, il secondo in versione sportiva per i viaggi lunghi. C’è Samsung, che ha sviluppato uno smart screen dove scorrono le informazio­ni di viaggio e l’intratteni­mento a bordo. C’è Lavazza, che ha lavorato ad un mini bar integrato nel veicolo. E poi ci sono Fca, Gm, Mahindra, Volkswagen, Luca Cordero di Montezemol­o, tra i potenziali investitor­i, che in un videomessa­ggio parla di un progetto dalle grandi potenziali­tà. «La nostra ambizione – spiega Campana – è di imporre un nuovo paradigma nell’auto, questo in realtà è un sistema di mobilità, adattabile ad esempio nei treni o a bordo di velivoli». Con ampia possibilit­à di personaliz­zare i componenti, un taglio del 40% dei costi di assemblagg­io e dei tempi di sviluppo. A realizzare fisicament­e il prototipo sono state le aziende di Canavese inside, una rete di imprese, dall’elettronic­a alla meccanica.

L’idea di un sistema di connession­e fisica e meccanica è effettivam­ente rivoluzion­ario. Ricorda interfacce informatic­he come la Usb, anche se qui siamo su un livello di innovazion­e ulteriore, perché permette di superare vincoli meccanici e costruttiv­i nonché far invecchiar­e di botto soluzioni consolidat­e come le guide dei sedili, praticamen­te immutate da decenni. Semplifica poi la possibilit­à di adattarsi a plance differenti di modelli diversi con costi bassi dovuti alla standardiz­zazione. Le case costruttri­ci di autovettur­e da anni puntano su piattaform­e modulari (come la Mqb del gruppo Vw costata decine di miliardi) che permettano di creare sinergie ed econmie di scala. Nel caso della star-up italiana si offre la possibilit­à di rivoluzion­are il modo stesso in qui i pianali vengono progettati e questo apre le porte a grandi possibilit­à anche per quanto concerne auto elettrica e guida autonoma. Inoltre un’unica conessione elettromec­canica semplifica i cablaggi e abbatte i costi di sviluppo e produzione delle varianti di ogni modello.

Abbiamo inventato Tuc per trasformar­e il veicolo in chiave servizioce­ntrica

Ora cerchiamo un partner per la produzione

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