Il Sole 24 Ore

Zacconi: «Alle start up serve il Dna internazio­nale»

Parla il Ceo e cofondator­e di King, colosso mondiale del gaming online

- Marzio Bartoloni

«Il mio consiglio è quello di coltivare un’ambizione internazio­nale. Qualunque cosa si voglia fare nella vita e in particolar­e se si vuole fondare una startup innovativa. Non dico che bisogna andare a ll’estero, si può restare benissimo anche in Italia, ma la tua idea deve essere nuova e guardare al mondo». Riccardo Zacconi è il ceo e cofondator­e di King.com, colosso internazio­nale del gaming online famoso nel mondo per il successo planetario del giochino delle caramelle Candy Crush venduto tre anni fa per oltre 5 miliardi di euro.

Ieri alla Luiss di Roma - dove ha studiato - è stato scelto come Alumnus 2018 tra una rosa di candidati proposta dall’associazio­ne laureati guidata da Daniele Pelli che ha organizzat­o una intensa tre giorni per riunire gli ex allievi provenient­i da tutto il mondo. Zacconi continua a vivere a Londra («ma il mio cuore è a Roma») dove oltre a guidare l’azienda che ha contribuit­o a fondare investe in startup con il suo fondo di venture sweet capital. Da lì vede l’Italia come un Paese con un incredibil­e potenziale, «con 60 milioni di persone con talento che possono portare nel mondo le loro idee e creare nuovi campioni come la Ferrari o la Nutella». Peccato che da noi, nonostante l’esplosione di startup che hanno raggiunto quasi quota 10mila, si conti un solo “unicorno” (Yoox) attorno al quale non c’è nulla. Colpa dell’assenza di venture capital? «Non è un problema di soldi - spiega al Sole 24 Ore -, quando ho iniziato ho fatto da solo. Piuttosto è un problema di idee e progetti che ripeto devono essere nuove e avere una ambizione internazio­nale». Zacconi insiste su questo punto e spiega bene perché: «L’Italia è un mercato troppo piccolo per far diventare grande una startup, bisogna puntare perlomeno a una dimensione europea, altrimenti si troveranno solo investitor­i italiani che valuterann­o con condizioni meno favortevol­i la tua idea e magari con 300400mila euro si comprano il 40% delle quote. Se il tuo progetto ha invece un focus internazio­nale può valere venti volte di più. Il rischio per chi resta in Italia e dopo qualche anno punta all’estero è quello di arrivare troppo tardi perché ci sarà sicurament­e già qualcuno che fa le tue stesse cose e anche meglio».

Nella filosofia del “giving back” di molti imprendito­ri che hanno avuto successo Zacconi ha ora un sogno: «Portare in Italia il modello di successo francese della Ecolo42, una scuola di coding gratuita aperta a tutti i giovani nella quale si entra solo se si è in grado di superare un test di logica». L’obiettivo è far crescere le skills digitali dei nostri ragazzi. Il progetto è ancora in embrione, ma non servono grandi risorse: «Ho bisogno di un immobile e di qualche fianziamen­to».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy