Npl, stock da 252 miliardi di euro nel sistema finanziario italiano
Monte dei Paschi di Siena sta finalizzando un accordo su circa 420 milioni di Utp
Il totale degli Npl presenti nel sistema finanziario italiano alla fine di luglio è 252 miliardi di euro. Di questa somma complessiva, 127 sono i miliardi di sofferenze a bilancio delle banche, mentre 130 è il controvalore in miliardi degli Npl che sono passati nelle mani di gestori tramite transazioni (solo sul mercato primario) tra il 2015 e il luglio 2018. A questo totale vanno sottratti 5 miliardi di euro che i gestori dei portafogli Npl ceduti sono riusciti a riscuotere dai debitori. I dati sono stati elaborati dal Market Watch NPL curato dall’Ufficio studi di Banca Ifis presentato ieri durante il convegno Npl Meeting al Lido di Venezia. Lo studio evidenzia come, dal primo gennaio 2017 alla fine di luglio 2018, le banche italiane abbiano ridotto la quantità di Npl iscritti a bilancio di ben 76 miliardi, che in termini percentuali significa un calo del 37%. Se si analizza la massa di crediti deteriorati si scopre che il 52% delle sofferenze a bilancio delle banche sono secured, ovvero coperti da garanzie reali: un dato positivo se si pensa che otto anni fa, nel 2010, la percentuale era appena del 31%.
«In questi ultimi anni il mercato ha scaricato dai bilanci delle banche masse importanti di crediti deteriorati: a luglio 2018 le sofferenze lorde a conto economico degli istituti di credito risultano di 127 miliardi ma ci aspettiamo che scendano a fine anno a quota 105 miliardi» indica Giovanni Bossi, amministratore delegato di Banca Ifis.Un tema caldo è quello delle Gacs. «La Commissione europea ha dato il via libera alla proroga della Gacs, e l’atteso rinnovo della cartolarizzazione dei crediti in sofferenza con garanzia statale scadrà il 7 marzo. Le banche dovrebbero sfruttare questa finestra, aggredendo il tema dei propri Npl con tempestività. Dobbiamo dare per scontato che non vi sarà una quarta proroga della Gacs. È poco probabile» ha indicato Riccardo Serrini, ceo del gruppo Prelios.
Quanto alle transazioni, nell’anno in corso, si stimano 83 miliardi di operazioni (+17% sul 2017) per un valore di mercato stimato sui 22 miliardi di euro (nel 2017 il valore è stato di 13 miliardi). Due gli elementi interessanti che emergono dal Market Watch Npl: l’aumento dei prezzi dei portafogli mixed (+9%) e secured (+2%) rispetto al 2017 e una concentrazione del business nelle mani di pochi soggetti (servicer) sempre più specializzati: il 53% delle cessioni di portafogli Npl fa capo infatti a soli sei player. Il tema della gestione, post cessione dei crediti deteriorati da parte delle banche, è dunque sempre più di attualità e cruciale e i numeri spiegano che non solo si sta optando per nuove economie di scala (tra servicer) ma che il futuro potrebbe vedere, sempre di più, i portafogli in mano a pochi e specializzati servicer.
Tanti i processi in corso in queste settimane. Mps è tra gli istituti più attivi: ha lanciato due aste (Merlino e Morgana). Il progetto Merlino, che prevede la cessione di circa 2,5 miliardi di non performing loan di tipo unsecured con advisor Pwc. Sempre Mps ha avviato anche il progetto Morgana (con advisor Kpmg) su 1,1 miliardi di incagli. Secondo le indiscrezioni la banca senese sta anche finalizzando un altro processo (denominato Alpha 2) su circa 420 milioni di Utp e circa una trentina di posizioni soprattutto nel real estate. Il progetto sarebbe alla fase finale e sarebbero arrivate le offerte nei giorni passati. In corsa ci sarebbero Bain Capital Credit, Cerberus e la cordata formata da Aurora Recovery Capital e dall’investitore statunitense Farallon. La stessa Intesa Sanpaolo ha in corso due aste su due portafogli di incagli; entrambi con valori nominali attorno ai 250-300 milioni: il progetto Levante, soprattutto su posizioni corporale e real estate, e il progetto Luce, sul fotovoltaico. «Gli Utp sono la prossima sfida: abbiamo il dovere e la convenienza di riportarne il più possibile in bonus» spiega Flavio Gianetti, responsabile direzione gestione Investimenti e operazioni straordinarie, Intesa Sanpaolo Capital Light Bank. Infine entro poche settimane sarà pronto il management team della joint venture tra Intrum e Intesa Sanpaolo. «Il 60% del team sarà composto da elementi di Intrum, il 30% da esponenti di Intesa e il 10% da elementi esterni» ha spiegato l’ad di Intrum Mikael Erikson. Infine, riflettori puntati sul progetto Ace di Banco Bpm, il dossier di maggiori dimensioni in circolazione. Si attendono le offerte vincolanti entro metà novembre con richiesta di gacs su una parte. Allo stato, il perimetro di Project Ace resta compreso tra 3,5 e 9,5 miliardi, incluso un portafoglio di crediti derivanti dal leasing.