UN MESE PER IMPARARE I SEGRETI DELLA FINANZA
Aottobre si parlerà di finanza ovunque. Ma non solo per colpa dell’impennata dello spread e degli interrogativi sul rischio Italia che stanno invadendo i desk degli operatori finanziari in tutto il mondo.
Si parlerà di finanza di base, e si proverà a dare agli italiani gli strumenti indispensabili per tenere al riparo i risparmi dalle tempeste, dai rischi di investimenti sbagliati perché giudicati sicuri e dalle vendite fraudolente che hanno già fatto saltare troppi portafogli. Il «mese dell’educazione finanziaria», presentato ieri al ministero dell’Economia, ha davanti a sé una sfida complicata. E per vincerla, il Comitato per l’educazione finanziaria creato dal decreto banche di fine 2016 e diretto da Annamaria Lusardi (fondatrice e direttrice del Global Financial Literacy Excellence Center alla George Washington University) fa da regista a oltre 200 eventi in 70 città, che per tutto ottobre impegneranno teatri, musei, biblioteche e scuole. Si comincia lunedì a Roma, Como e Lecce, si finisce il 31 ottobre con la giornata mondiale del risparmio, e nel frattempo si svolge un programma che dalle conferenze alla caccia al Tesoro organizzata con il Politecnico di Milano prova a utilizzare tutti gli strumenti e tutti i registri per alfabetizzare gli italiani.
Il 63% di loro del resto non ha idea di che cosa sia un interesse composto o di come funzioni l’inflazione, e non
UN PROGRAMMA DI OLTRE 200 EVENTI IN 70 CITTÀ PUNTA A FORNIRE A TUTTI I CONCETTI DI BASE DEL RISPARMIO
è in grado di portare a dama calcoli di base. Secondo la Global Financial Literacy Survey di S&P nessun Paese fra i 7 grandi fa peggio di noi, e la competizione sull’alfabetizzazione di base si gioca al momento con Russia, Brasile e Cina. E quando dai concetti base dell’economia in generale si passa a cercare qualche rudimento di finanza, i numeri peggiorano ancora. Una ricerca internazionale di Allianz ha chiesto in giro per il mondo che legame ci possa essere fra il rischio legato a un investimento e il suo rendimento, e se sia più sicuro puntare tutto su una singola azione oppure su un paniere di titoli all’interno di un fondo. E solo 9 italiani su 100 hanno mostrato di aver chiare le tutele offerte dalla diversificazione degli investimenti, anche perché di fronte al minimo calcolo probabilistico si sono arresi.
Sono numeri da emergenza. Per affrontarla, il decreto banche di fine 2016 (quello che ha salvato Mps, per intendersi) ha creato il Comitato per l’educazione finanziaria, che sulla rete (www.quellocheconta.gov.it) su twitter (@ITAedufin) e in tutta Italia prova a offrire la cassetta degli attrezzi necessaria alla gestione dei propri soldi, dai primi regali alla pensione passando per l’acquisto della casa e l’arrivo dei figli. «Non esistono categorie privilegiate quando si parla di educazione finanziaria», sottolinea la professoressa Lusardi per spiegare che la scarsa conoscenza della finanza quotidiana è trasversale a classi sociali e professioni.