Dieselgate, Berlino e le case tedesche vicine a un accordo
L’industria dell’auto tedesca sarà presto costretta a un nuovo round di misure di riduzione dell’inquinamento. Misure molto costose: dalla possibilità data ai proprietari di permutare i veicoli diventati “fuorilegge” con altri nuovi, fino al pagamento di hardware per ridurre le emissioni di ossisi di azoto o sconti per l’acquisto di nuovi modelli. Una soluzione era allo studio ieri, nel corso di un vertice di Governo tra la cancelliera Angela Merkel e i ministri dei Trasporti, delle Finanze, dell’Economia e dell’Ambiente.
Volkswagen, Daimler e Bmw - secondo fonti citate da Reuters - sarebbero vicine a un accordo con il Governo che prevede la permuta dei vecchi veicoli. Ma i dettagli non sono ancora definiti. Quale che sia l’opzione scelta, ha detto nei giorni scorsi il titolare dei Trasporti Andreas Scheuer, costerà parecchi miliardi di euro ma né i proprietari delle auto né i contribuenti dovranno pagare il conto. Un concetto ribadito giovedì sera da Angela Merkel: «La soluzione più veloce sarebbe rimpiazzare completamente la vecchia flotta. In più si potrebbe aprire la porta a cambiamenti dell’hardware. Ma se questo dovesse avvenire crediamo che i consumatori non debbano pagare niente». Il punto è se possano essere concessi incentivi pubblici, una richiesta che il Governo non vuole accogliere.
La cancelleria è sotto pressione per le decisioni dei tribunali che stanno imponendo divieti di accesso ai veicoli a gasolio nelle principali città. A rischio c’è un parco di 12 milioni di auto di vecchia generazione, poiché escluse dai divieti dei giudici sono solo le auto Euro 6.
Le decisioni prese alla vigilia delle elezioni, nell’autunno 2017, che prevedevano aggiornamenti dei software, si sono rivelate insufficienti. A febbraio di quest’anno, una sentenza molto attesa del tribunale federale di Lipsia ha stabilito che i piani per la qualità dell’aria devono essere attuati a livello locale. Al fine di garantire il rispetto dei limiti alle emissioni di ossidi di azoto, le città possono quindi introdurre divieti di circolazione alle auto diesel anche in mancanza di modifiche alla normativa quadro federale. Una normativa che il Governo non ha voluto adeguare, “ferma” ai divieti per le Euro 3.
I tribunali si sono mossi, su ricorso delle associazioni ambientaliste. Stoccarda e Francoforte sono le due ultime città dove i giudici hanno chiesto alle autorità locali di bloccare l’ingresso in centro alle auto diesel più vecchie. Per ridurre i livelli di ossidi di azoto, dunque, il Governo ha chiesto uno sforzo in più. E ha indicato la scandenza del 30 settembre per arrivare a un pacchetto di interventi.
Il dibattito in Germania è aspro, stretto tra l’esigenza di proteggere la salute dei cittadini e il bisogno di non infliggere un colpo troppo duro a un’industria che assicura alla prima economia dell’Eurozona 800mila posti di lavoro e la metà dell’enorme surplus commerciale. L’accordo su cui lavorano in queste ore produttori e Governo è offrire ai proprietari dei vecchi veicoli Euro 4 e a quelli di alcuni veicoli Euro 5 di permutare le vecchie auto con altre nuove.
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