Il Sole 24 Ore

Dieselgate, Berlino e le case tedesche vicine a un accordo

- —Roberta Miraglia

L’industria dell’auto tedesca sarà presto costretta a un nuovo round di misure di riduzione dell’inquinamen­to. Misure molto costose: dalla possibilit­à data ai proprietar­i di permutare i veicoli diventati “fuorilegge” con altri nuovi, fino al pagamento di hardware per ridurre le emissioni di ossisi di azoto o sconti per l’acquisto di nuovi modelli. Una soluzione era allo studio ieri, nel corso di un vertice di Governo tra la cancellier­a Angela Merkel e i ministri dei Trasporti, delle Finanze, dell’Economia e dell’Ambiente.

Volkswagen, Daimler e Bmw - secondo fonti citate da Reuters - sarebbero vicine a un accordo con il Governo che prevede la permuta dei vecchi veicoli. Ma i dettagli non sono ancora definiti. Quale che sia l’opzione scelta, ha detto nei giorni scorsi il titolare dei Trasporti Andreas Scheuer, costerà parecchi miliardi di euro ma né i proprietar­i delle auto né i contribuen­ti dovranno pagare il conto. Un concetto ribadito giovedì sera da Angela Merkel: «La soluzione più veloce sarebbe rimpiazzar­e completame­nte la vecchia flotta. In più si potrebbe aprire la porta a cambiament­i dell’hardware. Ma se questo dovesse avvenire crediamo che i consumator­i non debbano pagare niente». Il punto è se possano essere concessi incentivi pubblici, una richiesta che il Governo non vuole accogliere.

La cancelleri­a è sotto pressione per le decisioni dei tribunali che stanno imponendo divieti di accesso ai veicoli a gasolio nelle principali città. A rischio c’è un parco di 12 milioni di auto di vecchia generazion­e, poiché escluse dai divieti dei giudici sono solo le auto Euro 6.

Le decisioni prese alla vigilia delle elezioni, nell’autunno 2017, che prevedevan­o aggiorname­nti dei software, si sono rivelate insufficie­nti. A febbraio di quest’anno, una sentenza molto attesa del tribunale federale di Lipsia ha stabilito che i piani per la qualità dell’aria devono essere attuati a livello locale. Al fine di garantire il rispetto dei limiti alle emissioni di ossidi di azoto, le città possono quindi introdurre divieti di circolazio­ne alle auto diesel anche in mancanza di modifiche alla normativa quadro federale. Una normativa che il Governo non ha voluto adeguare, “ferma” ai divieti per le Euro 3.

I tribunali si sono mossi, su ricorso delle associazio­ni ambientali­ste. Stoccarda e Francofort­e sono le due ultime città dove i giudici hanno chiesto alle autorità locali di bloccare l’ingresso in centro alle auto diesel più vecchie. Per ridurre i livelli di ossidi di azoto, dunque, il Governo ha chiesto uno sforzo in più. E ha indicato la scandenza del 30 settembre per arrivare a un pacchetto di interventi.

Il dibattito in Germania è aspro, stretto tra l’esigenza di proteggere la salute dei cittadini e il bisogno di non infliggere un colpo troppo duro a un’industria che assicura alla prima economia dell’Eurozona 800mila posti di lavoro e la metà dell’enorme surplus commercial­e. L’accordo su cui lavorano in queste ore produttori e Governo è offrire ai proprietar­i dei vecchi veicoli Euro 4 e a quelli di alcuni veicoli Euro 5 di permutare le vecchie auto con altre nuove.

Dieselgate. Settembre 2015: scoppia lo scandalo delle emissioni truccate

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