Per i detenuti più ore all’aperto e carcere «di prossimità»
Prende forma con un pacchetto di decreti legislativi, approvati nel Consiglio dei ministri dedicato alla manovra, la riforma dell’ordinamento penitenziario targata Lega-5 Stelle. Un intervento dal perimetro più ristretto rispetto a quello messo in cantiere ma mai approvato dal precedente ministro della Giustizia Andrea Orlando. È così stata fatta la scelta di non esercitare la delega per tutta quella parte che favoriva l’accesso a misure alternative al carcere.
Il principale dei 3 provvedimenti (gli altri 2 sono dedicati a lavoro e carcere e al minorile) interviene innanzitutto sulla medicina penitenziaria, estendendo, tra l’altro, la gamma dei trattamenti sanitari che i detenuti possono richiedere in carcere a proprie spese e prevede controlli sanitari, sempre in carcere, da parte della
Asl anche in seguito a segnalazioni ricevute.
Distingue poi le competenze dell’autorità giudiziaria a seconda che ci sia o meno una condanna definitiva, amplia casi in cui il tribunale di sorveglianza procede con rito semplificato, introduce una nuova procedura semplificata e a contraddittorio eventuale per la concessione in via provvisoria delle misure alternative richieste, quando la pena da scontare, anche residua, non è superiore a 1 anno e 6 mesi.
Spazio poi per l’aumento delle ore minime che i detenuti possono trascorrere all’aperto, per la prossimità tra l’istituto penitenziario e la famiglia del recluso, per specifiche tutele per quanto riguarda i reclusi esposti a minaccia di soprusi a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere, per l’ampliamneto dei diritti di informazione e comunicazione.
APPROVATA LA RIFORMA
Il Consiglio dei ministri ha approvato 3 decreti legislativi. Interventi anche su assistenza sanitaria, lavoro e condannati minorenni. Non esercitata la delega per favorire misure alternative