Una riforma in 22 mosse verso il «giusto processo tributario»
Una riforma in 22 mosse per arrivare al «giusto processo tributario conforme ai principi costituzionali». È la proposta che arriva dal congresso dell’Uncat (Unione camere avvocati tributaristi) apertosi ieri al Palazzo Stelline di Milano e che si concluderà oggi. Dal sistema tributario generale al vero e proprio processo tributario, la riforma targata Uncat spazia su tutto il fronte di un settore strategico per lo Stato e per i suoi bilanci ma ancora ancillare per l’organizzazione e spesso - fanno notare i legali -per i diritti della difesa.
La lista delle proposte parte quindi dal Testo unico dell’accertamento passando per il contraddittorio preventivo elevato a regola, dal vuoto normativo sull’autotutela della Pa alla prescrizione
(e al diritto ai rimborsi) fino alla disciplina specifica per la riscossione (e quindi l’oggetto dell’esecuzione, gli interessi di mora e l’aggio).
Ancora più profonde le proposte sul processo tributario, che partono dalla conferma dello status di giurisdizione speciale, articolata in Tribunali e Corti d’appello tributarie che si staccano dal Mef per agganciarsi alla presidenza del Consiglio - si fondano su una magistratura professionale selezionata per concorso, contemplano anche il giudice di pace tributario (fino a 5mila euro di valore), per arrivare alla difesa tecnica tributaria (con avvocati, e commercialisti ed esperti contabili della Sezione A).
Quanto alla procedura, regime delle prove allineato al processo civile oltre alla revisione del doppio binario tributario/penale.
SISTEMA E GIURISDIZIONE La proposta degli avvocati tocca sia il diritto sostanziale partendo dal Testo unico accertamento sia quello processuale