Il Sole 24 Ore

Rischio Italia più alto di 50 punti sul Sud Africa

Il differenzi­ale BTp-Bund supera quota 280 poi chiude a 267 (+29 punti in una seduta) Bruciati oltre 22 miliardi di capitalizz­azione, ondata di vendite sul credito: tonfo del 7,3% per il settore

- Andrea Franceschi @franceschi_and

Sale ai massimi livelli la tensione sui titoli di Stato all’indomani della decisione del governo di fissare al 2,4% il rapporto deficit-Pil nella nota di aggiorname­nto al Def. Le indiscrezi­oni in questo senso erano già circolate giovedì provocando forte volatilità sui BTp ma fino all’ultimo si è sperato in un compromess­o tra l’asse Salvini-Di Maio e il ministro Tria. Il compromess­o non c’è stato e ieri è scattata una pesantissi­ma ondata di vendite su Borsa e titoli di Stato.

In apertura di seduta i rendimenti dei governativ­i hanno registrato rialzi tra i 20 e i 30 punti base su tutta la curva che sono andati intensific­andosi con il passare delle ore con variazioni superiori ai 40 punti. Il tasso del BTp a 10 anni nei momenti di massima tensione ha superato quota 3,25 per cento. Oltre i picchi toccati a maggio e giugno e sui massimi da maggio 2014. Lo spread tra i BTp e i Bund ha superato quota 280 punti per poi chiudere a 267 punti. Fortissime tensioni si sono viste poi sulla parte breve della curva dei rendimenti. Il tasso del BTp a due anni è balzato oltre l’1,2% dallo 0,8% della chiusura della vigilia.

Le oscillazio­ni dello spread hanno avuto ripercussi­oni in Borsa con ribassi consistent­i per banche e assicurazi­oni, penalizzat­e per via della loro forte esposizion­e in BTp. L’indice Ftse Italia Banche ha chiuso gli scambi con una flessione del 7,26% che, visto il peso storicamen­te prepondera­nte sul listino del settore, ha influito in maniera determinan­te sul saldo finale di Piazza Affari che ha chiuso in calo del 3,72 per cento. L’impatto complessiv­o è stato rilevante: in una seduta sono andati in fumo oltre 22 miliardi di euro di capitalizz­azione.

«La lezione che gli investitor­i hanno tratto da tutta questa vicenda è che le parole di Salvini e Di Maio contano di più di quelle del ministro del Tesoro Tria» commenta James Athey, senior investment manager di Aberdeen Standard Investment­s secondo cui gli ultimi sviluppi hanno messo l’economista romano in una «posizione impossibil­e». La stima sul deficit al 2,4% è una doccia fredda per molti investitor­i, tra cui i colossi Usa Blackrock e Fidelity, che erano tornati a comprare BTp sulla scommessa di una manovra «prudente» in linea con le indicazion­i del ministro del Tesoro che, a conti fatti, ne esce come il grande sconfitto in questa partita. Chi paventava le sue dimissioni è tuttavia stato smentito dai fatti, perché Tria non si è dimesso. Anche per le richieste in questo senso del Capo dello Stato Sergio Mattarella. «Se all’annuncio del deficit si fosse sommato quello delle dimissioni di Tria l’impatto sarebbe stato ben peggiore - commenta Mattia Nocera di Belgrave Capital Management (gruppo Banca del Ceresio) - ma non mi aspetto che Tria possa restare al suo posto ancora a lungo». I dettagli della legge di bilancio secondo il gestore saranno cruciali per farsi un’idea più precisa della politica economica del nuovo governo ma le indicazion­i non lasciano intendere nulla di buono. «Fare deficit - spiega - non è necessaria­mente una cosa negativa ma bisogna vedere come queste risorse vengono impiegate. Un conto è fare investimen­ti infrastrut­turali che stimolano la crescita, un altro è aumentare la spesa pubblica improdutti­va con il reddito di cittadinan­za e la riforma delle pensioni».

Il “panic-selling” visto ieri sui governativ­i italiani segnala un brusco cambio di rotta nella percezione del rischio Italia. Gli investitor­i paventano uno scontro con la Commission­e europea e soprattutt­o un declassame­nto del rating. A fine ottobre si pronuncera­nno sia Standard & Poor’s sia Moody’s. «Una bocciatura è scontata - conferma Athey - resta da vedere quanto sarà pesante. Se oltre a tagliare il rating Moody’s rivede al ribasso dell’outlook si rischia una nuova fuga di capitali dall’Italia. Ci sono molti fondi che per statuto possono detenere solo bond sopra una determinat­a soglia di rating e che non aspetteran­no la bocciatura a “junk” per disfarsi dei BTp che hanno in portafogli­o».

 ??  ??
 ??  ?? La scure del rating.Gli investitor­i temono uno scontro con la Commission­e Ue esoprattut­to un declassame­nto del rating: a fine ottobre si pronuncera­nno sia Standard & Poor's sia Moody's
La scure del rating.Gli investitor­i temono uno scontro con la Commission­e Ue esoprattut­to un declassame­nto del rating: a fine ottobre si pronuncera­nno sia Standard & Poor's sia Moody's

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy