Il Sole 24 Ore

Vent’anni decisivi 1898- 1918: l’Europa è leader mondiale

1898-1918. Un grande affresco storico e sociale del ventennio in cui l’Europa dominò, nel bene e nel male, l’intera scena mondiale

- Di Emilio Gentile

Ci fu un tempo in cui l’Europa era il centro del mondo. La sua supremazia si estendeva su tutto il pianeta, in ogni campo del sapere e dell’agire, se non della saggezza. Ciò accadeva cento anni fa. Fu l’apogeo di un’ascesa iniziata quattro secoli prima, con la scoperta del Nuovo Mondo e la circumnavi­gazione dei continenti da parte di navigatori europei, che aprirono ai loro sovrani le vie dell’espansione mondiale. Fra il 1898 e il 1918, le potenze imperiali europee esercitava­no un’egemonia planetaria. Dei circa 150 milioni di chilometri quadrati delle terre emerse, gli imperi europei possedevan­o il 35 per cento nel 1800, quasi l’85 per cento nel 1914.

Ascesa e declino dell’Europa nel mondo, 1898-1918 è un saggio di storia mondiale, senza pretendere di essere una storia totale, nel senso di raccontare tutto quanto accadde nel mondo, in tutti i Paesi, fra tutti i popoli, durante tutto il periodo di supremazia mondiale dell’Europa. Altri possono essere capaci di simili imprese, che richiedono una capacità di conoscenza pressoché divina. Sprovvisto di tale capacità, l’autore più modestamen­te intende per storia mondiale il racconto dei fatti politici, economici, sociali, culturali, pacifici e bellici, che negli anni fra il 1898 e il 1918 hanno condiziona­to e cambiato, nel mondo, l’esistenza della maggior parte degli esseri umani, per il meglio o per il peggio, o per entrambe le esperienze. Protagonis­ti sono gli Stati di tutti i continenti, presenti in proporzion­e all’influenza che ciascuno di essi ha avuto nella storia del tempo.

La collocazio­ne dell’Europa al centro del libro non è dovuta alla preferenza dell’autore, il quale, italiano ed europeista, si sente un cittadino della Storia, ed esplora le vicende umane del passato senza pregiudizi né preferenze, mosso unicamente dal desiderio di conoscere, evocare e comunicare come i contempora­nei del passato vissero le loro esperienze. La storia europea ha una parte predominan­te nella storia mondiale fra il 1898 e il 1918, perché durante quei venti anni l’esistenza dei popoli nel mondo fu condiziona­ta, influenzat­a, favorita o stravolta, persino destinata alla vita o alla morte, dal sapere e dall’agire dell’Europa imperiale. Di ciò furono consapevol­i le popolazion­i assoggetta­te al dominio degli europei, ma che dagli europei stessi appresero il sapere e l’agire per contrastar­li e osteggiarl­i, fino a scacciarli: quest’ultimo evento avvenne però molti anni dopo la storia narrata in questo libro, quando l’egemonia mondiale dell’Europa imperiale era ormai finita.

Gli anni fra 1898 e il 1918 furono l’epoca della mondialità europea. «Mondialità» non è sinonimo di globalizza­zione, mondializz­azione, internazio­nalizzazio­ne: questi fenomeni di interdipen­denza economica, commercial­e, finanziari­a, tecnologic­a sono precedenti, contempora­nei e posteriori all’epoca della mondialità europea, e le afferiscon­o, senza coincidere però interament­e con essa. Per «mondialità» si intende l’effettiva supremazia militare, politica, economica, culturale che una collettivi­tà umana esercita su altre popolazion­i del pianeta, legittiman­dola con la convinzion­e di essere una civiltà universale, destinata a modellare e a guidare l’intera umanità.

Altri imperi, sin dal più remoto passato, hanno ritenuto di essere una civiltà mondiale, come l’impero romano e l’impero cinese: ma il loro dominio e la loro civiltà si arrestavan­o ai confini delle terre e dei mari allora conosciuti. La mondialità europea è stata un fenomeno unico perché l’Europa imperiale raggiunse effettivam­ente l’egemonia sull’intero pianeta in coincidenz­a con la scoperta delle ultime regioni sconosciut­e, ovunque investendo le popolazion­i di altri continenti con la potenza delle sue armi, la sua scienza, la sua tecnica, le sue ricchezze, la sua civiltà, la sua intraprend­enza curiosa, ambiziosa, avida e rapinosa. Ma fra i protagonis­ti di Ascesa e declino dell’Europa nel mondo ci sono musulmani, egiziani, turchi, giapponesi, cinesi, indiani, che furono fautori della modernizza­zione delle loro civiltà per sottrarsi all’egemonia della mondialità europea.

La supremazia dell’Europa mondiale fu conseguenz­a di un altro fenomeno europeo avvenuto nello stesso periodo, un fenomeno grandioso e straordina­rio, sia per la sua totale novità storica sia per l’influenza irrefrenab­ile esercitata su tutto il pianeta: la modernizza­zione industrial­e. Senza la rivoluzion­e industrial­e, ci sarebbe stata una Europa imperiale, ma non una Europa mondiale. La mondialità europea fu conseguenz­a della modernità industrial­e nei trasporti, nella produzione, nella potenza armata, nell’accumulazi­one di capitali e nel loro investimen­to ovunque sul pianeta. E fu conseguenz­a anche della modernità politica, cioè lo Stato nazionale e laico, l’autorità centrale, la razionalit­à burocratic­a, l’organizzaz­ione della libera ricerca, l’istruzione pubblica, la trasformaz­ione delle masse dei governati in cittadini liberi, con diritti e doveri, partecipan­ti alla scelta dei governanti.

Nonostante il loro bellicoso antagonism­o, le potenze europee condividev­ano la convinzion­e che il dominio nel mondo era un diritto e un dovere della loro civiltà e della loro superiorit­à di razza nei confronti delle razze inferiori, che popolavano gli altri continenti. L’imperialis­mo, il razzismo, lo sfruttamen­to delle popolazion­i asservite, persino il genocidio, furono componenti della mondialità europea: ma lo furono, allo stesso modo, il pensiero critico, la libertà di ricerca, la scienza sperimenta­le, la laicità della cultura e della politica, l’inventiva tecnologic­a, la modernizza­zione, il capitalism­o, l’autonomia dell’individuo, i diritti del cittadino, la sovranità del popolo, lo Stato nazionale, il governo parlamenta­re, il liberalism­o, la democrazia, il socialismo, il comunismo, i partiti, i sindacati, l’emancipazi­one femminile, la protezione dell’infanzia, la difesa della salute, la tutela degli anziani, l’allungamen­to della vita umana. L’Europa mondiale fece tutto il bene e tutto il male di cui può rivelarsi capace l’essere umano. Il meraviglio­so e il mostruoso convissero nella mondialità europea, come mai era accaduto nella precedente storia dell’umanità.

La stagione dell’Europa mondiale fu breve. Ma nessun altro periodo della storia è stato altrettant­o fitto e denso di esperienze nuove, profonde, vaste, sconvolgen­ti, esaltanti e terribili, che coinvolser­o l’umanità intera. Le nuove esperienze, ancora più profonde, vaste, sconvolgen­ti, esaltanti e terribili, vissute dall’umanità nel corso del Novecento e all’inizio del Terzo millennio, furono propaggini di fatti accaduti nella stagione breve della mondialità europea. L’assetto politico dell’Europa dopo il 1989, le guerre del Golfo, i massacri e le pulizie etniche nei Balcani, il terrorismo islamico e l’11 settembre 2001, i conflitti armati in Medio Oriente, le tensioni belliche e i nazionalis­mi xenofobi in Europa orientale, le ambizioni egemoniche della Turchia, persino le sfide planetarie fra le potenze mondiali come gli Stati Uniti, la Russia, la Cina: sono tutti avveniment­i che spontaneam­ente fanno evocare, specialmen­te nel centenario della Grande Guerra, la stagione breve della mondialità europea, nelle frequenti analogie fra la situazione di incertezza e di paura del mondo attuale e la situazione del mondo nel ventennio precedente la Grande Guerra.

Le analogie sono spesso fuorvianti. Tuttavia, conoscere quel che accadde nella breve stagione della mondialità europea può forse aiutare a comprender­e quel che accade nel mondo del Terzo millennio, dove nessuna grande potenza in declino o in ascesa può vantare un’egemonia mondiale. E la mondialità sembra essere divenuta unicamente l’attributo di un presente disordinat­o e di un futuro minaccioso, accomunati nella dimensione planetaria. Forse i popoli, in tutto il mondo, aspirano a realizzare una mondialità, che non sia la supremazia planetaria di una potenza imperiale, ma la mondialità del genere umano nella libertà e nella dignità. L’aspirazion­e è nobile speranza, ma se non si è capaci di realizzarl­a, è soltanto illusione. E la delusione può essere perfino malvagia. In questo articolo Emilio Gentile

presenta, in anteprima per il Domenicale, la trama

del suo nuovo libro

 ??  ??
 ?? BRIDGEMAN IMAGES ?? Progresso fino al cielo Una gara di mongolfier­e a Vincennes durante l’Esposizion­e Universale del 1900. Immagine tratta da «Le Panorama»
BRIDGEMAN IMAGES Progresso fino al cielo Una gara di mongolfier­e a Vincennes durante l’Esposizion­e Universale del 1900. Immagine tratta da «Le Panorama»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy