SeSa punta sul mercato interno: più servizi hi tech per i distretti
Accelera l’attività di system integrator - Pressing sulla riduzione del capitale commerciale circolante netto Il rischio della debole congiuntura che contraddistingue l’Italia: la società ribatte che c’è spazio per crescere
La scommessa è sul mercato domestico. SeSa, di cui la “Lettera al risparmiatore” ha incontrato i vertici, vuole proseguire nella focalizzazione sull’Italia. Certo: l’acquisizione, nello scorso esercizio, di Tech-Value ha consentito una prima articolazione sull’estero. E però l’area di riferimento resta il Belpaese. Il mercato interno costituisce la leva per espandere l’attività.
Già, l’attività. Rispetto ad essa SeSa, per il periodo contabile 2018-2019 (chiusura al 30 aprile prossimo), come di consueto non dà guidance. Tuttavia il gruppo indica l’obiettivo di continuare ad essere in linea con l’andamento storico di crescita dei ricavi e della redditività. Un track record che, va ricordato, ha visto tra il 2011 e il 2018 il Cagr del fatturato al 9% e quello del Mol al 9,1%. Al di là delle serie storiche c’è tuttavia un dubbio: la persistente fragilità dell’economia italiana. È vero: negli ultimi tempi il segmento “nostrano” dell’It si è ripreso (+1,9% nel 2017). E tuttavia il contesto macroeconomico rimane problematico. Il che può impattare sulla domanda di tecnologia e limitare gli sforzi aziendali nella crescita.
SeSa non condivide il timore. In primis perchè, ricorda il gruppo, tra il 2011 e il 2018 il rialzo medio annuo ponderato di ricavi e Mol è per l’appunto stato rispettivamente del 9% e 9,1%. Dati in aumento, spesso contestuali ad anni difficili dell’It italiano (nel 2013, ad esempio, il crollo fu del 4,1%), che per SeSa mostrano la sua capacità di crescere nonostante il contesto avverso. Inoltre, sottolinea sempre il gruppo, la digitalizzazione e informatizzazione dell’economia sono un trend di fondo slegato dalla volatilità del Pil. Le imprese italiane, anche per colmare il gap tecnologico con quelle europee, richiedono il supporto hi-tech. Un sostegno, afferma la società, caratterizzato da soluzioni/servizi personalizzati e a valore aggiunto che sono il core business di player come SeSa. Secondo quest’ultima, quindi, lo spazio per crescere in Italia è ancora notevole.
Strategie aziendali
Ciò detto quali, allora, le strategie per l’espansione? Al fine di rispondere è utile ricordare l’oggetto sociale dell’azienda. SeSa divide l’attività in tre aree. Una è costituita dalla distribuzione a valore aggiunto (Vad). La società è l’intermediario tra due attori dell’It: il produttore di tecnologia (vendor) e i rivenditori della stessa (ad esempio catene di negozi). Un’attività che, per la sua complessità, richiede servizi a valore aggiunto: dal supporto finanziario fino alla consulenza tecnica. C’è poi il “Software e system integraton” (Ssi). Cioè, in linea di massima, i prodotti It e i servizi utili a realizzare soluzioni informatiche ad hoc per il cliente. Infine: il business Corporate. Vale a dire le attività finalizzate al funzionamento del gruppo stesso: dalla logistica fino alla finanza e controllo.
Orbene: la società, con riferimento alle due aree “core” (Vad e Ssi), indica che non c’è una maggiore attenzione su un business piuttosto che su un altro. Nonostante questo però, anche perchè con una base di partenza minore, la System integration di recente è cresciuta ad una velocità maggiore. Nell’esercizio 2017-2018 (chiusura al 30 aprile scorso) il Ssi, agevolato dallo stesso M&A, è stato contraddistinto da ricavi (+20,7%) ed Ebitda (+39,7%) in salita. Un andamento proseguito nel primo trimestre del 2018-2019. La dinamica, a ben vedere, è anche conseguenza dell’articolazione del business. L’attività è indirizzata a oltre 10.000 medie e piccole imprese che spesso appartengono a distretti (ad esempio dell’automotive) e sono presenti in diversi settori: dalla farmaceutica alla moda fino all’alimentare. Il business, da una parte, è sempre più “sbilanciato” sui servizi: nel primo trimestre 2018-2019 l’incidenza di quest’ultimi sui ricavi dell’Ssi è salita al 60%. E, dall’altra, è focalizzato su vari segmenti operativi: dalla sicurezza informatica alla gestione e analisi dei big data fino all’industria 4.0 e la consulenza aziendale. Senza dimenticare, infine, il cloud compuntig.
Rischio di disintermediazione
Già, il cloud computing. Proprio rispetto a quest’importante area d’attività può avanzarsi il seguente ragionamento. Le grandi società internazionali dell’hi-tech puntano sulla standardizzazione della tecnologia. Una strategia che, tra le altre cose, consente loro di disintermediare il business. Il che, inevitabilmente, è un rischio per l’attività di player nazionali come SeSa. La società non condivide il timore. Il gruppo ricorda di essere presente nel cloud computing cosiddetto “ibrido”. Cioè la “nuvola informatica” costituita anche da soluzioni hi-tech di proprietà dell’azienda cliente. Si tratta di un contesto, spiega SeSa, dove l’impresa necessariamente chiede servizi e tecnologie ad hoc. Basate sulle sue esigenze. Un’attività, aggiunge sempre la società italiana, che il player globale non ha l’interesse a fornire. Quindi, conclude l’azienda, sul tema in oggetto non esiste alcun particolare problema.
Distribuzione a valore aggiunto
Dal “Software e system integration” alla “Value added distribution” (Vad). Quest’area (circa 12.00 clienti), la più rilevante per ricavi e redditività reported ma con una marginalità inferiore al Ssi, nel primo trimestre dell’esercizio 2018-2019 ha visto il fatturato (+6,6%) e il Mol crescere (+7%). Si tratta del terzo quarter consecutivo in rialzo. Una dinamica che, spiega la società, è anche l’effetto degli investimenti sulla formazione delle risorse umane e l’ampliamento del portafoglio prodotti. Proprio nella prima metà del periodo contabile 20172018, va ricordato, il Vad era stato caratterizzato dal calo dell’Ebitda e dell’Ebit. Una dinamica dovuta, per l’appunto, ai maggiori oneri operativi finalizzati ad articolare maggiormente l’offerta.
A ben vedere, a fronte della continua evoluzione dell’informatica, proprio la capacità nell’aggiornare la proposta tecnologica è una delle priorità per la distribuzione a valore aggiunto. Un focus che, se concretizzato in maniera errata, può dare diversi problemi. La società , su questo fronte, professa tranquillità. Il gruppo, dapprima, sottolinea che la sua organizzazione prevede team dedicati e specializzati sulle diverse tecnologie. Oltre a ciò, aggiunge sempre SeSa, il continuo contatto con i vendor e l’appartenenza alle associazioni mondiali di categoria le consentono il corretto monitoraggio del mercato. Insomma, afferma la società, il mix di attività e governance le permette di gestire al meglio il portafoglio prodotti.Come peraltro, conclude SeSa, dimostrano i più recenti risultati contabili.
Fin qui alcune considerazioni sull’evoluzione del business. Ma lo sviluppo di quest’ultimo avviene solamente per linee esterne o comprende l’M&A? Nel passato, anche recente, SeSa ha realizzato varie acquisizioni. Tra le altre: lo shopping di Icos nel segmento Vad e quelli di Globo Informatica e del ramo d’azienda di Phantera nell’Ssi (oltre che la già citata Tech Value). Orbene: la strategia prosegue. Il gruppo afferma di essere pronto a cogliere eventuali opportunità sia nella Vad che nell’Ssi. Al di là di ciò, tuttavia, il mercato del “Software e System integration” è molto più frammentato. Quindi la probabilità che, attraverso l’M&A, vengano “afferrate” eventuali occasioni è maggiore in quest’ultimo segmento.
Nella distribuzione a valore aggiunto (Vad) focus sull’aggiornamento del portafoglio dei prodotti