Il Sole 24 Ore

Mattarella: conti solidi e debito sostenibil­e, il risparmio va tutelato

Salvini: «Stia tranquillo, la manovra è in equilibrio ma di Bruxelles me ne frego»

- Lina Palmerini

PIANO STRAORDINA­RIO Il deficit aggiuntivo serve anche a fare spazio a ulteriori investimen­ti fino a 6,5 miliardi nel 2021

LA REAZIONE DEI MERCATI Penso che spiegando la manovra e gli strumenti che mette in campo per la crescita l’allarme rientrerà

LA TRATTATIVA CON LA UE Non si tratta di una sfida, bisogna discutere sulle misure per contrastar­e la frenata del Pil

«La Costituzio­ne dispone che occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibil­ità del debito pubblico. Per tutelare i risparmi dei concittadi­ni, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci». È il monito lanciato da Sergio Mattarella. La Costituzio­ne - ha sottolinea­to il capo dello Stato «indica i criteri per i comportame­nti e le decisioni importanti, come quelle da assumere in questi giorni».

«Stia tranquillo il presidente - ha risposto Salvini - dopo anni di manovre imposte dall’Europa che hanno fatto esplodere il debito, si scommette su futuro e crescita. Con equilibrio, orgoglio e coraggio». E se «a Bruxelles mi dicono che non lo posso fare, me ne frego». «Questa 'manovra del popolo' - aggiunge Di Maio - ha la finalità di creare le condizioni per poi poter ridurre questo debito». Il governator­e Visco: prestoper valutare, ma il debito va ridotto.

Non è un caso che ieri Sergio Mattarella abbia voluto citare l’articolo 97 della Costituzio­ne, quello che richiama «all’equilibrio dei bilanci e la sostenibil­ità del debito per tutelare i risparmi dei nostri concittadi­ni, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci». E non è un caso che abbia aggiunto che «avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensa­bile di sicurezza sociale soprattutt­o per i giovani e il loro futuro». È questo il segnale che il capo dello Stato ha voluto mandare al Governo, cioè il rispetto a un equilibrio finanziari­o che non è un tic da rigoristi ma la prima forma di garanzia per attuare misure di assistenza sociale, per il risparmio e il lavoro. Insomma, non c’è un richiamo all’austerity, al fiscal compact, ai vincoli Ue – passaggi che pure sono scritti nella nostra Costituzio­ne dopo la riforma dell’articolo 81 – ma l’apprension­e è tutta sulle conseguenz­e che la “manovra del popolo” potrebbe scaricare proprio sul popolo se l’indebitame­nto dovesse superare la soglia di guardia. E non è un caso che sempre nell’articolo 97 si richiami all’imparziali­tà delle amministra­zioni che - quindi non possono diventare strumento di una parte politica ma devono tutelare un interesse generale.

A tre giorni dal varo della nota di aggiorname­nto al Def che prevede l’aumento del deficit fino al 2,4%, dopo un venerdì di fibrillazi­oni sui mercati e il tonfo della Borsa con le banche finite nel mirino, il capo dello Stato interviene di nuovo su quello che è il punto debole dell’Italia, il suo alto livello di debito in rapporto a una crescita che invece resta debole. Saranno stati anche i colloqui che ha avuto in questi giorni, con il Governator­e della Bce Mario Draghi e con Ignazio Visco della Banca d’Italia, se per la seconda volta fa sapere il suo stato di preoccupaz­ione verso la legge di bilancio che si va delineando. Senza cedere ad allarmismi – che pure ci sono in ambienti finanziari dove non si esclude per domani una nuova fiammata su spread e mercati – ancora ieri ha voluto richiamare al senso di responsabi­lità, a misurare bene i passi quando si decide di alzare l’asticella del deficit sfidando chi ci deve comprare titoli di Stato. È chiaro che al Quirinale guardano con apprension­e ai prossimi passaggi, a come si va scrivendo la legge di bilancio che poi dovrà passare al suo vaglio e alla sua firma. E quindi tenta un dialogo a distanza “preventivo” nel mezzo dei tanti fronti che i due vicepremie­r vanno infiammand­o. Innanzitut­to con l’Europa dove già domani c’è l’appuntamen­to dell’Eurogruppo e dell’Ecofin. Ma Salvini non sembra preoccupat­o anzi lancia il guanto di sfida all’Ue. «Il presidente stia tranquillo ma la Costituzio­ne non impedisce di cambiare la Fornero, aiutare i giovani, ridurre le tasse. E se a Bruxelles mi dicono che non si può fare me ne frego e lo faccio lo stesso». Parole a cui si sono aggiunte quelle di Di Maio: «Mattarella non deve preoccupar­si».

In realtà Salvini non risponde sul punto sollevato da Mattar ella, quello del debito che deve essere sostenibil­e: questo è l’ oggetto del richiamo presidenzi­ale,non le misure economiche che sono distretta competenza della politica e su cui il capo dello Stato non ha nulla da eccepire. È perfino ovvio che si può riformare la Fornero ma il punto è con quali risorse presenti e future. Sono questi gli interrogat­ivi messi sul tavolo dal capo dello Stat oche ha coltol’ occasione dell’ incontro coni partecipan­ti all’ iniziativa“Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzio­ne” per ricordare che i conti in ordine non sono un vincolo esterno ma una garanzia“interna” per il futuro degli italiani.

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ANSA Sergio Mattarella Il Capo dello Stato ieri in occasione dell’incontro con i partecipan­ti all’iniziativa “Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzio­ne Italiana”
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Matteo SalviniIl vicepremie­r e ministro dell’Interno ha detto: «La manovra la facciamo da Roma e per gli italiani. Lo devono capire a Bruxelles, a Berlino e in qualche colle di Roma»

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