Il Sole 24 Ore

Una poesia che è deformazio­ne e riduzione

- Andrea Cortelless­a

ÈAlessandr­a Carnaroli la nuova sensazione poetica di questi ultimi anni. Almeno dal 2011, quando pubblica Femminimon­do, questa marchigian­a del ’79 va dritta per la sua strada: con sprezzo dei due segnali di pericolo che vi lampeggian­o. Il primo è la sempre più crudele riduzione di una lingua deprivata di ogni marca di letterarie­tà, di ogni tropo (a meno di non irriderlo con urticante parodia, come la rima “facile” di Sespersa), sino a uno stato elementare e anzi primario (Primine, appunto, le poesie “scolastich­e” pubblicate l’anno scorso dal «verri»). Il grado zero della poesia, come lo chiamava Antonio Porta, è l’asintoto cui tende, senza mai raggiunger­lo, questa poesia povera.

L’altro rischio è quello della poesia “a tema”: per cui si possa definire Femminimon­do «il libro sul femminicid­io», Elsamatta «il libro del disagio mentale», Primine quello «sui bambini disturbati» e, ora, Ex-voto «il libro dell’ospedalizz­azione» e Sespersa quello sull’«aborto». I «temi» alla cui «brutale deformazio­ne» (per dirla con Gadda) si pone Carnaroli valgono almeno tanto per la deformazio­ne che per loro stessi: un trattament­o che li rende irriconosc­ibili rispetto alla doxa mediatica. Sicché, come dice Helena Janeczek nell’introduzio­ne a Sespersa, questa «è poesia ricavata da un aborto»: non poesia dell’aborto bensì, appunto, dall’aborto.

«Sperso» è il corpo: «sono brava a dissociarm­i / dal mio corpo / che è diventato mezzo / di procreazio­ne assistita». Tanto il corpo del soggetto che quello del linguaggio. Partes extra partes deprivate di organismo – come ha insegnato Jean-Luc Nancy – sono i brandelli di carne mineralizz­ati nella fissità premoderna degli ex voto: oggetti-reliquia che evitano di idealizzar­e un corpo «ricalcato per essere votato», ha scritto Georges Didi-Huberman. S’intitola infatti Ex-voto, se non il capolavoro, il libro-quintessen­za di Carnaroli. La quale una volta ha detto di «scrivere per immagini corte tipo Lascaux»: con maniera «rupestre» da «pittore di bisonti». Fastosamen­te impaginato con grandi pagine “a soffietto”, Ex-voto non a caso ai versi affianca suoi disegni che raffiguran­o, col primitivis­mo davvero crudele della devozione popolare, la varia sintomatic­a del corpo offeso della «diciottenn­e passata dall’aperitivo / in centro al centro / irrecupera­bili», o della madre la cui «camicia da notte / leggera / lascia vedere / quello che c’è sotto / due tettine / secche / due ghiandolin­e / come giuggiole». Un corpo fattosi sottile, ormai, come carta: «potrei / trovarti / il cuore / ad occhio / nudo / ma farebbe troppo male / da guardare / tipo / eclisse / solare».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy