Quell’animale si educa con i no
Sarà un caso. O forse no. Negli ultimi mesi sono usciti molti studi sui benefici del legame tra esseri umani e compagni di vita a quattro o due zampe o con ali e branchie. I pet, come vengono ormai chiamati, alleviano le sofferenze e la solitudine degli anziani, rafforzano le relazioni famigliari, aiutano i bambini con difficoltà di apprendimento o socializzazione molto più di psicofarmaci e altre terapie. Potremmo continuare: forse chi ama gli animali (e le piante) e chi vive con loro non si stupisce di queste ricerche. Ben vengano, comunque, visto che purtroppo è ancora troppo diffusa la convinzione che l’homo sapiens sia la più evoluta della specie e in forza di questo possa (concetto discutibile) dominare e sfruttare le altre.
Si tratta però di studi, senza alcune eccezione, che partono dall’essere umano e dai benefici che possiamo trarre da una relazione virtuosa con i pet. Rara l’ottica opposta: cosa
possiamo fare noi per far sta bene o meglio i nostri animali? Quali sono le nostre responsabilità per proteggerli da rischi e pericoli e per favorirne il benessere e la serenità? Oscar Grazioli, veterinario ed eccellente divulgatore, colma questo vuoto. Lo fa da anni con i suoi articoli su Il
Giornale e ora con il libro I no che aiutano i nostri animali.
Qualcuno forse ricorderà il saggio di Asha Philipps , I no che aiutano a
crescere (Feltrinelli), che ebbe un enorme successo. I no di cui parla la psicoterapeuta britannica sono però quelli di cui hanno bisogno i bambini e che molto spesso richiedono una grande fatica per i genitori. Per gli animali può essere altrettanto faticoso, ma forse ancora più necessario. Grazioli si è chiesto quante trappole si celino in casa e appena fuori, per chi ha gatti dalla natura vagabonda. O quali insidie possano nascondere balconi, cantine, soffitte, tetti, automobili. O ancora: quanto possano essere pericolosi per cani, gatti, cavie, furetti oggetti “amici” degli esseri umani come lavatrici e frigoriferi. Il libro contiene consigli adatti a prevenire pericoli ma soprattutto dà alcune dritte su cosa fare in caso di piccole emergenze, salvo naturalmente correre dal veterinario. Non si tratta però di un manuale, perché la curiosità letteraria e storica di Grazioli lo porta a citare aneddoti e frasi di autori delle più diverse epoche.
A partire da Konrad Lorenz, che amava dire: «Non c’è fedeltà che non tradisca almeno una volta, tranne quella di un cane». Per par condicio aggiungiamo Albert Schweitzer, convinto che «musica e gatti siano un ottimo rifugio dalle miserie della vita».