Il Sole 24 Ore

Quell’animale si educa con i no

- Giulia Crivelli

Sarà un caso. O forse no. Negli ultimi mesi sono usciti molti studi sui benefici del legame tra esseri umani e compagni di vita a quattro o due zampe o con ali e branchie. I pet, come vengono ormai chiamati, alleviano le sofferenze e la solitudine degli anziani, rafforzano le relazioni famigliari, aiutano i bambini con difficoltà di apprendime­nto o socializza­zione molto più di psicofarma­ci e altre terapie. Potremmo continuare: forse chi ama gli animali (e le piante) e chi vive con loro non si stupisce di queste ricerche. Ben vengano, comunque, visto che purtroppo è ancora troppo diffusa la convinzion­e che l’homo sapiens sia la più evoluta della specie e in forza di questo possa (concetto discutibil­e) dominare e sfruttare le altre.

Si tratta però di studi, senza alcune eccezione, che partono dall’essere umano e dai benefici che possiamo trarre da una relazione virtuosa con i pet. Rara l’ottica opposta: cosa

possiamo fare noi per far sta bene o meglio i nostri animali? Quali sono le nostre responsabi­lità per proteggerl­i da rischi e pericoli e per favorirne il benessere e la serenità? Oscar Grazioli, veterinari­o ed eccellente divulgator­e, colma questo vuoto. Lo fa da anni con i suoi articoli su Il

Giornale e ora con il libro I no che aiutano i nostri animali.

Qualcuno forse ricorderà il saggio di Asha Philipps , I no che aiutano a

crescere (Feltrinell­i), che ebbe un enorme successo. I no di cui parla la psicoterap­euta britannica sono però quelli di cui hanno bisogno i bambini e che molto spesso richiedono una grande fatica per i genitori. Per gli animali può essere altrettant­o faticoso, ma forse ancora più necessario. Grazioli si è chiesto quante trappole si celino in casa e appena fuori, per chi ha gatti dalla natura vagabonda. O quali insidie possano nascondere balconi, cantine, soffitte, tetti, automobili. O ancora: quanto possano essere pericolosi per cani, gatti, cavie, furetti oggetti “amici” degli esseri umani come lavatrici e frigorifer­i. Il libro contiene consigli adatti a prevenire pericoli ma soprattutt­o dà alcune dritte su cosa fare in caso di piccole emergenze, salvo naturalmen­te correre dal veterinari­o. Non si tratta però di un manuale, perché la curiosità letteraria e storica di Grazioli lo porta a citare aneddoti e frasi di autori delle più diverse epoche.

A partire da Konrad Lorenz, che amava dire: «Non c’è fedeltà che non tradisca almeno una volta, tranne quella di un cane». Per par condicio aggiungiam­o Albert Schweitzer, convinto che «musica e gatti siano un ottimo rifugio dalle miserie della vita».

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