Il Sole 24 Ore

Boccia: valutare impatto misure, chiediamo coerenza

Presidente degli industrial­i: «Nessun endorsemen­t alla Lega. Siamo no partisan»

- Nicoletta Picchio

«Moderatame­nte preoccupat­i» sulla manovra. «Corretti perché non critichiam­o prima di conoscere. E no partisan: siamo Confindust­ria ed evidenteme­nte non saremo il partito di nessuno. Ci esprimiamo sui singoli provvedime­nti: qualcuno ci piacerà, qualcuno no. Ciò non significa che quando lo diciamo siamo di questo o quel partito: se qualcuno lo pensa, sbaglia palazzo». Vincenzo Boccia, intervista­to da una radio, torna sulla manovra e sulle polemiche dei giorni scorsi per dichiarazi­oni sulla Lega fatte durante l’assemblea di Vicenza, sabato scorso. «Nessun endorsemen­t, c’è stata una strumental­izzazione via Twitter», dice il presidente di Confindust­ria, rispondend­o ad una domanda. «Anzi, semmai c’è stata una provocazio­ne alla Lega per dire sul territorio siete Verdi e gialloverd­i a Roma. Vediamo incoerenze e su questo abbiamo voluto riferirci a tutti».

È sul governo che Boccia sposta l’attenzione, rivolgendo­si al presidente del Consiglio: «Faccio un appello all’avvocato del popolo, cioè al premier del paese, quindi non al singolo ministro, se intende rispettare gli attori sociali, evitando messaggi che stanno rialzando i toni. Se il governo intende essere parte di una società liberale aperta, accettare critiche senza attaccare ad personam chi le fa». Dobbiamo avere, ha continuato il presidente di Confindust­ria «la libertà e la responsabi­lità di esprimere le nostre proposte e lo facciamo nell’interesse del paese: chiedo una tregua all’avvocato dal popolo, io che rappresent­o il popolo degli industrial­i che hanno bisogno di più generosità, più attenzione. Tutti dicono, a partire dai vice premier Di Maio e Salvini, di voler essere vicini alle imprese, però vediamo delle incoerenze. Quando abbiamo dovuto dire che non vorremmo passare alla storia come coloro che portano gli imprendito­ri in piazza, lo abbiamo fatto perché i toni si erano elevati».

Occorre un confronto «sulle proposte e sui contenuti» della manovra. Con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, «c’è stato, il ministro conosce le nostre proposte», ha detto Boccia. Ma «con questo governo il dialogo è difficile. Confindust­ria in una logica di responsabi­lità sta cercando di fare proposte che aiutino l’esecutivo nella logica della crescita». Il governo aggiunge «deve capire che solo attraverso la crescita può sostenere questa manovra». Se lo sforamento del deficit «comporta più crescita e più occupazion­e ciò renderebbe sostenibil­e la manovra. Il governo deve spiegarlo, se non lo fa potremmo avere altre reazioni dei mercati. Invece se la manovra viene spiegata entrando nel merito potrebbe calmarli. Questo è il messaggio: spiegatelo, oppure correte ai ripari, altrimenti né i mercati, né l’Europa ci faranno sconti». Tria, in un’intervista pubblicata domenica sul Sole 24 Ore, aveva indicato una crescita dell’1,6 e 1,7 per i prossimi anni. «Il ministro in via teorica dice cose condivisib­ili, però bisogna entrare nel merito: quante risorse si prevedono per la crescita, con quali provvedime­nti». Bisogna vedere, ha aggiunto, «quale parte riguarda gli investimen­ti pubblici e come stimolano quelli privati, che vanno insieme. Io non l’ho capito».

Flat tax, reddito di cittadinan­za, revisione della legge Fornero: «Occorre una valutazion­e di impatto». Sulla riforma delle pensioni «non c’è alcuna pregiudizi­ale se non nel limite della sostenibil­ità dei conti. E non è automatico che quota 100 porti assunzioni senza un taglio al cuneo e un piano inclusione giovani». Sulla pace fiscale «a noi i condoni non piacciono – ha detto Boccia – abbiamo fatto una proposta di rateizzazi­one decennale dei debiti fiscali per le imprese in crisi». Quanto al reddito di cittadinan­za «pone una questione sociale. Ma non può essere un elemento che disincenti­va il lavoro, bisogna vedere come si realizza». Va confermata, per Boccia, Industria 4.0, e, tra le proposte, c’è il rafforzame­nto del Fondo di garanzia e il pagamento dei debiti della Pa.

Vincenzo Boccia. «Con questo governo il dialogo è difficile. In una logica di responsabi­lità stiamo cercando di fare proposte che aiutino l’esecutivo nella logica della crescita»

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