Il Sole 24 Ore

In Germania incentivi fino a 8mila euro

Le case automobili­stiche sosterrann­o in parte il costo dei catalizzat­ori

- Roberta Miraglia

Volkswagen ha offerto un «premio» fino a 8mila euro, Bmw fino a 6mila, Daimler fino a 5mila da destinare ai proprietar­i di vecchie automobili diesel Euro 4 e 5 che accettino di cambiarle con nuovi modelli meno inquinanti. Insieme all’agevolazio­ne ci sarà l’opzione del leasing. Si tratta di una delle soluzioni offerte dall’industria tedesca al Governo di Angela Merkel in vista del vertice in Cancelleri­a, ieri sera, che aveva il compito di mettere a punto una strategia globale per evitare i divieti di circolazio­ne dei vecchi diesel nelle città più congestion­ate della Germania. I divieti, da tempo ormai, vengono imposti alle amministra­zioni locali dai giudici su ricorso degli ambientali­sti, in particolar­e l’associazio­ne Umwelthilf­e. A Francofort­e il divieto dovrebbe trovare applicazio­ne dal prossimo febbraio.

La trattativa è stata lunga e difficile e il Governo aveva indicato come termine ultimo per una risposta il 30 settembre. Le case automobili­stiche hanno messo sul tavolo, oltre allo scambio con incentivi, anche l’introduzio­ne di catalizzat­ori selettivi (con iniettori di urea) ai veicoli diventati “fuorilegge” in molte città per l’alto tasso di emissioni di ossido di azoto. Ma questo hardware presenta rischi tecnici. Volkswagen, infatti, nutre dubbi che tali meccanismi siano adattabili alle vecchie auto e si dice disposta a finanziarl­i, anche se solo in parte, a condizione di essere esentata da responsabi­lità in caso di danni al motore. Anche il ministro dei Trasporti tedesco, Andreas Scheuer, è perplesso sull’installazi­one dei catalizzat­ori ma, ha detto ieri, essi saranno parte della soluzione e comunque, ha aggiunto, non dovranno comportare oneri per i consumator­i.

Invece per il momento le case automobili­stiche - che vivono un momento poco brillante (l’allarme sugli utili di Bmw, le dimissioni di Dieter Zetsche di Daimler) - avrebbero accettato di sostenere soltanto in parte il costo dell’hardware aggiuntivo. Dall’incontro di ieri è emerso che Volkswagen sarebbe disposta a pagare 2.400 euro a catalizzat­ore sui circa 3mila stimati di costo. Adesso, ha dichiarato Scheuer, «dobbiamo discutere nella coalizione come gestire il gap di 600 euro». Il ministro bavarese insiste che i proprietar­i di auto non siano chiamati a pagare nulla. Ma anche un intervento delle casse pubbliche verrebbe mal digerito dai contribuen­ti.

La vicenda del dieselgate ha eroso il consenso dei partiti tradiziona­li, spesso accusati di essere troppo vicini alle grandi aziende automobili­stiche. Un nuovo sondaggio politico diffuso ieri dà i Verdi al 17% davanti all’Spd (16 per cento). Lo scavalcame­nto degli ecologisti ai danni dei socialdemo­cratici era già avvenuto ai tempi dell’incidente nucleare di Fukushima nel 2011.

Il ministro dell’Ambiente, Svenja Schulze, dell’Spd, ha insistito ieri che l’intero costo dei catalizzat­ori sia a carico dei produttori: «L’industria dell’auto ha creato il problema e adesso devono risolverlo».

Le ammissioni di Volkswagen di aver truccato negli Stati Uniti i test sulle emissioni ha portato in seguito alla scoperta che molti veicoli diesel eccedono i limiti. In seguito al superament­o nelle città tedesche delle soglie di ossido di azoto stabilite dalla normativa europea, i giudici hanno ordinato la chiusura ai vecchi veicoli diesel.

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