Necessaria una regìa europea
Mario Peserico (Indicam): «Bisogna responsabilizzare le piattaforme online»
Deluso? «Un po’ me l’aspettavo. Perche in Europa sono pochi i Paesi che fanno davvero la lotta ai falsi».
Per Mario Peserico, direttore generale di Eberhard & Co e presidente di Indicam (l’associazione anticontraffazione dei grandi marchi) «Ancora una volta questi dati dimostrano come i singoli Paesi Ue debbano adottare procedure e approcci di controllo uniformi a livello di dogane, in modo che le analisi di rischio delle merci potenzialmente ”fake” siano uniformi tra loro e non creino punti di debolezza ai confini. Il problema è che negli Stati membri del Nord Europa, soprattutto, non c’è la volontà di farlo, perchè hanno meno marchi propri da tutelare, hanno una forte vocazione mercantile e nel rapporto costi-benefici non hanno convenienza a fare i controlli». Anzi, il dato sull’aumento degli arrivi di prodotti contraffatti via posta e via corriere non devono fare in alcun modo abbassare i controlli sul fronte dei possibili arrivi via mare con i containers che, come ricorda la Commissione stessa, è ancora oggi il settore con il peso maggiore, e nel contempo ci dice che un internet esente dalla collaborazione dei big player del commercio elettronico è un mercato inquinato e rischioso.
«Quì non si tratta di limitare la libertà degli utenti in rete – precisa ancora Peserico – ma, oltre a un forte coordinamento Ue sui temi doganali, servirebbe richiamare le grandi piattaforme social e e-commerce a una maggiore responsabilità».
Infine, per Peserico c’è anche un’altra preoccupazione. «Alle spalle della Cina – ha concluso – crescono i falsi dalla Turchia, Paese alle porte della Ue, sostenuto economicamente anche dalla Ue, che è sia produttore che hub logistico. È anche un forte Paese manifatturiero, capace di produrre prodotti di migliore qualità rispetto a quelli asiatici e di alzare, dunque, anche il livello qualitativo dei falsi».