Costruzioni, tutti puntano sull’estero Nel 2017 commesse per 17,4 miliardi
Il ministro Moavero: «Potete dare un importante contributo alla crescita» Il fatturato complessivo realizzato fuori confine è salito di un altro 1,9%
La presenza all’estero dei costruttori italiani si consolida, con il 13° anno di crescita consecutiva e un fatturato di 14,4 miliardi di euro, contro i 3,1 del 2004. Nel 2017 le nuove commesse sono state pari a 17,4 miliardi, con una presenza sempre più forte nei paesi Ocse e calante invece nei paesi meno affidabili, e il portafoglio totale è salito a 82,2 miliardi.
«Dati lusinghieri – ha però sferzato il ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi – ma non dobbiamo cullarci sugli allori. Si può fare meglio, soprattutto nelle gare per le reti Ten-T in Europa». «Siamo pronti – ha poi risposto il presidente dell’Ance Gabriele Buia ai taccuini di Radiocor Plus – ma non dimentichiamoci che i big francesi, tedeschi o spagnoli hanno alle spalle un mercato interno forte, mentre in Italia gli investimenti in opere pubbliche sono crollati del 50% negli ultimi dieci anni. E quando vanno all’estero i big stranieri hanno spesso un supporto e delle garanzie che noi non abbiamo». Buia riconosce comunque che «parte del successo delle nostre imprese all’estero si deve anche alla rinnovata collaborazione tra le imprese e il ministero degli esteri, le ambasciate, l’Ice, e tutto il sistema, avviato nel 2004 e via via cresciuto».
Ieri alla Farnesina, a Roma è stato medie o piccole imprese che hanno puntato sulla specializzazione e la qualità, la maggior parte hanno subito il crollo del 35% degli investimenti in costruzioni e il ridimensionamento sul Pil dal 12 all’8%, con la conseguente chiusura di 100mila imprese edili e la perdita di 600mila posti di lavoro. Un crollo che il boom all’estero è riuscito solo in parte a compensare.
Tornando al rapporto, nel 2017 il fatturato complessivo realizzato fuori confine nel panel Ance è salito di un altro 1,9%, da 14,127 a 14,390 miliardi di euro, e con nuove commesse per 17,4 miliardi, un dato più basso del record di 20,8 miliardi del 2016, ma comunque terzo risultato migliore degli ultimi anni.
Il portafoglio ordini delle imprese di costruzione italiane nel mondo è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni, dai 34,1 miliardi del 2007 agli 82,2 di fine 2017 (ultimo dato disponibile). Tuttavia le commesse in corso (gli 82,2 miliardi) segnalano un calo rispetto al dato record di 90,7 miliardi di fine 2016, e anche rispetto agli 87,2 miliardi del 2016. Anche le nuove commesse 2017 (17,4 miliardi) segnalano una lieve battuta d'arresto nella crescita, rispetto ai 20,8 mld del 2016. Continua a rafforzarsi, però, la presenza delle imprese italiane nei paesi Ocse (quelli economicamente più avanzati), con un portafoglio salito dai 6,4 miliardi del 2007 (18,7% del totale) ai 17,4 miliardi del 2017 (21,1% del totale).
Il salto si vede soprattutto negli ultimi anni: nel 2017 il 55% delle nuove commesse italiane era nei Paesi Ocse (40% nei soli lavori, il resto sono concessioni), il 50% nel solo G-20 (36% nei lavori).
«Faccio un appello alle imprese italiane di costruzione - ha detto Moavero ieri alla Farnesina - potete dare un importante contributo alla crescita italiana. E vi lancio tre spunti, tre campi dove si può fare meglio: 1) le gare europee sulle reti Ten-T: potete e dovete vincerne di più; 2) sui Fondi Ue in Italia dobbiamo fare meglio, migliorare la qualità della spesa, e mi aspetto da voi un importante contributo; 3) deve migliorare la presenza del sistema Italia nel mondo». Tra gli impegni all’estero Moavero ha ricordato «lo spazio aperto dal recente e importante accordo di pace Etiopia-Eritrea». Nei giorni scorsi all’Onu, incontrando i ministri degli esteri dei due paesi, Moavero aveva sottolineato che «L’Italia è pronta ad accompagnare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile di Etiopia e Eritrea, con investimenti, interventi di cooperazione e programmi di educazione e formazione».