Gian Giacomo Ferraris, il mago dei «turn-around»
Saranno stati i molti interlocutori che ha avuto negli anni, grandi gruppi ma anche fondi di private equity; saranno le diverse culture manageriali con le quali si è confrontato – italiana, inglese, americana e giapponese; sarà forse, più semplicemente, la sua indole e il suo carattere deciso ma dai modi gentili. Fatto sta che la carriera di Gian Giacomo Ferraris, da due anni amministratore delegato di Roberto Cavalli, è costellata di turn around di successo e di qualche missione data per impossibile e poi invece completata. Nel 2004 venne scelto come ceo di Jil Sander, venduta nel 2006 da Prada al fondo Change Capital e nel 2008 al gruppo Onward, quotato alla Borsa di Tokyo. L’ebitda passò da -12,9 milioni nel 20015 a +6,1 milioni nel 2017, a fronte di ricavi per 130 milioni. Nel 2009 Ferraris raccolse la sfida di Versace, dove fece ancora meglio: in meno di due esercizi il bilancio chiuse in utile e i ricavi tornarono a crescere del 20% all’anno. Nel 2014 Ferraris orchestrò la vendita al fondo Blackstone del 20% della Versace, per 210 milioni. Nel 2016 il passaggio a Roberto Cavalli: per il 2019 è previsto il ritorno all’utile, grazie ai progetti legati al lifestyle e alla spinta creativa dello stilista Paul Surridge, scelto da Ferraris, nel 2017, per co-guidare la svolta.
MANAGER DEL LUSSO Da Jil Sander a Versace a Cavalli. Ha riportato utili e crescita a tutte e
tre le maison