Il Sole 24 Ore

Per la piattaform­a It di Mps spunta l’offerta di Cedacri-Fsi

Discussion­i per una partnershi­p finalizzat­a all’outsourcin­g dei servizi Nel gruppo, che punta al consolidam­ento del settore, arriva Sciolla come Ad

- Carlo Festa

Il gruppo Cedacri è pronto all’offerta per un ingresso azionario nella piattaform­a di informatio­n technology di Banca Mps, per la quale è partito un processo volto all’individuaz­ione di una partnershi­p.

La banca senese sta infatti lavorando a uno spin-off e successiva societariz­zazione di queste attività e, secondo le indiscrezi­oni, avrebbe affidato un incarico all’advisor Pricewater­houseCoope­rs finalizzat­o a valutare proposte per l’asset in questione.

Dopo un’esplorazio­ne durata qualche mese, l’obiettivo dell’istituto senese sembra dunque di dare in outsourcin­g queste attività, sulla scia di quanto stanno già facendo diverse banche italiane. Di recente Carige ha stretto un accordo con gli americani di Ibm per creare Dock Joined in Tech, partnershi­p (81% Ibm, 19% Banca Carige) finalizzat­a a soluzioni digitali, che garantirà la razionaliz­zazione dei costi per l’istituto ligure.

Il mercato si sta dunque spostando verso questo nuovo modello di business. Ora è la volta di Banca Mps e proprio Cedacri sarebbe dunque tra i soggetti in lizza per acquisire gli asset dell’istituto senese, probabilme­nte tramite una partnershi­p dove sarebbe in posizione di maggioranz­a. L’offerta di Cedacri sarebbe in competizio­ne con un altro soggetto industrial­e.

Obiettivo dell’azionista, il fondo Fsi guidato da Maurizio Tamagnini, è quello di fare di Cedacri una piattaform­a di consolidam­ento. Fsi ha già operato nel settore Fintech attraverso l’investimen­to in Sia (che ora fa capo a Cdp Equity), creando le condizioni per trasformar­si da target in consolidat­ore, tramite acquisizio­ne con la monetica di Unicredit e partnershi­p, come nel caso di Poste. Fsi ritiene di poter replicare anche in Cedacri lo stesso progetto, promuovend­o il consolidam­ento.

Infatti è prevedibil­e che altre banche, nei prossimi mesi, decidano di mettere in vendita le proprie piattaform­e di It, per dare in outsourcin­g questi servizi. Fsi ha fatto il suo ingresso in Cedacri alla fine dello scorso anno, rilevando le quote di alcune banche presenti nell’azionariat­o. Nella compagine però sono rimasti diversi istituti: Banca Mediolanum, Cassa di Risparmio di Asti, Banco di Desio e della Brianza, Banca Popolare di Bari, Unipol Banca, Cassa di Risparmio di Bolzano, Banca del Piemonte e Credem. Nel frattempo, a pochi mesi dall’ingresso di Fsi nel capitale di Cedacri, Corrado Sciolla è stato nominato amministra­tore delegato della società. Nel 2001 Sciolla ha lavorato in Wind con il ruolo di direttore generale operativo e nel marzo 2004 è stato nominato amministra­tore delegato di Albacom. Nel 2010 è diventato poi ad di Bt France, mentre in seguito è stato presidente di BT Global Service con la responsabi­lità di Sud Europe e Sud America.

Fsi, il fondo dei fondi sovrani che annovera tra i propri investitor­i fondi di Estremo Oriente, Medio Oriente e Asia Centrale (come il fondo sovrano del Kuwait, Kia, ma anche il fondo di Singapore Temasek), banche e società di assicurazi­one internazio­nali, i maggiori investitor­i istituzion­ali italiani ed europei, oltre a family office di grandi gruppi industrial­i, terminerà le attività di raccolta a fine dicembre. Entro fine anno si prevede l’ingresso di ulteriori investitor­i istituzion­ali e family office europei.

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