Il Sole 24 Ore

Citi si accanisce sulle banche italiane

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Ben più rapidi delle agenzie di rating, i broker delle case d’affari assegnano upgrade e downgrade non appena avvertono un possibile cambio di vento. Se il mercato inizia già a mettere in conto un taglio dei giudizi da parte delle agenzie sui titoli di Stato, non sorprende che ieri Citi abbia tagliato il giudizio sulle banche italiane da “overweight” a “neutral”, a causa delle mosse dell’Esecutivo sul fronte del Def e delle potenziali conseguenz­e. Per gli analisti della banca d’affari, citati da Bloomberg, lo scenario attuale minaccia di far aumentare gli spread e accrescere i rischi macroecono­mici. Con una provvista di liquidità che per gli istituti si profila più costosa, l’effetto più probabile è un aumento del costo dei prestiti, e di conseguenz­a una stretta al credito verso imprese e famiglie. Ce n’è abbastanza per attendersi che il mercato resti molto cauto sull’Italia, limitando le possibilit­à di “upside” dei titoli. Da qua la riduzione a raffica dei target price a causa delle prospettiv­e di un maggior costo del capitale e, di converso, di margini più bassi. Il taglio del giudizio a “neutral” ha colpito pressoché tutti: Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Bper, Ubi. A salvarsi è solo Mediobanca, su cui Citi mantiene il giudizio “buy” (acquistare). (L. D.)

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