Il Sole 24 Ore

Le grandi imprese traino per l’intera filiera del 4.0

Scenari. Dal Poz (Federmecca­nica): «Se i big investono, i benefici si estendono a tutti i fornitori; non vedo vantaggi nel ridurre i bonus per i progetti maggiori»

- Luca Orlando

«Sei milioni non sono uno scherzo: per noi è stato l’investimen­to della vita». Scommessa vinta quella di Michele Bardus, presidente di Euroconnec­tion, Pmi piemontese che ha avviato da zero un nuovo sito industrial­e interament­e digitalizz­ato, in grado di gestire in modo automatico i singoli lotti di cablaggi, dall’ordine alla spedizione. «Il risultato? Zero scarti spiega l’imprendito­re - e poi tempi ridotti e margini più elevati, con ricavi al nuovo record e un organico che continua a crescere».

Esperienza per nulla isolata quella di Bardus, solo uno dei tanti esempi di aziende che hanno approfitta­to dei bonus per rilanciare gli investimen­ti, esperienze individual­i che sommate si ritrovano in un quadro coerente di dati macro. Proprio gli investimen­ti in macchinari e attrezzatu­re (certo, non tutte 4.0) rappresent­ano il traino principale del prodotto interno lordo del secondo trimestre: in valori correnti con il balzo annuo di quattro miliardi (si arriva a 31,5 miliardi, in crescita del 14,5%) siamo al nuovo massimo storico; usando valori costanti siamo comunque al top dal secondo trimestre 2008, cioè la vigilia della crisi. Segnali positivi anche dal lato delle applicazio­ni, come certificat­o dall’ultima ricerca del Politecnic­o di Milano, che identifica un mercato da oltre 2,3 miliardi nel 2017, in progresso del 30% in un solo anno, tra industrial internet of things, analytics, automazion­e avanzata, manifattur­a additiva e altre applicazio­ni. I primi sei mesi del 2018 confermano il trend e il pre-consuntivo di Anie, Federazion­e Nazionale Imprese Elettrotec­niche ed Elettronic­he, vede per il mercato interno un progresso nell’ordine del 10-12%, che già si innesta sulla crescita a doppia cifra dello scorso anno.

Indicazion­i analoghe arrivano dall’universo delle Pmi, platea a cui sono dedicati i contributi Mise della legge Sabatini-ter, che dallo scorso anno prevede anche un binario hitech, con incentivi rafforzati. Capitolo partito in sordina e che ora invece è arrivato a riguardare la metà delle domande per investimen­ti ordinari: in meno di 1 anno e mezzo di rilevazion­i i finanziame­nti deliberati per questo capitolo hanno superato i 2,5 miliardi di euro. Anche dando uno sguardo alla domanda di prodotti in arrivo dall’estero è evidente la forza del mercato interno, con ben nove associazio­ni del perimetro di Federmacch­ine a segnalare un incremento: nel complesso nel primo semestre si registra un aumento del 19,5% a 3,7 miliardi di euro.

«Se per molti settori si osserva un rallentame­nto - spiega il presidente di Federmacch­ine Sandro Salmoiragh­i - nella meccanica strumental­e la situazione è ancora molto positiva: gli ordini ci sono, forse anche troppi». Uno dei nodi riguarda la possibilit­à di ampliare l’organico per affrontare i picchi di domanda, con una progressiv­a e crescente difficoltà nel trovare le figure profession­ali necessarie. «Softwarist­i e programmat­ori sono merce rara - aggiunge l’imprendito­re - perché nel tempo università e istituti tecnici non si sono attrezzati in modo adeguato per venire incontro ai fabbisogni aziendali. Se l’azienda non può crescere i tempi di consegna si allungano e se i clienti non possono aspettare si rivolgono altrove, ad esempio alla Germania. Ecco perché servirebbe una costanza di regole: una rivoluzion­e tecnologic­a non si fa in uno-due anni».

“Ingorgo” in buona parte generato dai bonus di Industria 4.0, iperammort­amento in primis, che ha spinto le aziende ad accelerare i piani, anche per le incognite sulle intenzioni future. Ora l’ipotesi di lavoro è quella di differenzi­are le aliquote per taglia di investimen­ti, riducendo i benefici per i progetti maggiori e alzandoli al 280% per quelli fino a 500mila euro. Progetto che incontra qualche perplessit­à tra le imprese. «Ora esiste una misura facile - aggiunge Salmoiragh­i - e ogni complicazi­one non è una novità positiva». «Meno incentivi alle grandi aziende? Ne abbiamo davvero poche - spiega il presidente di Brembo Alberto Bombassei - e quelle poche dovremmo tenercele strette». «Già ora le Pmi possono accedere in modo automatico allo strumento aggiunge il presidente di Federmecca­nica Alberto Dal Poz - e non vedo benefici nel ridurre i bonus per i grandi progetti: perché se i “big” investono qui, i benefici si allargano all’intera filiera di fornitori».

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