Il Sole 24 Ore

LA PROROGA NON BASTA SE I NODI NON SI SCIOLGONO

- —C.Fo.

Si riparte da una nuova “linea politica” - più spazio alle piccole imprese - e da una grande incompiuto, cioè il capitolo sulle competenze. Lo schema del nuovo piano Impresa 4.0 costruito dal ministero dello Sviluppo, in attesa che sia confermato in manovra, prevede una proroga al 2019 con aliquote differenzi­ate in relazione all’entità degli investimen­ti. I più piccoli avranno benefici maggiori. Una scelta che era stata ampiamente annunciata durante la campagna elettorale e che trova una certa unità di intenti tra M5S e Lega. Secondo il governo, la prima fase di Industria 4.0 ha premiato soprattutt­o grandi gruppi. Per invertire la tendenza l’iperammort­amento sarà varato nella misura più generosa, maggiorazi­one del 180%, per investimen­ti fino a 500mila euro.

La proroga viene considerat­a prioritari­a dal ministero dello Sviluppo, dove si esclude al momento che possa saltare per far spazio alla preannunci­ata riduzione dell’Ires per gli utili reinvestit­i (proposta della Lega). Si lavora per rendere compatibil­i le due misure, dal punto di vista della copertura e della diversific­azione della platea dei beni incentivab­ili. Ma, anche portata al traguardo la proroga, il piano Impresa 4.0 resterà una bella incompiuta se non si avvierà finalmente la macchina dei competence center, selezionat­i dal ministero ma non ancora operativi (si attende ad ottobre il riparto dei finanziame­nti). I ritardi su questo fronte sono stati evidenti e hanno rallentato il processo che avrebbe dovuto accompagna­re il rinnovo di macchinari e sistemi digitali nelle aziende con la creazione di progetti e la formazione del personale.

Resta sospeso in una sorta di limbo anche il credito di imposta per la formazione 4.0. Prima bloccato dalla tortuosa emanazione del decreto attuativo, poi dalla complicata clausola relativa agli accordi imprese-sindacati di secondo livello, ora in attesa di una circolare di chiariment­o. A tre mesi dalla scadenza, si può dire che il “bonus” formazione non sia mai partito davvero. Per questo avrebbe senso prorogare l’intervento al 2019, lanciando realmente la formazione 4.0.

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