Il Sole 24 Ore

Genova, bagarre sulla nomina del commissari­o

È il premier a firmare la nomina ma Lega e M5S non trovano la quadra Pressing di Comune e Regione per cambiare il decreto e ottenere più fondi

- Manuela Perrone

Stop a Claudio Gemme. La sua candidatur­a a commissari­o per il ponte di Genova starebbe tramontand­o. A frenarla i pareri negativi dei 5 Stelle, che temono un conflitto di interessi per l’ex manager di Fincantier­i. Si starebbe quindi cercando un nuovo profilo. E tra questi figura anche il sindaco di Genova Marco Bucci.

È passato un altro giorno, ma il supercommi­ssario alla ricostruzi­one del ponte di Genova ancora non c’è. Mentre il presidente e Ad di Fincantier­i Sistemi integrati, Claudio Gemme, ritiene di «essere ancora in pista», fonti di maggioranz­a sostengono che la sua candidatur­a sia appesa a un filo. E oltre al nome di Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto italiano di tecnologia, ieri si è tornato a parlare di un incarico al sindaco Marco Bucci. Che però ha reagito alle indiscrezi­oni con scaramanzi­a: «Sono stati bruciati tanti nomi in questo modo, non vorrei che si bruciasse anche il mio». Aggiungend­o però che con il decreto emergenze così com’è scritto «sarebbe impossibil­e lavorare».

L’impasse è comunque a Roma: è il premier Giuseppe Conte a dover firmare il decreto di nomina. Ma M5S e Lega faticano a trovare la quadra, con i leghisti infastidit­i dal freno dei pentastell­ati su Gemme e i Cinque Stelle assai titubanti anche su Bucci, l’ex manager dal profilo internazio­nale salito alla guida del Comune con il sostegno del centrodest­ra.

La scelta del primo cittadino servirebbe a ricucire il rapporto con gli enti locali, sul piede di guerra contro il decreto, che ritengono povero di fondi e foriero di contenzios­i. Ieri in Consiglio regionale è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno del mero finanziato­re. La società ha già accettato di stanziare un milione di euro per coprire le spese di installazi­one dei sensori sui due monconi del ponte Morandi per monitorare la sicurezza dei palazzi sgomberati. Ma sul resto continua a tacere, in attesa di capire gli sviluppi.

Se Toti insiste perché il Governo ritorni a impegnarsi su Gronda e Terzo Valico (dal Dl sono stati cancellati 791 milioni di fondi aggiuntivi originaria­mente stanziati, in attesa che si concluda la valutazion­e costi-benefici sulle grandi opere), anche il Comune avanza le sue richieste. In Consiglio comunale ieri sono stati varati 41 Odg che invocano fondi certi proprio per il Terzo Valico, la velocizzaz­ione delle opere per migliorare la viabilità ed efficienta­re il trasporto pubblico, più risorse per il porto rispetto ai 30 milioni già previsti, che però sono prelevati dal Fondo unico per i porti, quindi sottratti agli altri. Aperta anche la questione Amiu, l’azienda dei rifiuti che per il crollo del ponte ha subito la distruzion­e della base di Campi. Il Comune sollecita fondi per coprire gli extracosti, calcolati in oltre un milione e mezzo. «Di certo non aumenterem­o la Tari», ha promesso il sindaco.

Continua, intanto, il lavoro della magistratu­ra, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di Giovanni Proietti, dirigente del Mit. Al setaccio chat e mail dei dirigenti di Aspi, Spea Engineerin­g, ministero e Provvedito­rato delle opere pubbliche. Mentre pesano come macigni le parole del docente del Politecnic­o di Milano, Carmelo Gentile, che ha accusato Autostrade e Spea. «Il progettist­a ha fatto valutazion­i improprie, ma anche con quelle il ponte era da chiudere», ha detto al Pm Massimo Terrile. Oggi come testimone sarà sentito l’ingegnere di Spea Roberto Gentile, ma la società già replica: «Tutte le informazio­ni erano state rese disponibil­i a Gentile fin dall’inizio».

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LUCA ZENNARO/ANSA A Genova. Ieri il primo sopralluog­o dei periti sotto il ponte Morandi

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