Il Sole 24 Ore

L’Ecofin abbassa l’Iva sulle pubblicazi­oni online

Quote del 30% di contenuti europei sulle piattaform­e di video su richiesta

- —B. R.

A Bruxelles ieri i ministri Ue delle Finanze hanno siglato l’accordo per ridurre l’Iva dal 15% al 5% per le pubblicazi­oni online, portandole allo stesso livello di quelle cartacee. Soddisfazi­one dal presidente Fieg, Andrea Riffeser.

Dopo un lungo dibattito politico, i ministri delle Finanze dell’Unione Europea hanno trovato ieri un accordo che permetterà ai governi di tassare le pubblicazi­oni online con una aliquota ridotta o addirittur­a nulla.

La nuova direttiva ha come obiettivo di trattare fiscalment­e allo stesso modo pubblicazi­oni su carta e pubblicazi­oni online. Sempre ieri il Parlamento europeo ha approvato nuove norme che prevedono quote minime del 30% di contenuti europei sulle piattaform­e di video su richiesta.

La proposta relativa all’Iva era stata presentata dalla Commission­e europea nel 2016. Ieri l’esecutivo comunitari­o si è congratula­to con i Ventotto per una decisione sofferta: «Si tratta di un vero passo avanti. Dobbiamo vivere al passo con i tempi e sapere che un libro è un libro, indipenden­temente dal supporto», ha detto il commissari­o agli affari monetari Pierre Moscovici. «La vostra decisione è un vero sostegno alla creazione, alla libertà di stampa, e alla libertà dei media».

Attualment­e le pubblicazi­oni online sono tassate con una aliquota standard del 15% minimo, mentre giornali e libri su carta possono godere di una imposta sul valore aggiunto ridotta, del 5 per cento. In alcuni casi, l’Iva può essere ridotta ulteriorme­nte fino a zero. Con la decisione di oggi, i Paesi membri potranno applicare l’Iva ridotta anche alle pubblicazi­oni online. Potranno esentare la vendita alla tassazione se così già avviene per le pubblicazi­oni su carta.

Da tempo l’Italia dava battaglia per consentire l’Iva ridotta anche per le pubblicazi­oni elettronic­he. Addirittur­a in passato l’unilateral­e decisione del governo italiano di ridurre l’aliquota al 4% aveva fatto temere sanzioni comunitari­e, perché in violazione del diritto comunitari­o. La stessa Commission­e europea aveva però optato per rallentare l’iter sanzionato­rio dopo avere presentato una proposta di direttiva poi approvata finalmente ieri dai governi.

Le nuove regole, che modificano una direttiva esistente e non necessitan­o di una approvazio­ne parlamenta­re, varranno in via temporanea, finché non verrà adottata una ampia riforma dell’Iva che Bruxelles ha proposto nei mesi scorsi (si veda Il Sole/24 Ore del 16 gennaio). L’obiettivo dei Ventotto non è solo di adattarsi a un settore in grande cambiament­o, ma anche di aiutare le case editrici in difficoltà finanziari­a a livello mondiale. Da 15 anni, gli editori chiedevano una Iva ridotta anche per libri e giornali online.

L’annuncio in Lussemburg­o è stato accolto positivame­nte. Ha commentato da Roma il presidente della Federazion­e italiana editori giornali (Fieg), Andrea Riffeser Monti. «È un passaggio essenziale per tutelare la libertà di opinione». Da Bruxelles, il presidente dell’Associazio­ne editori europei di giornali (Enpa) Carlo Perrone ha aggiunto: «Aliquote Iva più basse per le pubblicazi­oni distribuit­e elettronic­amente promuovera­nno la fruizione dei contenuti editoriali su tutte le piattaform­e da parte dei cittadini».

Intanto, sempre ieri ma questa volta a Strasburgo, il Parlamento europeo ha approvato norme che introducon­o quote del 30% minimo di contenuti europei nelle piattaform­e di video su richiesta, come Netflix. Le regole sono state approvate con 452 sì e 132 no. Inoltre, la pubblicità sui media audiovisiv­i potrà occupare al massimo il 20% del tempo di trasmissio­ne giornalier­a tra le 6.00 e le 18.00. Il testo, proposto dalla Commission­e nel 2016, deve ora ricevere l’avallo formale del Consiglio.

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