Bip, la Mc Kinsey italiana supera i 2.100 consulenti
Lo Bianco: «Obiettivo salire fra le 20-25 prime società di consulenza al mondo»
Bip (consulenza strategica) continua a crescere e ha appena superato la soglia dei 2.100 consulenti. Il presidente Nino Lo Bianco: «Il mio obiettivo? Nel giro di quattro anni vedere Bip fra le 20-25 prime società di consulenza al mondo».
«Il mio obiettivo? Nel giro di 4 anni vedere Bip fra le 20-25 prime società di consulenza al mondo». Sorride Nino Lo Bianco, presidente di Business Integration Partners, società specializzata in consulenza strategica e business integration da 180 milioni di fatturato nel 2017 e – muro appena sfondato – 2.100 dipendenti. «Sono il consulente più longevo – dice Lo Bianco – e faccio questo mestiere dal ’63. Per questo non voglio andare oltre con i progetti. Ma se guardo indietro vedo che con Bip è stata creata una storia di successo. Tutta italiana». In un settore in cui a dominare sono colossi multinazionali.
Quei 44 “professionals” del 2003, anno di avvio di Bip in Italia, sono dunque diventati 2.100 in una società che ora ha tre sedi in Italia, la principale a Milano, e filiali in 11 Paesi, fra cui Uk (qui si chiama Anagram), Spagna, Turchia, Brasile, Belgio, Svizzera, Stati Uniti, Emirati Arabi, Cile e Colombia. Lo Bianco divide questa esperienza con i due ad Carlo Capè e Fabio Troiani. E Bip in questi anni è cresciuta, molto, con un +15,3% di media annua fra 2009 e 2016 che si confronta con il +2,3% del settore del management consulting. La stessa slide segnala una “retention” della clientela dell’86% e come Bip possa contare su clienti top “fedeli” da oltre 13 anni. Si tratta di società come Enel, Eni, Tim, Snam.
La crescita si Bip in questi anni è stata organica, ma anche per acquisizioni. A questa dinamica ha contribuito l’ingresso del fondo di private equity franco-svizzero Argos Soditic che ha acquisito nel 2014, insieme a dodici manager della società, la quota di controllo di Bip. Da allora, la valutazione è cresciuta di gran lunga, fino ad arrivare a 200 milioni di euro, quando a marzo è stato il fondo di private equity Apax Partners a rilevarne il 60 per cento.
L’obiettivo è espandersi ancora con altre acquisizioni. Germania e Francia i possibili mercati target. «Contiamo di comunicare qualcosa entro fine anno», aggiunge Lo Bianco che, pensando al passato, vede un’attività «in cui essere italiani ha spesso rappresentato motivo di scetticismo. Questo ha anche rallentato la nostra espansione sui mercati europei». Il presente e il futuro invece fotografano «una professione tanto cambiata e che si evolve con grande rapidità, ad alto tasso di dinamismo». Il che però vuol dire anche poter pescare fra i giovani migliori: «Quest’anno abbiamo esaminato più di 50mila curricola per 480 assunzioni».