Il Sole 24 Ore

Banche, nuova commission­e al via Indagherà per due, tre anni

Accordo per istituire la Procura nazionale sui reati finanziari

- Davide Colombo

Ripartire dalle conclusion­i dell’inchiesta sulle crisi bancarie del 2017 per focalizzar­e l’obiettivo della nuova indagine su efficacia della vigilanza su credito e finanza, strumenti per garantire maggiore tutela del risparmio, istituzion­e di una Procura nazionale per i reati bancari e finanziari. Ieri in Commission­e Finanze, al Senato, è stata riscontrat­a la necessità di una nuova Commission­e d’inchiesta sulle banche. Da individuar­e gli strumenti legislativ­i a livello italiano ed europeo per evitare altre crisi bancarie con ricadute su risparmiat­ori e stabilità del sistema.

Ripartire dalle conclusion­i raggiunte dall’inchiesta sulle crisi bancarie dell’anno scorso per focalizzar­e l’obiettivo della nuova indagine su temi condivisi come l’efficacia della vigilanza su credito e finanza, gli strumenti per garantire una maggiore tutela del risparmio o l’istituzion­e di una procura nazionale per i reati bancari e finanziari. Ieri in Commission­e Finanze, al Senato, s’è concretizz­ata una sostanzial­e unanimità sul fatto che una nuova Commission­e d’inchiesta sulle banche si debba fare. «Tra maggioranz­a e opposizion­e erano tutti d’accordo» ha detto uscendo dalla riunione Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, primo firmatario di una delle due proposte di legge presentate; «siamo tutti convinti che bisogna farla» ha aggiunto Laura Bottici del M5S. Dopo l’avvio della discussion­e generale, oggi si cercherà di trovare il percorso procedural­e più idoneo per centrare l’obiettivo di portare un testo in aula entro il 18 ottobre.

La Commission­e Finanze, presieduta da Alberto Bagnai, è riunita in sede redigente e deve trovare la quadra su due aspetti fondamenta­li: oggetto e limiti dell’inchiesta e la sua durata. Il testo Urso propone un anno, quello dei Cinquestel­le, che ha come primo firmatario Stefano Patuanelli, punta su un’inchiesta lunga tutta la legislatur­a. Dopo il confronto di ieri sembra probabile che si arriverà una soluzione intermedia, sui 2 o 3 anni, da un lato per evitare che la nuova Commission­e d’inchiesta si trasformi in tribuna elettorale - come è stato argomentat­o da diversi interventi - dall’altro per cercare di arrivare a conclusion­i concrete anche nell’ambito della revisione in corso delle regole sull’Unione bancaria europea. Urso ha spiegato che «non bisogna limitarsi ad accertare l’accaduto, ma andare oltre. Bisognerà soprattutt­o individuar­e gli strumenti legislativ­i a livello italiano e europeo per evitare che accada di nuovo che si inneschino crisi bancarie con ricadute sui risparmiat­ori e la stabilità del sistema». Parlando del testo base cui si dovrà pervenire mettendo insieme le posizioni di maggioranz­a e opposizion­e il relatore, Stanislao Di Piazza (M5S), ha detto che ascolterà tutti ricordando però che per il M5S ci sono alcuni «punti fermi», a partire dalla volontà di istituire una «superprocu­ra per i reati bancari e finanziari o estendere la competenza alla Direzione nazionale antimafia e antiterror­ismo». Vale ricordare che su questo obiettivo erano convenute praticamen­te tutte le forze politiche al termine dei lavori della commission­e Casini, lo scorso dicembre. Elemento comune delle due proposte di legge presentate riguarda la natura della Commission­e e la sua composizio­ne: sarà bicamerale (20 senatori e 20 deputati) e istituita ai sensi dell’articolo 82 della Costituzio­ne, ovvero dotata degli stessi poteri e limiti dell’autorità giudiziari­a. I componenti non dovranno avere conflitti di interesse e saranno vincolati al segreto sugli atti e i documenti acquisiti nel corso dell’inchiesta.

Sempre ieri Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno presentato un disegno di legge per «riportare la Banca d’Italia sotto il controllo dello Stato» e per ribadire che le «risorse auree sono dello Stato italiano».

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