Banche, nuova commissione al via Indagherà per due, tre anni
Accordo per istituire la Procura nazionale sui reati finanziari
Ripartire dalle conclusioni dell’inchiesta sulle crisi bancarie del 2017 per focalizzare l’obiettivo della nuova indagine su efficacia della vigilanza su credito e finanza, strumenti per garantire maggiore tutela del risparmio, istituzione di una Procura nazionale per i reati bancari e finanziari. Ieri in Commissione Finanze, al Senato, è stata riscontrata la necessità di una nuova Commissione d’inchiesta sulle banche. Da individuare gli strumenti legislativi a livello italiano ed europeo per evitare altre crisi bancarie con ricadute su risparmiatori e stabilità del sistema.
Ripartire dalle conclusioni raggiunte dall’inchiesta sulle crisi bancarie dell’anno scorso per focalizzare l’obiettivo della nuova indagine su temi condivisi come l’efficacia della vigilanza su credito e finanza, gli strumenti per garantire una maggiore tutela del risparmio o l’istituzione di una procura nazionale per i reati bancari e finanziari. Ieri in Commissione Finanze, al Senato, s’è concretizzata una sostanziale unanimità sul fatto che una nuova Commissione d’inchiesta sulle banche si debba fare. «Tra maggioranza e opposizione erano tutti d’accordo» ha detto uscendo dalla riunione Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, primo firmatario di una delle due proposte di legge presentate; «siamo tutti convinti che bisogna farla» ha aggiunto Laura Bottici del M5S. Dopo l’avvio della discussione generale, oggi si cercherà di trovare il percorso procedurale più idoneo per centrare l’obiettivo di portare un testo in aula entro il 18 ottobre.
La Commissione Finanze, presieduta da Alberto Bagnai, è riunita in sede redigente e deve trovare la quadra su due aspetti fondamentali: oggetto e limiti dell’inchiesta e la sua durata. Il testo Urso propone un anno, quello dei Cinquestelle, che ha come primo firmatario Stefano Patuanelli, punta su un’inchiesta lunga tutta la legislatura. Dopo il confronto di ieri sembra probabile che si arriverà una soluzione intermedia, sui 2 o 3 anni, da un lato per evitare che la nuova Commissione d’inchiesta si trasformi in tribuna elettorale - come è stato argomentato da diversi interventi - dall’altro per cercare di arrivare a conclusioni concrete anche nell’ambito della revisione in corso delle regole sull’Unione bancaria europea. Urso ha spiegato che «non bisogna limitarsi ad accertare l’accaduto, ma andare oltre. Bisognerà soprattutto individuare gli strumenti legislativi a livello italiano e europeo per evitare che accada di nuovo che si inneschino crisi bancarie con ricadute sui risparmiatori e la stabilità del sistema». Parlando del testo base cui si dovrà pervenire mettendo insieme le posizioni di maggioranza e opposizione il relatore, Stanislao Di Piazza (M5S), ha detto che ascolterà tutti ricordando però che per il M5S ci sono alcuni «punti fermi», a partire dalla volontà di istituire una «superprocura per i reati bancari e finanziari o estendere la competenza alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo». Vale ricordare che su questo obiettivo erano convenute praticamente tutte le forze politiche al termine dei lavori della commissione Casini, lo scorso dicembre. Elemento comune delle due proposte di legge presentate riguarda la natura della Commissione e la sua composizione: sarà bicamerale (20 senatori e 20 deputati) e istituita ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, ovvero dotata degli stessi poteri e limiti dell’autorità giudiziaria. I componenti non dovranno avere conflitti di interesse e saranno vincolati al segreto sugli atti e i documenti acquisiti nel corso dell’inchiesta.
Sempre ieri Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno presentato un disegno di legge per «riportare la Banca d’Italia sotto il controllo dello Stato» e per ribadire che le «risorse auree sono dello Stato italiano».