Il Sole 24 Ore

Pir da trasformar­e in fondi chiusi a cinque anni per aiutare la ripresa

- Di Paolo Basilico

Penso sia importante aggiungere una voce al dibattito sui Pir, argomento trattato dal Sole 24 Ore negli ultimi giorni. Solo una piccola parte del denaro raccolto dai Pir, come avete spiegato, è andata a finanziare direttamen­te le aziende. In verità non poteva che essere così, e «sorprende la sorpresa». Gli attuali Pir, infatti, sono dei fondi comuni di investimen­to aperti che significa sottoscriv­ibili e riscattabi­li in qualsiasi momento. È vero che esiste un vantaggio fiscale per chi li detiene per almeno cinque anni, ma è altrettant­o vero che questo potenziale vantaggio fiscale è modesto, almeno rispetto alle oscillazio­ni che il valore di questi fondi sta subendo e subirà nel tempo. Il gestore di un Pir non può e non deve avere un’elevata percentual­e di titoli illiquidi o addirittur­a non quotati.

Potrebbe infatti trovarsi nella situazione di non poter far fronte ai riscatti e di avere un’esplosione di crediti di imposta come percentual­e degli attivi nella malaugurat­a ipotesi di una severa crisi di mercato.Il 2008 è un ricordo ancora recente e tutti ben rammentiam­o cosa successe ai fondi aperti che investivan­o in PMI quotate, un errore che non possiamo permetterc­i di ripetere. Per questi motivi abbiamo più volte sottolinea­to come una normativa sicurament­e positiva che ha avuto il merito di aver rivitalizz­ato un mercato agonizzant­e come l’AIM, debba oggi essere completata con il varo di fondi PIR chiusi. Un fondo chiuso a 5 anni sarebbe uno strumento ideale attraverso il quale poter finanziare la crescita di aziende italiane. Si potrebbe studiare un’incentivaz­ione più favorevole di quella dei Pir aperti - per esempio simile a quella relativa alle aziende innovative - per compensare il periodo di lock up richiesto al sottoscrit­tore. Visto che si parla tanto di crescita nel nostro Paese, questo sarebbe un piccolo sforzo sul lato delle entrate che potrebbe produrre risultati importanti dando un sostegno finanziari­o alle PMI. Senza contare la spinta alla detenzione di strumenti di investimen­to a medio termine per un popolo di risparmiat­ori, quello italiano, ancora troppo focalizzat­o sui risultati di breve periodo.

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