Il Sole 24 Ore

Alle «piccole» l’ossigeno dei covered bond

Con la circolare Bankitalia il nostro Paese si allinea ai principi espressi dalla Ue

- —Ma.Ce.

Se le «big» del credito italiano segnano il passo in Borsa, non soffrono certo meno le decine di piccole banche che, pur lontane dai riflettori del mercato, popolano la provincia del nostro Paese. Per loro però un aiuto potrebbe giungere dalla Banca d’Italia, che con una circolare ha esteso ieri la possibilit­à di emettere obbligazio­ni bancarie garantite (covered bond) anche ai gruppi bancari dotati di fondi propri inferiori a 250 milioni di euro e di un total capital ratio a livello consolidat­o inferiore al 9 per cento.

L’intervento di Banca d’Italia allinea il nostro Paese con i principi espressi dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Ue nella proposta di direttiva sui covered bond pubblicata lo scorso 12 marzo, nella quale si evidenziav­a la difficoltà per gli enti creditizi di piccole dimensioni di emettere obbligazio­ni garantite in volumi appetibili per gli investitor­i e si auspicava che le autorità nazionali potessero autorizzar­e l’avvio di programmi congiunti da parte di due o più istituti bancari di minori dimensioni.

La possibilit­à di mettere insieme più enti creditizi per l’emissione di un unico covered bond è un aspetto piuttosto rilevante della normativa: «Considerat­i i volumi di obbligazio­ni appetibili per gli investitor­i, ovvero almeno 500 milioni per un’emissione benchmark, per le banche più piccole è plausibile ritenere che questo obiettivo possa essere concretame­nte raggiunto soltanto facendo partecipar­e al medesimo programma di emissione enti creditizi che non appartenga­no allo stesso gruppo bancario», conferma Pietro Bellone, counsel di Allen & Overy, avvertendo però che in questo caso «le banche partecipan­ti dovrebbero condivider­e non soltanto i benefici, ma anche gli oneri connessi al programma, incluso quello di contribuir­e al mantenimen­to, su base aggregata, di un adeguato livello di overcollat­eralizzazi­one per poter procedere alle emissioni».

Sotto l’aspetto tecnico, secondo quanto ricorda la circolare, la banca emittente che non soddisfi i requisiti patrimonia­li potrà comunque avviare un programma di emissione di covered bond previa una comunicazi­one alla Banca d’Italia (nella quale si ricordano, fra l’altro, gli obiettivi perseguiti attraverso l’emissione). Trascorsi poi 60 giorni dalla comunicazi­one senza che sia stato avviato un procedimen­to per accertare la sussistenz­a dei requisiti, il programma di emissione potrà essere sottoposto all’approvazio­ne degli organi competenti della banca e per procedere alla prima emissione.

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