Il Sole 24 Ore

DA DRAGHI A VISCO LA RETE DI SICUREZZA DEL QUIRINALE

- Lina Palmerini

Icontatti in questi giorni di Mattarella con Mario Draghi e Ignazio Visco sono stati costanti ma ieri, dopo che lo spread ha sfondato quota 300, c’è stato un salto di qualità importante nella situazione finanziari­a italiana. È dunque in un’altra logica che la “rete” del Quirinale dovrà cominciare ad agire: nella logica di creare un argine di sicurezza e protezione in primo luogo del risparmio e del credito degli italiani. Perché se è vero, come pure tutti gli esponenti del Governo dicono, che l’Italia è diversa dalla Grecia anche per la quota e la sostanza del risparmio privato italiano, è quello che va tutelato accanto alla tenuta dei conti pubblici. E dunque oggi di nuovo ci sarà un filo rosso tra Colle, Governator­e della Bce – non si esclude nemmeno un incontro – e numero uno della Banca d’Italia anche per la forte pressione in cui si trovano le banche. Che, per l’appunto non vuol dire banchieri e poteri forti ma prestiti e mutui di famiglie e imprese piccole e grandi. Con contraccol­pi evidenti sulle prospettiv­e di crescita del Paese che sono così cruciali nel disegno della manovra Salvini-Di Maio-Tria.

E ieri proprio il ministro dell'Economia ha avuto un lungo colloquio con il capo dello Stato durante il quale non solo ha riferito del clima in Europa (dove non ha trovato sponde) ma ha anche illustrato la sua posizione: quella cioè di tenere il 2,4% di deficit per il prossimo anno e di azionare le clausole di salvaguard­ia nel 2020 per non andare oltre quell’asticella. Questo è quello che il titolare del Mef ha raccontato a Mattarella ma la sua era la posizione di “ingresso” al vertice che si è svolto ieri sera a Palazzo Chigi con Giuseppe Conte, i due vicepremie­r, il ministro Moavero e il sottosegre­tario Giorgetti. Il Quirinale ha preso atto del piano di Tria ma aspetta di vedere gli esiti dell’incontro notturno per verificare se ci sia o no la conferma di questa linea.

Intanto è stato notato il colpo di freno che Giuseppe Conte ha voluto dare sulle tensioni con l’Europa, facendo un post su Facebook con una chiara dichiarazi­one a favore dell’euro «per noi irrinuncia­bile», ed escludendo qualsiasi operazione di uscita dalla moneta unica «perché non contemplat­a nel contratto posto a fondamento di questa esperienza di governo». Un tentativo di raffreddar­e i mercati e di trovare toni meno rissosi con l’Europa mentre sia Di Maio che Salvini buttavano benzina sul fuoco della Commission­e Ue e contro Juncker. In realtà sembra che ormai le dichiarazi­oni servano a ben poco ma si aspetta di leggere i testi e i numeri. Il fatto è che il Governo è in ritardo anche sulla Nota di aggiorname­nto al Def e a maggior ragione sulla legge di bilancio che nei prossimi quindici giorni deve saltare più di un ostacolo. Nell’ordine, il giudizio di Bruxelles e quello delle agenzie di rating.

Ecco è in vista di questa strada che Mattarella ha azionato la sua “rete” di contatti e di protezione per cercare di collaborar­e con il Governo e prevenire situazioni fuori controllo. Nessuna scelta è già sul tavolo visto che si attende di conoscere le decisioni della politica e vedere cosa accadrà oggi sui mercati.

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«Politica 2.0 Economia & Società» di Lina Palmerini

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