Non riesce a fare prezzo in Borsa «Giallo» sul rimborso dei Cds
Da ormai tre giorni, Astaldi non riesce a fare prezzo alla Borsa di Milano. Da quando, lo scorso venerdì, il colosso romano delle costruzioni (3 miliardi di cantieri in giro per il mondo e 12mila dipendenti) ha bussato alla porta del Tribunale per proteggersi dai creditori, con la richiesta di un concordato in bianco, il titolo si è inabissato, con continue sospensioni al ribasso. Ieri Astaldi ha perso teoricamente un altro 28%, dopo il tonfo di lunedì, 0,41 euro per azione. Teoricamente, perchè il titolo è entrato in contrattazione solo per pochi minuti dopo non aver fatto prezzo per tutta la mattinata, ed è stato subito dopo ri-sospeso per eccesso di volatilità: il differenziale tra «bid» e «ask» è arrivato fino a 30 centesimi. Per ora a nulla sono serviti i divieti, di Consob due giorni fa e della FCA di Londra ieri, sulle vendite allo scoperto per bloccare la speculazione. Ormai Astaldi capitalizza circa 50 milioni, valore che sembra eccessivamente basso anche per un’azienda in crisi di liquidità, ma con asset di valore in portafoglio. Se le azioni scendono, invece il debito è in recupero: anche ieri il bond 2020 è risalito un poco, a 26,48 euro, mentre scoppia il «giallo» dei Cds su Astaldi, i derivati che servono per assicurarsi contro un rischio fallimento. Secondo quanto riferito da Bloomberg, l’Isda, l’Associazione internazionale sugli swap e i derivati, valuterà se la richiesta di concordato preventivo è da considerarsi un evento di default che fa scattare la protezione dei Cds (credit default swap) sul debito del costruttore romano. Astaldi, schiacciata da quasi 2 miliardi di debiti, ha in circolazione un bond da 750 milioni di euro con scadenza 2020 e uno da 140 milioni con scadenza 2024.
Il debito è proprio il nodo più spinoso della vicenda: il 3 dicembre Astaldi dovrà pagare la cedola di un bond, per un importo di circa 27 milioni, ma al momento non è chiaro se il concordato “congela” anche i dividendi, che in teoria sono debiti verso creditori. Astaldi dovrà presentare un piano di rientro, verosimilmente con dei sacrifici, ai creditori che dovranno approvarlo.