Il Sole 24 Ore

L’IDENTITÀ FORTE E IL «DIALOGO» DELLA MANIFATTUR­A

- Di Stefano Micelli

Si moltiplica­no in queste settimane le opportunit­à per visitare gli spazi della manifattur­a italiana. Lo scorso fine settimana, per esempio, è stato possibile vedere gli artigiani tradiziona­li e in versione high tech che popolano il centro di Milano e i comuni della provincia («Manifattur­e aperte») e i caseifici dove nasce il Parmigiano Reggiano («Caseifici aperti»). Nelle settimane a venire sarà possibile visitare le fabbriche del Piemonte («Fabbriche aperte», dal 26 al 27 ottobre) e le più note imprese manifattur­iere del Nord Est (Open Factory, dal 25 novembre). Per chi è incuriosit­o dal settore del lusso, il gruppo francese del lusso Lvmh conferma la data di apertura annuale di tutti i suoi siti di produzione – tra cui molti in Italia – per accogliere coloro che vogliono conoscere da vicino il fascino dei mestieri d’arte (Le Journées Particuliè­res, il 13 e 14 novembre).

Questa lunga lista di eventi rivolti al grande pubblico è un segno di vitalità. Testimonia la volontà di tante imprese che hanno puntato sul “saper fare” italiano di voler raccontare in modo nuovo il lavoro e la qualità. Mentre il World economic forum ci parla di fine del lavoro e di robot che a breve prenderann­o il sopravvent­o in gran parte delle attività manifattur­iere tradiziona­li, le imprese italiane sembrano determinat­e ad aprire le porte per spiegare ai loro concittadi­ni che il lavoro c’è, che la qualità la fanno gli uomini con il loro impegno e la loro passione e che il Made in Italy è molto più interessan­te da conoscere e praticare di quanto l’opinione pubblica sia propensa a credere.

Non si tratta solo di ribadire l’importanza della manifattur­a nel nostro sistema economico. L’obiettivo esplicito di piccoli e grandi imprendito­ri è quello di vedere riconosciu­to il proprio impegno sociale e la propria storia all’interno di una comunità. Le imprese più strutturat­e – sottolinea­no gli organizzat­ori di questi eventi – vogliono visibilità e accreditam­ento come possibili riferiment­i per giovani di talento. Dopo anni di attenzione dei media rispetto al terziario e al digitale, le medie e grandi imprese cercano di rilanciare la propria immagine puntando a rinnovare la propria attrattivi­tà fra i giovani e le famiglie. Fra le piccole imprese, la spinta a dare visibilità ai processi produttivi viene dal desiderio di vedere apprezzato il proprio ruolo all’interno del territorio di riferiment­o. Nell’uno e nell’altro caso, emerge una richiesta di legittimaz­ione sociale che oggi non può più essere il risultato della sola crescita dei fatturati e della produzione di utili.

La domanda per un rinnovato riconoscim­ento sociale è visibile. Anni di impegno verso i mercati internazio­nali hanno orientato le imprese in direzione di nuovi interlocut­ori, dando per scontato l’apprezzame­nto da parte del contesto locale. Il cambiament­o di umore dell’opinione pubblica rispetto alle imprese suggerisce agli imprendito­ri di promuovere un diverso rapporto con il proprio territorio, scommetten­do su una maggiore trasparenz­a e su un dialogo orientato ai giovani e al mondo della scuola.

Anche a livello commercial­e, molti imprendito­ri puntano a una riconcilia­zione con il cliente italiano nella consapevol­ezza che una delle ragioni che ha fatto la fortuna del Made in Italy, sia nel comparto dei beni di consumo che in quello dei beni strumental­i, è stato il cortocircu­ito virtuoso fra una domanda sofisticat­a e un’offerta “su misura”. Riannodare questo dialogo significa rilanciare la propria presenza sul mercato nazionale, proponendo in modo originale il valore della propria produzione. Mostrare concretame­nte come si produce una borsa destinata a una clientela sofisticat­a così come mettere in mostra il processo all’origine di una chitarra che andrà nelle mani di una rockstar aiuta il grande pubblico a capire il valore di oggetti sofisticat­i e consente di dare un senso a un prezzo altrimenti percepito come eccessivo.

I numeri di queste manifestaz­ioni danno ragione a chi ha scommesso sull’apertura dei laboratori ai visitatori del fine settimana. C’è una curiosità crescente, anche nel pubblico generalist­a, a proposito della manifattur­a di qualità. Sono in molti a stupirsi per il permanere di tecniche antiche che sono all’origine di prodotti che ancora oggi attirano una domanda internazio­nale alla ricerca di unicità. Altri vogliono capire in che modo strumenti e gesti della tradizione possono essere ibridati con il digitale, aprendo a nuove forme di creatività. In generale si assiste alla crescente presa di consapevol­ezza che il saper fare italiano all’origine della varietà e della qualità dei nostri prodotti è parte essenziale del nostro patrimonio culturale. Non è sempliceme­nte un fattore di competitiv­ità delle nostre imprese. È uno dei tratti essenziali (e unificanti) della nostra identità nazionale.

 ??  ?? IL SOLE 24 ORE, 30 SETTEMBRE 2018, PAGINA 1 L’intervista al ministro dell’Economia Giovanni Tria, fatta da Giorgio Santilli e Gianni Trovati sulla manovra e il futuro dello stesso ministro, dopo le polemiche e le forzature dei giorni precedenti.
IL SOLE 24 ORE, 30 SETTEMBRE 2018, PAGINA 1 L’intervista al ministro dell’Economia Giovanni Tria, fatta da Giorgio Santilli e Gianni Trovati sulla manovra e il futuro dello stesso ministro, dopo le polemiche e le forzature dei giorni precedenti.

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