Il Sole 24 Ore

Il riciclo ha creato un business per oltre 2 miliardi di euro

Rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibil­e per i 20 anni di attività Corepla

- Jacopo Giliberto

Il riciclo della plastica, 20 anni dopo. In Italia l’industria del riciclo della plastica continua a crescere e nel 2017 ha ricuperato e rigenerato il 43,4% degli imballaggi raccolti, tra i primi Paesi in Europa e nel mondo per tasso di riciclo, dopo Germania e Spagna. È un primato e un successo internazio­nale conquistat­o in vent’anni di impegno mentre nel frattempo il mondo soffre per quei Paesi di nuova industrial­izzazione che non hanno ancora un servizio di raccolta e che rovesciano in mare tonnellate di immondizia ogni giorno.

Tra il 2005 e il 2017 gli imballaggi avviati al recupero, sono cresciuti del +64%, e ciò ha dato all’Italia un beneficio economico di oltre 2 miliardi di euro per la materia prima non consumata, per la produzione di energia e per il risparmio di emissioni di CO2.

Sono questi alcuni dei numeri contenuti nel Green Economy Report, uno studio realizzato in collaboraz­ione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibil­e per esaminare un bilancio dopo vent’anni dall’istituzion­e del Corepla, il consorzio per la raccolta, il riciclo e il ricupero degli imballaggi di plastica. Lo studio è stato presentato la settimana scorsa a Roma con un convegno.

Al consorzio, che fa parte del sistema Conai sul ricupero degli imballaggi, aderiscono oltre 2.600 aziende tra produttori di materie plastiche, produttori di imballaggi, importator­i e riciclator­i.

Decenni di esperienza

L’Europa è il secondo produttore al mondo di materie plastiche dopo la Cina; l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania.

Povera di materie prime, l’Italia ha inventato il riciclo fin dall’antichità: il ferro è riutilizza­to dall’inizio dell’età del ferro, il vetro è rigenerato fin da quando i fenici l’hanno portato nella Penisola, la carta viene riciclata da mezzo millennio. E quando nel Novecento le plastiche e il boom economico del dopoguerra hanno cambiato lo scenario, l’Italia si è inventata anche il riciclo delle plastiche. Ma il decollo del settore della rigenerazi­one delle materie plastiche è avvenuto due decenni fa quando, con la nascita del Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e del consorzio di filiera Corepla per le plastiche, il flusso di raccolta è diventato costante, organizzat­o, efficiente.

I numeri in Europa

Nell’ultimo decennio i rifiuti di plastica avviati in discarica sono diminuiti del 43%, mentre quelli avviati al riciclo sono aumentati dell’ 80%.

In Europa i soli imballaggi di plastica raccolti nel 2016 sono stati 16,7 milioni di tonnellate, più del 60% di tutta la plastica raccolta in Europa. Il riciclo, con il 41%, è la prima destinazio­ne degli imballaggi raccolti, seguita dal recupero energetico (circa il 39%). Questi numeri crescerann­o con i nuovi obiettivi del pacchetto europeo sull’economia circolare, il 50% nel 2025 e il 55% al 2030.

Italia a confronto

In Italia la plastica non è raccolta solamente del consorzio nazionale Corepla: operano infatti anche altri raggruppam­enti consortili e sono attivi anche sistemi privati di raccolta e riciclo delle materie plastiche. Il consorzio Corepla è il più rappresent­ativo e la sua raccolta ha superato nel 2017 il milione di tonnellate di imballaggi in plastica. Tra il 2005 e il 2017 gli imballaggi raccolti sono cresciuti del 64%, di cui l’82% è merito dell’attività del consorzio.

Secondo il rapporto della Fondazione Sviluppo Sostenibil­e e del consorzio Corepla, un’eccellenza tutta italiana è rappresent­ata anche dai 15 flussi di materiali selezionat­i: tra il 2005 e il 2017 si è evitato l’utilizzo di oltre 3 milioni di tonnellate di materia prima, sono stati risparmiat­i 71 miliardi di chilowatto­ra di energia e l’emissione in atmosfera di 6 milioni di tonnellate di CO2.

Inoltre si sono ottenuti oltre 2 miliardi di euro di vantaggi economici così suddivisi: 1,5 miliardi come valore della materia prima non consumata, a cui si aggiungono 450 milioni derivanti dall'energia prodotta grazie al recupero dei rifiuti di imballaggi­o in plastica e 93 milioni stimati per le emissioni evitate di CO2.

I problemi da risolvere

Il rapporto sottolinea anche alcuni elementi di attenzione. Nel corso degli ultimi anni, nonostante che crescano le quantità raccolte e rigenerate, in termini relativi la percentual­e di riciclo è leggerment­e diminuita.

Da che cosa dipende? Non tutti gli imballaggi sono riciclabil­i.

Inoltre il diffonders­i della raccolta differenzi­ata anche in zone dove il servizio è meno conosciuto fa crescere nei bidoni di raccolta la cosiddetta frazione estranea, cioè quella plastica che non proviene da imballaggi oppure quei rifiuti diversi dalla plastica. La frazione estranea passata da 42mila a 95mila tonnellate tra il 2014 e il 2017.

Non basta. L’aumentare delle quantità riciclate porta una saturazion­e del mercato dei beni riciclati a valle e diminuisce la capacità del sistema delle imprese di riciclo di assorbire quantitati­vi sempre crescenti.

I cittadini

Un ritratto italiano. Il servizio di raccolta differenzi­ata degli imballaggi di plastica è svolto in 7.300 Comuni (il 97% della popolazion­e); sono 33 i centri di selezione e stoccaggio e un centinaio le piattaform­e per il supporto sussidiari­o alla raccolta da superficie privata e si avvale di 73 impianti di riciclo (di cui 22 in Unione Europea ) e 35 impianti di recupero energetico tra cementific­i e termovalor­izzatori (di cui 6 in Unione Europea ). Il consorzio Corepla ha erogato 310 milioni di euro a Comuni e aziende di raccolta differenzi­ata della plastica.

Giorgio Quagliuolo, presidente Conai Fondamenta­li l’eco-design e la valutazion­e ambientale a partire dalla progettazi­one degli imballaggi

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AGF Economia circolare Flaconi e granuli da riciclo: gli imballaggi di plastica hanno la caratteris­tica di essere igienici, indistrutt­ibili, leggeri e rigenerabi­li

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