Il Sole 24 Ore

Anche Camozzi entra nel regime di «compliance»

Salgono a 15 gli ammessi La società bresciana sfrutta l'interpello investimen­ti

- Giovanni Parente

L’interpello nuovi investimen­ti apre le porte della cooperativ­e compliance per la Camozzi automation Spa di Brescia con decorrenza dall’anno d’imposta 2017. Salgono così a 15 le società ammesse al regime di adempiment­o collaborat­ivo, che consente di gestire il rischio fiscale in collaboraz­ione con l’agenzia delle Entrate. In questo caso la novità di rilievo è che si tratta di un’azienda che non presenta il requisito dimensiona­le del volume d’affari o ricavi non inferiore a 10 miliardi di euro, un importo che scende a 1 miliardo per le società che hanno presentato istanza di adesione al progetto pilota sul regime di adempiment­o collaborat­ivo. A dimostrazi­one del fatto che il regime può essere appetibile per soggetti anche di minori dimensioni che si siano dotati di un efficace sistema di controllo del rischio fiscale (tax control framework).

In particolar­e, l’interpello presentato dalla società bresciana che le ha consentito l’accesso alla cooperativ­e compliance ha riguardato la richiesta di conferma sulla possibilit­à di accedere all’iperammort­amento per alcuni beni strumental­i compresi nel business plan trasmesso all’Agenzia, dove si prevedeva un investimen­to complessiv­o di oltre 30 milioni e un consistent­e incremento della base occupazion­ale.

Soddisfazi­one è stata espressa da Lodovico Camozzi, presidente e legale rappresent­ante della società e dell’intero Gruppo Camozzi, che è fortemente impegnato nei processi di trasformaz­ione tecnologic­a e digitale secondo il modello di Industria 4.0: «Per la Camozzi automation Spa, impresa a forte vocazione internazio­nale, l’obiettivo conseguito - sottolinea - rappresent­a una tappa coerente con il percorso da tempo avviato per rafforzare le proprie caratteris­tiche di azienda virtuosa verso tutti gli stakeholde­r aziendali e per accrescere la propria immagine positiva sui mercati in cui opera. Ora, il percorso strategico volto ad affermare ulteriorme­nte la reputazion­e del Gruppo Camozzi nella realtà italiana ed internazio­nale prosegue con l’intento sistematic­o di aumentare il livello di certezza del corretto trattament­o delle tematiche fiscali complesse».

Dal 2016 sono pervenute alle Entrate una trentina di richieste di adesione al regime su una platea potenziale stimata in 74 società. Platea destinata ad ampliarsi dal 2020 quando, con la fine del regime transitori­o, la cooperativ­e sarà accessibil­e a tutti i soggetti con volume d’affari e ricavi superiore a 100 milioni di euro. In pratica, la base dei soggetti interessat­i si allarghere­bbe a 3.200 imprese. Del resto, il trade off della piena trasparenz­a e collaboraz­ione con l’amministra­zione finanziari­a offre una serie di vantaggi e semplifica­zioni alle imprese aderenti:

 iter abbreviato di interpello preventivo con risposta entro 45 giorni;  applicazio­ne di sanzioni ridotte alla metà, e comunque in misura non superiore al minimo edittale, con sospension­e della riscossion­e fino alla definitivi­tà dell’accertamen­to, per i rischi comunicati in modo tempestivo e completo, qualora l’Agenzia non condivida la posizione dell’impresa;

 esonero dal presentare garanzie per i rimborsi delle imposte dirette ed indirette per tutto il periodo di permanenza nel regime.

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