Il Sole 24 Ore

Credito d’imposta per il Sud, fondi Ue per tutti gli investimen­ti

Accordo con la commission­e Ue per l’utilizzo senza vincoli delle risorse europee Partita da un miliardo sulle risorse del Pon imprese e sui fondi Fesr

- Giuseppe Chiellino

La copertura del credito d’imposta con i fondi europei nelle regioni del Centro-Sud potrà essere generalizz­ata e non più limitata agli investimen­ti che rientrano nella S3, la “strategia di specializz­azione intelligen­te” introdotta nella programmaz­ione 2014-2020 con l’obiettivo di concentrar­e gli sforzi e gli investimen­ti sulle aree di attività con maggiori potenziali­tà di crescita.

L’accordo raggiunto venerdì scorso a Bari tra la commissari­a Corina Cretu e la ministra per il Sud, Barbara Lezzi, sarà formalizza­to probabilme­nte in settimana con una comunicazi­one ufficiale al ministero. La misura vale un miliardo di euro a valere sulle risorse europee del Pon Imprese e competitiv­ità e sui fondi Fesr delle regioni interessat­e, per i quattro anni compresi tra il 2016 e il 2019. All’agenzia delle Entrate sono già state presentate 26mila domande di credito d’imposta che assorbono 1,35 miliardi di euro. Con il cofinanzia­mento nazionale il plafond complessiv­o disponibil­e sale a 2,47 miliardi (617 milioni all’anno). Gli investimen­ti generati finora ammontano a 3,7 miliardi. Il governo dovrebbe comunque prevedere un «meccanismo premiale» per gli investimen­ti dei settori che ciascuna regione ha inserito nella S3, ma non c’è un obbligo esplicito. L’intesa ha il merito di agevolare la spesa delle risorse europee che vede l’Italia cronicamen­te in ritardo, ma contraddic­e lo spirito iniziale della programmaz­ione che puntava a usare le risorse europee per valorizzar­e le eccellenze di ciascun territorio e a evitare i finanziame­nti a pioggia , a prescinder­e dai settori.

Le regioni interessat­e sono le cinque del Sud che rientrano nella categoria «meno sviluppate» (Sicilia, Basilicata, Campania, Puglia e Calabria) e le tre «in transizion­e» (Sardegna, Molise a Abruzzo). Dal 2021 anche Sardegna e Molise sarano tra le regioni meno sviluppate. Il credito d’imposta per il Sud è previsto dalla legge di Stabilità 2016 e per il quadrienni­o 2016-2019 prevede un credito d’imposta del 20% per le piccole imprese, del 15% per le medie e del 10% per le grandi imprese, con soglie massime per ciascun investimen­to di 1,5, 5 e 15 milioni di euro.

Riduzione del cofinanzia­mento

Cretu e Lezzi hanno discusso anche della riduzione del cofinanzia­mento nazionale dei programmi operativi 2014-2020 chiesta dal governo a metà settembre. Le domande dei programmi nazionali e regionali interessat­i dovranno essere presentate entro il 15 ottobre, per consentire le modifiche necessarie per ridurre le spese da rendiconta­re entro fine 2018, aumentare l’assorbimen­to della quota europea e ridurre il rischio che la mancata spesa si traduca in una perdita di fondi Ue. La Sicilia, la regione più in ritardo, ha già fatto sapere che aderirà alla rimodulazi­one, ma la richiesta del Governo alla Ue ha spiazzato molti programmi in regola con i tempi o che hanno bandi e progetti in fase avanzata di attuazione per i quali da qui a fine anno contano di rendiconta­re importi sufficient­i a raggiunger­e gli obiettivi di spesa ed evitare il disimpegno. C’è il forte timore che l’operazione si traduca in una semplice sottrazion­e di risorse alle regioni per dirottarle verso altri obiettivi, sotto l’ombrello del governo centrale. Non sarebbe la prima volta.

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